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A cura di Redazione NapoliToday

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Il nuovo album di Zulù: "Italiani e migranti vittime del sistema"

Nel 1991, insieme ai 99 Posse, caratterizzò la scena musicale italiana. Di quella formazione Luca Persico, in arte O' Zulù, era ed è il frontman. Oggi, 28 anni dopo, esce il suo secondo album da solista: 'Bassi per le masse'. Un concept album a posteriori perché, come Zulù spiega a Napolitalk, solo quando ha messo in fila i brani si è reso conto di come fossero tenuti insieme da un filo conduttore, rappresentato "...dalla lotta a quella che io chiamo la società incivile. Oggi, a differenza delle origini, non canto più la necessità di cambiare il mondo, ma di scegliere una strada alternativa". 

Online è possibile ascoltare i primi due brani, 'Il traffico' e 'Parole armate', due prezzi incredibilmente attuali, che parlano non solo di immigrazione, droga, fuga di cervelli, ma anche di come vengano usate forme di comunicazione violente, volte all'incitamento all'odio: "Nei giorni del dramma della Seawatch non mi hanno colpito tanto le diverse posizioni, ma i commenti sui social delle persone, portatori di una rabbia spropositata e senza senso". 

In Bassi per le masse, Zulù collabora con molti altri artisti, a cominciare da Jovine, fino a Granatino e Franco Ricciardi. Nonostante la sua carriera da solista, Zulù, il legame con 99 Posse è indissolubile. "Nel 2001 - racconta - fu necessario separarci. Eravamo in testa alle classifiche, chiamati ovunque, ma noi avevamo sempre combattuto quel sistema. Non riuscimmo più a trovare una mediazione che soddisfacesse tutti. Io ho avuto la necessità di riavvicinarmi alle cose di cui parlavamo nei nostri brani, ho viaggiato molto nei punti nevralgici del Mondo: Messico, Iraq, Palestina. Poi, nel 2009, quasi per caso, ci ritrovammo a un concerto per una raccolta fondi. Arrivarono 20mila persone nel centro storico di Napoli. Capimmo che dovevamo tornare". 

Quasi pronto anche il programma per il tour 2019. Si partirà da Roma il 16 febbraio, ma per ascoltare O Zulù a Napoli bisognerà attendere la prossima estate. 

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