rotate-mobile
Lo sapevi?

Lo sapevi?

A cura di Laura Bufano

La radio? Gode di ottima salute

Venerdì 20 marzo alle 14.00 tutte le radio in contemporanea trasmetteranno l’Inno di Mameli per vivere insieme un momento di riflessione

Lo sapevi che la radio ha più di 90 anni? Non li dimostra perché è riuscita a reinventarsi nonostante tutto: debutto, successo, cadute, riprese, controllata e libera, come ogni storia anche quella della radio è fatta di cambiamenti ed ancora oggi è viva e gode ottima salute.

La radiofonia civile nasce dall’esperienza maturata nella Prima Guerra Mondiale, quando gli apparecchi radio furono utilizzati per le comunicazioni tra il fronte e le retrovie. Circa novant’anni fa da “Radio Roma” fu diffuso  un concerto di musica classica, prima trasmissione radiofonica, per pochi intimi. Poco dopo anche Milano, nel 1925, e Napoli, nel 1926, avevano gli studi URI (Unione Radiofonica Italiana) prima società che trasmetteva in regime di monopolio e sotto il controllo del governo. Nel 1930, in Italia, gli abbonati non raggiungevano il numero di 100.000, nel ’34 salirono a 350.000 e tra il 1937 e il 1938 gli apparecchi radio raggiunsero il milione: la radio rappresentava il rimo mezzo di comunicazione di massa.

Il 7 marzo 1963 viene inaugurato il Centro di Produzione RF-TV di via Marconi, presso la Mostra  d’Oltremare. Ottobre 1975, nascono le radio libere o private o radio indipendenti. Negli anni ’90 nascono i “network”, la versione nazionale delle radio libere, in grado di coprire l’intero territorio nazionale con una programmazione indipendente ed ancor più libera ed alternativa a quella della radio di stato. In quel periodo sono nate radio come “Radio Dee Jay” che hanno rivoluzionato il linguaggio radiofonico e che continuano a farlo ancora oggi. La connotazione culturale della radio è sensibilmente ridotta, mentre è molto più presente la dimensione intrattenitiva. Lo spazio destinato alla “parola” in radio, salvo rare eccezioni, è sempre più esiguo in favore di una comunicazione più veloce. Le persone chiedono alla radio un po’ di spensieratezza, di leggerezza, di “compagnia”, in un periodo storico decisamente non facile e la radio riesce meglio della televisione a farlo. Ogni radio ha una sua vocazione ed un suo pubblico. Ci sono radio che parlano ai giovani con una programmazione musicale dedicata, altre che si rivolgono agli appassionati di un certo tipo di genere musicale come la musica dance o la musica classica e altre che prediligono l’informazione. Possiamo dire: ”Dimmi che radio ascolti e ti dirò chi sei”. La radio è per tutti, senza distinzione di classe sociale, istruzione o professione.

Perché si deve ascoltare la radio? Perché nessun altro mezzo di comunicazione, come la radio, permette di divertirsi, di sognare, di rilassarsi o di essere informati continuando a fare ciò che si sta facendo.

Lunga vita alla radio.

Si parla di

La radio? Gode di ottima salute

NapoliToday è in caricamento