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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Redazione NapoliToday

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Sbiancamento denti, quali i costi e quali i rischi? Risponde l'esperto

"Non si raccomanda il trattamento agli adolescenti al di sotto dei 16 anni e alle donne in gravidanza”. L'intervista al dott. Vincenzo Bifaro, Odontoiatra e Specialista in Chirurgia Odontostomatologica

Sfoggiare un dentatura sempre più bianca e splendente è divenuta una vera e propria mania. Sono circa 120 mila gli italiani che richiedono ogni anno, soprattutto nei mesi di maggio e giugno, lo sbiancamento dei denti. Oggi un terzo di tutti i trattamenti odontoiatrici estetici richiesti ai dentisti è realizzato per eliminare macchie o sbiancare i denti ingialliti dal tempo, dalle sigarette o da alcuni cibi (fra questi caffè e tè, vino rosso, bevande gassate, succhi di frutta scuri, frutti di bosco, aceto balsamico e pomodoro). C’è chi si affida al dentista di famiglia, c’è chi, invece, per risparmiare, preferisce utilizzare dentifrici, gel, strisce, collutori e altri schiarenti 'fai da te' (usati da un italiano su due). Ma attenzione a questi ultimi! Un monito arriva anche da Stefano Patroni, presidente dell’Aic (Accademia Italiana di Odontoiatria, Conservativa e Restaurativa): “I trattamenti schiarenti ‘fai da te’ si limitano a rimuovere la patina superficiale che ricopre i denti, mentre il processo di sbiancamento ossigena il dente, con penetrazione e scambio di molecole di perossido di idrogeno che generano la colorazione bianca, quindi è molto più sicuro”.

NapoliToday ha chiesto al dott. Vincenzo Bifaro, Odontoiatra e Specialista in Chirurgia Odontostomatologica, come avviene il trattamento di sbiancamento, quali sono i costi e quali sono i rischi.  

 Quanto sono aumentate le richieste di sbiancamento negli ultimi anni?

“Negli ultimi anni è aumentata sensibilmente la richiesta dello sbiancamento dentale, così come è accaduto per tutti i trattamenti che mirano al raggiungimento dell’estetica, sia in campo odontoiatrico che in altre discipline mediche. Questa richiesta, il più delle volte, è anche associata al desiderio di raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile. L’odontoiatria moderna ha saputo adeguarsi a queste richieste, ed ha saputo rispondere positivamente, sempre nel rispetto biologico della salute della bocca e dei pazienti. Oggi lo sbiancamento dentale rappresenta circa 1/3 dei trattamenti estetici alla bocca richiesti dai pazienti presso gli studi odontoiatrici”.

Qual è la fascia d’età che richiede maggiormente questo trattamento?

“Mediamente la fascia d’età dei pazienti che più richiede questo trattamento estetico ai denti è dai 18 ai 45 anni. Ma si sottopongono anche pazienti di altre età e che non abbiano specifiche controindicazioni a questo tipo di trattamento. Non si raccomanda lo sbiancamento dentale agli adolescenti al di sotto di 16 anni poiché in quella fase di crescita, quando la camera pulpare non è ancora ben conformata, potrebbero esserci irritazioni della polpa ed grave ipersensibilità”.

I dentifrici sbiancanti o i trattamenti 'fai da te' sbiancano realmente i denti?

“I trattamenti fai da te e i dentifrici sbiancanti potrebbero essere utili sia per la fase di mantenimento post-sbiancamento che prima del trattamento. Il loro risultato è davvero blando. Ne esistono tantissimi in commercio e bisogna distinguerli in quelli che possono dare risultati smacchianti e quelli che possono dare risultati sbiancanti. I primi, allo stesso tempo abrasivi e che per questo sconsiglio vivamente (a base di bicarbonato di sodio, silice, fosfato tricalcico, ecc), agiscono meccanicamente e per sfregamento solo sulle macchie estrinseche dei denti, e quelli ad azione sbiancante invece (a base di tripolifosfato di sodio, monofluorofosfato di sodio, ecc.), agendo chimicamente sulle pigmentazioni, dando dei minimi risultati, ma sempre trascurabili. Niente è comunque paragonabile al trattamento professionale fatto in studio”.

Quali sono le tecniche utilizzate da uno studio dentistico per sbiancare i denti?

“La vecchia tecnica, ancora efficientissima, prevede dopo una visita preliminare del paziente, ed una seduta di igiene orale, la costruzione di 2 mascherine trasparenti individuali, applicate per circa 30 minuti con del materiale sbiancante ad alta percentuale. Dopo questa seduta il paziente continuerà per circa 10-15 giorni a casa, applicando da solo nelle mascherine dello sbiancante fornito dal suo odontoiatra a percentuali più basse e dunque più gestibili. Potrà poi sempre usare quelle mascherine in futuro per dei richiami ed un mantenimento. Con l’aumentare delle esigenze dei pazienti e la riduzione del tempo disponibile, già da un pò di anni si preferisce come per il modello americano, il trattamento sbiancante alla poltrona con lampada al plasma o led o laser. Questo trattamento che dura dai 30 ai 60 minuti, prevede, sempre dopo una prima visita odontoiatrica, ed una seduta di igiene orale, l’applicazione sui denti del gel sbiancante ad alte percentuali, che sarà poi attivato o semplicemente velocizzato nella sua azione dalla luce di queste lampade o dal laser. Il risultato con quest’ultimo trattamento sarà immediato, ed il paziente potrà eventualmente comunque usare delle mascherine precedentemente costruite, per il suo mantenimento futuro”.

Quali sostanze si usano per questo trattamento?

“Il materiale sbiancante maggiormente utilizzato per lo sbiancamento dentale oggi, è di sicuro il Perossido di Idrogeno gelificato, ad alte percentuali (fino al 40%) e che dà di sicuro una minore ipersensibilità post-trattamento. Anche il perossido di carbammide è un altro materiale utilizzatissimo. Entrambi, a contatto coi denti, liberano ossigeno. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, rendendole cosi non più visibili. Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali e non su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale”.

Queste sostanze possono danneggiare lo smalto?

“Spesso, false dicerie, o cattiva informazione, hanno fatto si che alcuni pazienti fossero condizionati negativamente dal sottoporsi ad un trattamento sbiancante, arrivando a pensare che i prodotti chimici del materiale danneggiassero le strutture dello smalto dentale. Non è così assolutamente. E’ stato infatti dimostrato da numerosi studi scientifici che le strutture dentarie rimangono indenni anche con l’utilizzo di sbiancanti al alte percentuali. Attenzione invece ai danni meccanici per trauma da spazzolamento eccessivo ed aggressivo con setole dure, l’utilizzo di paste dentifricio abrasive o di bicarbonato nell'arco degli anni, che possono determinare vere e proprie abrasioni dentali, con conseguenti danni estetici e forte sensibilità dentale da risolvere poi necessariamente con trattamenti odontoiatrici”.

Qual è il costo?

“I costi possono essere differenti a seconda del tipo di sbiancamento professionale da eseguire. Bisogna valutare bene la questione costi-benefici, poiché esistono in commercio numerosi tipi di materiali sbiancanti, e ciascuno di questi può differenziarsi per effetti sulla sensibilità post-trattamento, e sul risultato finale. Dunque quando i costi sono eccessivamente bassi, bisognerebbe porsi qualche domanda in merito. Spesso il basso prezzo è dovuto all’utilizzo di prodotti di scarsa qualità, che possono esitare nella migliore delle ipotesi in un trattamento deludente, nella peggiore con gravi effetti collaterali sui denti. Ad ogni modo un trattamento professionale in poltrona con lampada ha un costo dai 300-400 € circa, un trattamento con le mascherine ha un costo di circa € 200-300, ed un trattamento combinato con lampada e successive mascherine ha un costo di circa € 500-600”.

A tutte le età ci si può sottoporre allo sbiancamento? Per i giovani è consigliabile?

“I pazienti di tutte le età possono sottoporsi al trattamento sbiancante, ma è preferibile e controindicato fino ai 16 anni d'età circa e consigliabile, dunque, solo dopo che ci sia stato un fine crescita tale da salvaguardare l’irritabilità della polpa dentaria in formazione dei denti appena erotti. In caso contrario si potrebbe sottoporre il paziente ad un eccessivo stress pulpare, ed un’eventuale ipersensibilità dentale. Lo sbiancamento è poi controindicato nelle donne in gravidanza, in pazienti con presenza di segni riassorbimento dentale interno, in quelli con ipersensibilità dentinale e nei casi di grave discromia. Nel caso in cui siano presenti grossi restauri conservativi o corone protesiche, dovrà essere chiarita al paziente l’inefficacia del trattamento sugli stessi materiali da restauro. A mio avviso i giovani prima di ogni trattamento estetico, dovrebbero pensare a mantenete un’igiene orale impeccabile e fare prevenzione. L’estetica oggi è qualcosa che conta molto, e soprattutto l’estetica dei denti è un vero e proprio biglietto da visita, dunque lo consiglio vivamente”.

Ci sono alcune macchie che non si riescono a trattare con lo sbiancamento?

“Non tutte le macchie possono sbiancarsi. Innanzitutto non si possono sbiancare resine, materiali compositi utilizzati per le otturazioni o materiali vetrosi e ceramiche usate per la ricostruzione dei denti mediante corone, faccette, ponti, ecc. Il materiale sbiancante non ha nessuna reazione con questi materiali ed il rischio, in questi casi, è di ritrovarsi differenze di colore alla fine del trattamento. Pertanto è opportuno effettuare lo sbiancamento dei denti prima di attuare qualsiasi intervento ricostruttivo, in modo che il risultato finale ed il colore dei denti possa risultare omogeneo con gli altri elementi non trattati. Altre pigmentazioni, come le ipocalcificazioni, difetti dello smalto o dentina, macchie da fluorosi (a causa delle acque ricche di fluoro come accade nei paesi vesuviani), bande da tetraciclina o altri antibiotici somministrati nella fase di crescita, ecc., o altre discromie gravi, possono al massimo leggermente migliorare, senza dare grossi risultati con lo sbiancamento”.

Quanto tempo occorre per effettuare il trattamento e quanto dura l’effetto dello sbiancamento?

“All’incirca un trattamento sbiancante professionale attivato da una lampada al plasma o led o laser dura 1 ora. Il paziente dopo una visita ed una seduta di igiene orale (da fare almeno il giorno prima), sarà fornito di occhiali protettivi per la luce, protetto alle gengive con una resina, e fornito di un divaricatore per proteggere labbra e guance. Dopo l’applicazione del gel e l’attivazione della lampada, per circa 15 minuti a step, con un massimo di 3 step, sbiancherà i suoi denti. Alla fine di questo processo gel desensibilizzanti applicati alla bocca lo aiuteranno a gestire la sua sensibilità transitoria per le 24 ore successive. Il trattamento con le mascherine, invece, prevede una visita ed una seduta di igiene preliminare, poi la presa di 2 impronte per la costruzione di 2 mascherine. Il paziente si sottoporrà dunque prima ad una seduta in studio di 30 minuti circa con uno sbiancante ad alta concentrazione, poi a casa da solo con l’applicazione di uno sbiancante a basse percentuali per circa 2 settimane. La durata di uno sbiancamento è di circa un anno mediamente, ma varia dalle abitudini dei pazienti”.

Cosa bisogna fare per mantenere più a lungo l’effetto dello sbiancamento?

“L’igiene orale inadeguata, la mancanza dell’utilizzo di dentifrici sbiancanti, le cattive abitudini come il fumo, masticare tabacco, o consumare cibi altamente pigmentanti come caffè, the, orzo, cola, bevande con coloranti, mirtilli, soia, ecc, possono certamente ridurre i tempi della durata di un trattamento sbiancante. In linea di massima, la durata media di un trattamento è di circa 1 anno, ma è molto soggettivo, e può durare di più se il paziente è più attento nell’evitare o ridurre queste sostanze, sottoponendosi ai suoi controlli periodici ed un’igiene orale semestrale”.

E' vero che il bicarbonato aiuta a mantenere i denti più bianchi?

“Il bicarbonato ha un’eccellente effetto smacchiante, oltre ad avere un effetto tampone sugli acidi della bocca. Tuttavia, l’eccessivo utilizzo potrebbe creare per azione meccanica associata allo spazzolamento, una notevole abrasione dello smalto dentale, tale da irritare e sensibilizzare la dentina ed i tessuti pulpari. Per la sua azione abrasiva può irritare le gengive, determinando talvolta sanguinamento o favorire la carie, quando lo smalto è cosi impoverito da questo effetto abrasivo, che risulta facilmente contaminabile dai batteri. Può smacchiare inizialmente, ma poi ingiallire col tempo i denti, poiché lo smalto per l’abrasione costante (di colore bianco/traslucido) si assottiglia, facendo intravedere via via il naturale colore giallastro della dentina; inoltre la porosità di superficie data da piccoli solchi che si formano per l’erosione, nel tempo favorisce le sostanze pigmentanti, che portano ad una colorazione dei denti. Infine, è pur vero che ha un potere tampone sugli acidi della bocca, ma un eccessivo utilizzo può determinare l’alterazione della naturale flora batterica, a causa del cambiamento costante del pH della bocca”.

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