Che rapporto hai con le agenzie di viaggio?

"Le agenzie di viaggio ci inviano tanti clienti, e noi forniamo la migliore assistenza possibile. Sono i nostri alleati sul territorio, e sono felice di vedere come, a differenza di quello che si dice, molte agenzie riescano a fornire un ottimo servizio ai turisti nonostante la grande concorrenza sul web".

Hai viaggiato tanto. Hai fatto l’Erasmus in Spagna, hai vissuto in Sud America per 4 anni. Come mai hai, poi, deciso di trasferirti proprio a New York?Cosa ti ha fatto innamorare di questa città?

"Sono anche io vittima di quel fascino che avvolge New York sin dagli inizi del XX secolo.. "il sogno americano". Mi piace quel senso di sfida che trasmettono i suoi grattacieli, le mille luci, la sensazione che tutto possa accadere, l’incredibile dinamismo delle sue strade. L’abbattimento del pregiudizio che si è troppo vecchi o troppo giovani per fare qualcosa. In questa città, in ogni momento e ad ogni età, possiamo stravolgere il nostro destino: è questo il messaggio che manda New York".

Quali differenze hai riscontrato del mondo del lavoro e nello stile di vita rispetto all’Italia?

"Non penso sia possibile fare nessun tipo di paragone. A New York non esiste disoccupazione, quindi non esiste quella depressione legata alla mancanza di lavoro e di opportunità. Dall’altro lato, però, è una città che ti stimola costantemente, e che, talvolta, ti mette alle corde, per questo ti senti continuamente obbligato a fare di più. Non c’è un attimo per riposarsi, si è sempre in movimento. New York è la città che non dorme mai. Per viverci devi adeguarti al suo ritmo".