rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
NapoliSocial

NapoliSocial

A cura di Redazione NapoliToday

Seguiti, condivisi, popolari, partenopei. Sono i protagonisti di Napolisocial, lo sguardo di NapoliToday sui personaggi più attivi sui social network

NapoliSocial

Stilout, la startup napoletana che crea outfit completi per ogni occasione

“La piattaforma si propone di rivoluzionare le vendite on line del total look con prezzi low-cost e prodotti made in Italy”. L’intervista alla napoletana Fabrizia Grassi, fondatrice di Stilout

Qual è il punto di forza di Stilout?

“L’essere una proposta nuova e diversa che mira a una fascia di mercato ancora non satura (esplorata) e con ampio margine di penetrazione”.

Quali funzioni hanno le sezioni “Stilosa” e “Stilscout”? 

Stilosa è un blog dedicato a news, trend e aggiornamenti provenienti dal mondo della moda, comprensivo di gallery e prodotti consigliati. StilScout, come indica la parola, è la nostra sezione di “scouting”, creata ‘ad hoc’ per nuovi e giovani brand o designer di produzioni italiane all’interno della quale ciascuno dispone di una propria pagina dedicata, comprensiva di bio e prodotti correlati, nata appunto con l’obbiettivo di valorizzare e dare spazio al ‘Made in Italy’”.

Cosa ne pensi della fugura del/la fashion influncer che cerca di monetizzare il proprio business dispensando consigli di moda?

La nascita della figura dell’influencer è una conseguenza dei numerosi e rapidissimi cambiamenti che ha subito la nostra società negli ultimi dieci anni. In merito alla monetizzazione di questo business, non credo che le/gli influencer facciano nulla di nuovo rispetto a quello che si è sempre fatto, ovvero farsi pagare per dare visibilità ad un prodotto o capo di abbigliamento. Come ci insegna la pubblicità: “Più è in vista e più costa”. Con l’ingresso di Internet e ancor di più dei social media tutto è cambiato. Se prima si facevano investimenti ad alto budget (prendiamo ad esempio i “red carpet" o i personaggi più in vista che spesso vengono pagati per il capo che indossano in determinate circostanze) con tempi di ritorno lunghissimi, oggi è possibile investire meno con feedback più rapidi. Le ragazze, oggi, possono creare con la loro "immagine" un proprio network fidelizzato (attraverso i blog o i social) tramite like, commenti, conversioni e programmi di analisi, e questo offre la possibilità di ricevere feedback quasi immediati e con investimenti decisamente ridotti. Quindi perché no!”. 

Quanto è difficile emergere come startupper in Italia? All’estero è più facile?

“Ritengo che le procedure amministrative e fiscali italiane siano ancora troppo complesse, rigide e inutilmente complicate soprattutto per i giovani che, come me, vogliono iniziare una nuova attività. All’estero è molto più semplice, il paese da prendere come modello in questo senso è sicuramente l’Inghilterra: si pensi che per aprire una società nel Regno Unito ci vuole mezz’ora contro i nostri sei mesi (se tutto va bene!)”.

Cosa potrebbero fare le Istituzioni per supportare le nostre startup?

“Il vero problema per un giovane che vuole iniziare un’attività, è l’assenza totale di credito bancario. Solo chi ha la possibilità di fornire garanzie reali come case di proprietà, titoli di deposito, ecc, quindi solo chi vive una condizione privilegiata, vi ha accesso. Alla luce di questo le Istituzioni dovrebbero intervenire per fornire a tutti le stesse possibilità. Altro problema sono i bandi pubblici: sono pochi, troppo lunghi e articolati, in sostanza del tutto sconnessi dal mercato attuale con tempi rapidissimi che accelereranno sempre di più nei prossimi anni. In Italia abbiamo il più alto tasso di disoccupazione giovanile della storia: al Sud sono più del doppio delle media UE. E’ assurdo pensare che la gran parte dei giovani di oggi sono preparati, aggiornati, specializzati e con esperienze all’estero, ma hanno difficoltà a trovare lavoro. L’Italia dovrebbe prendere esempio dagli Stati Uniti dove si punta sui sogni e sui progetti dei giovani. Non è un caso che tra le più grandi società del mondo troviamo Apple, Google, Microsoft e Facebook, tutte nate da idee di giovani come noi. Forse se i fondatori di queste società fossero nati in Italia con le stesse idee (all'epoca startup), oggi non figurerebbero in questa classifica”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stilout, la startup napoletana che crea outfit completi per ogni occasione

NapoliToday è in caricamento