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A cura di Redazione NapoliToday

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Come leggere le etichette alimentari: le 5 regole per non correre rischi

"Generalmente un prodotto di qualità viene valorizzato elencando le sue proprietà nutrizionali e pubblicizzando la natura e l'origine dei suoi ingredienti". L'intervista alla dott.ssa Pasqualina Miele

Spesso quando si fa la spesa ci si limita a selezionare gli alimenti in base al prezzo o alla marca più conosciuta. Ma per scegliere i prodotti migliori per la nostra salute questo non basta! Prima di acquistare bisogna leggere con attentenzione le etichette alimentari, strumento fondamentale per orientarci tra gli affollatissimi scaffali dei supermercati. Saper leggere correttamente le etichette degli alimenti ci fornisce, infatti, una corretta informazione sulle reali caratteristiche del prodotto e sulla sua qualità in funzione al prezzo, aiutandoci quindi ad impostare una sana alimentazione. Le etichette saranno differenti in base alla tipologia di prodotto:

  • Sfusi, senza alcuna confezione (frutta, ortaggi, gastronomia ecc.); le indicazioni sono affisse sul recipiente di vendita.
  • Preincartati, confezionati sul luogo di vendita al momento o poco prima dell'acquisto (pane, carne fresca, formaggi, salumi ecc.); sulle etichette devono presentare obbligatoriamente qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico che provochi allergie o intolleranze presente nel prodotto.
  • Preconfezionati, venduti in confezioni già applicate dal produttore e in cui l'alimento rimane fino al momento del consumo senza subire alterazioni. Sono quelli più diffusi e anche i più soggetti a restrizioni normative.

Dal 5 aprile 2018 sarà applicabile in Italia l'obbligo di indicare sull'etichetta dei prodotti alimentari la sede e l'indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento. 

NapoliToday ha chiesto alla dott.ssa Pasqualina Miele, esperta in nutrizione pediatrica, sportiva, clinica, cosa cambierà con questa normativa e quali sono le regole per orientarsi tra gli scaffali di un supermercato.

Secondo lei, questo nuovo obbligo renderà più facile fare una spesa sicura?

“Con il nuovo decreto legislativo n. 145/2017 torna in Italia l’obbligo di indicare in etichetta sui prodotti alimentari la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o se diverso, di confezionamento al fine di garantire, oltre ad una corretta e completa informazione al consumatore finale, una migliore ed immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e una più efficace tutela della salute e sicurezza alimentare. La norma è entrata in vigore dal 22 ottobre 2017, ma sarà definitivamente applicabile dal 5 aprile 2018. Si tratta di un grande ritorno: l’obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma è stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare con l’entrata in vigore del Reg. UE n. 1169/2011. La normativa europea si limitava a imporre l’obbligo di indicare solo il responsabile legale del marchio, che non serve a identificare esattamente la fabbrica nella quale è stato elaborato il prodotto. Per la legge UE l’indicazione della fabbrica era facoltativa, quindi molte aziende non più costrette a fornire questa indicazione, si erano affrettate a eliminarla dai prodotti commercializzati con il loro marchio”.

Cosa deve citare per legge l’etichetta di un prodotto preconfezionato?

“Denominazione di vendita; Elenco degli ingredienti; Termine minimo di conservazione o data di scadenza; Nome, ragione sociale o marchio depositato, e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore residente nella UE; Sede dello stabilimento; Quantità netta o quantità nominale di produzione o confezionamento; Titolo alcolometrico volumico effettivo per le bevande aventi un contenuto alcolico >1,2%; Lotto di appartenenza; Modalità di conservazione ed eventualmente utilizzo; Quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti oppure se ne è presente uno caratterizzante. Inoltre, secondo il Regolamento UE 1169/2011, devono essere riportati obbligatoriamente anche: Qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico ancora presente nel prodotto (come nei preincartati) che provochi allergie o intolleranze; Paese di origine e luogo di provenienza; La dichiarazione nutrizionale, che deve riportare le seguenti diciture: il valore energetico, la quantità di determinati nutrienti che rientrano nella composizione, i lipidi, i grassi saturi, nonché una dicitura specifica per zucchero e sale”.

Le etichette sono fondamentali ma non sempre chiare. Quali sono le regole per leggere correttamente queste etichette?

  • PRIMA REGOLA: ETICHETTE RICCHE DI INDICAZIONI ALIMENTARI SONO SINONIMO DI QUALITÀ DEL PRODOTTO. Tante più indicazioni sono presenti sull'etichetta e tanto migliore sarà il giudizio alimentare su quel determinato prodotto. Generalmente, un prodotto di qualità viene valorizzato elencando le sue proprietà nutrizionali e pubblicizzando la natura e l'origine dei suoi ingredienti. Per esempio la dicitura "olio extra vergine di oliva di prima spremitura " anziché "olio di oliva" valorizza il prodotto, perché specifica una caratteristica ben precisa di un suo ingrediente.
  • SECONDA REGOLA: GLI INGREDIENTI SONO INDICATI PER ORDINE DECRESCENTE DI QUANTITÀ. L'ordine con cui gli ingredienti appaiono in etichetta non è casuale, ma è regolato per legge. In particolare i vari componenti devono comparire in ordine decrescente di quantità. Significa che il primo ingrediente dell'elenco è più abbondante del secondo, che a sua volta è più abbondante del terzo e così via. Pertanto, controllando l'ordine degli ingredienti di due prodotti simili possiamo farci un'idea su quale dei due sia qualitativamente migliore. Se per esempio nell'etichetta alimentare di due biscotti l'ordine di olio extra vergine di oliva e margarina è invertito è meglio scegliere quel prodotto in cui l'olio extra vergine di oliva compare per primo.
  • TERZA REGOLA: CONTROLLARE IL PESO NETTO/SGOCCIOLATO DELL'ALIMENTO. Accade spesso che il consumatore sia tratto in inganno dalle dimensioni delle confezioni. Prendiamo per esempio due tavolette di cioccolato delle stesse dimensioni. La prima costa 1 euro ed è spessa 1 cm (100 grammi), mentre la seconda costa 0,90 € ed è spessa 0,6 cm (60 grammi). Se il consumatore sceglie il cioccolato in base alla dimensione della confezione sarà portato ad acquistare il secondo prodotto, ignaro della differenza di peso dei due alimenti.
  • QUARTA REGOLA: NON FARE TROPPO AFFIDAMENTO ALL'IMMAGINE RIPORTATA IN CONFEZIONE. Come riportato (anche se con il vecchio trucco dei caratteri minuscoli) sull'etichetta alimentare, l'immagine illustrativa sulla confezione ha il solo scopo di richiamare l'attenzione del consumatore e non è necessariamente legata all'aspetto reale del prodotto. Allo stesso tempo è bene verificare l'integrità della confezione accertandosi che non presenti segni di danno o rigonfiamenti.
  • QUINTA REGOLA: NON FIDARSI DELLA SCRITTA PROMOZIONALE "SENZA ZUCCHERO", ma leggere attentamente le etichette. Se tra gli ingredienti compare una delle seguenti diciture "sciroppo di glucosio" "sciroppo di fruttosio" "maltosio" "amido di mais" "sciroppo di cereali" , l'alimento contiene indirettamente dello zucchero. Queste sostanze infatti hanno un alto indice glicemico che le rende del tutto simili al saccarosio".

Cosa sono gli additivi e quanto incidono sulla qualità del prodotto?

"Quando si va al supermercato bisogna Preferire alimenti con un basso contenuto di additivi. Preferite i cibi freschi, evitate i cibi precotti e confezionati nei quali l'uso di additivi è spesso importante. Riscoprite la cucina tradizionale, utilizzando ingredienti naturali di prima qualità. Gli additivi alimentari sono sostanze che vengono aggiunte al cibo per migliorarne alcune caratteristiche come: tempo di conservazione (conservanti); aspetto o colore (coloranti); sapore, correttori di acidità, etc.). Gli additivi alimentati non hanno alcun valore nutrizionale e non sono sempre così innocui come vorrebbero farci credere. Il loro impiego è regolamentato a livello nazionale e comunitario e sulle etichette vengono spesso indicati con la lettera E seguita da un numero. La lettera E indica che l'additivo in questione è permesso in tutti i Paesi dell'Unione Europea mentre il numero che segue ne definisce la categoria di appartenenza. I Coloranti (da E100 ad E199) donano all'alimento una particolare colorazione migliorandone l'aspetto. I Conservanti (da E200 ad E299) impediscono lo sviluppo di batteri, lieviti e muffe, aumentando la conservabilità dell'alimento e rallentandone il processo deterioramento. Gli Antiossidanti (da E300 ad E322) evitano il l'ossidazione dell'alimento impedendo che il suo colore cambi o si scurisca. I Correttori di acidità (da E325 ad E385) donano all'alimento un gusto acidulo. Gli Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (da E400 ad E495) migliorano la consistenza del cibo, aumentando l'aggregazione degli ingredienti che altrimenti tenderebbero a separarsi. Gli aromi donano agli alimenti specifici odori e sapori. La legge italiana prevede la loro indicazione in etichetta con il termine generico di “aromi”. Possono essere naturali o artificiali. Nella prima categoria rientrano alimenti come aceto, limone, zucchero e derivati, alcol, olio, sale. Spesso, l'uso massiccio di additivi sottolinea la scarsa qualità dell'alimento, dato che in molti casi queste sostanze vengono usate per mascherare l'assenza di alcuni ingredienti troppo costosi o per compensare la scarsa qualità delle materie prime”.

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