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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Lo sapevi?

Lo sapevi?

A cura di Laura Bufano

La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Il fermento artistico e culturale di questi ultimi anni lo potremo intravedere dalle interviste che verranno fatte a: scrittori, poeti, pittori, fotografi, cantanti, musicisti, stilisti, scultori, attori, registi noti ed emergenti, uomini e donne che con la loro spiccata sensibilità avvertono più profondamente i nostri tempi. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre. La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre.

Lo sapevi?

#Resistenzaculturale, l'intervista a Franco Nappi

La chiacchierata con il poliedrico giovane attore che ha una vera e propria azienda per le rappresentazioni teatrali

Per #Resistenzaculturale l'intervista a Franco Nappi, poliedrico giovane attore che ha una vera e propria azienda per le rappresentazioni teatrali. Idee, organizzazione e realizzazione.

Nel 2012, un esperimento teatrale organizzato prevalentemente da giovani lauretani (Lauro prov. Di Avellino) riceve buoni esiti, sicché nel 2014 viene costituita una srls che si avvale della collaborazione di storici, antropologi, storici dell’arte, costumisti …per concepire spettacoli filologicamente corretti. Franco ti chiedo: perché spettacoli prevalentemente di rievocazione storica?

"In realtà abbiamo cominciato sfruttando le potenzialità del nostro territorio e la miniera di storie da raccontare al nostro pubblico. Abbiamo fatto quel che si cerca sempre di fare nel nostro mestiere: ci siamo guardati intorno e abbiamo raccontato le storie che ci venivano suggerite da quel che ci suggeriva il contesto in cui operavamo. Abbiamo avuto la fortuna di poter fare le nostre prime esperienze al Castello Lancellotti di Lauro collaborando con l’associazione Pro Lauro e da lì è cominciato tutto. Non siamo e non siamo mai stati rievocatori, ma ci è sempre interessata l’idea di raccontare la storia attraverso il punto di vista dei protagonisti, più o meno noti. È stata un’esperienza molto formativa, che ancora spesso ripetiamo. Già nel 2014 ci eravamo allargati verso altri orizzonti, producendo spettacoli originali e adattamenti di classici da portare in scena in luoghi non teatrali seguendo una filosofia semplice: utilizzare i luoghi come fossero dei veri e propri protagonisti, vivi e pulsanti, della nostra narrazione e coinvolgere il pubblico nelle nostre messe in scena, dal punto di vista emotivo e, quando possibile, fisico".

Quella del Demiurgo è una bella realtà artistica, che porta le rappresentazioni teatrali anche in luoghi non soliti: borghi, grotte, castelli, boschi, regge, scavi archeologici… che tu definisci il nostro habitat naturale. Perché?

"Nella nostra filosofia i luoghi non teatrali rappresentano un’opportunità: ci consentono di sperimentare cose nuove e raccontare esperienze diverse: usare il borgo di Civita di Bagnoregio, la Reggia di Caserta o l’anfiteatro Campano come location di Romeo e Giulietta ci ha permesso di interagire con luoghi incredibilmente diversi e ci ha dato la possibilità di esplorare a pieno le potenzialità dello spettacolo. Raccontare per anni Omero, primo con Ulisse e poi l’Iliade alle Grotte di Pertosa e al Museo del Sottosuolo ci ha consentito di usare la suggestione del sottosuolo restituendola al pubblico sotto forma di emozioni, e poi i castelli, i parchi… l’elenco sarebbe lunghissimo ma quel che accomuna l’esperienza è sempre lo stesso concetto: riuscire a usare i luoghi non come ammassi di pietre e rocce in cui incastrare spettacoli alla men peggio ma cattedrali di sogni e incubi da cui trarre emozioni".

La vostra identità artistica si basa prevalentemente su alcuni punti che riassumerei in uno centrale: Emozione. Le emozioni positive provocano una serie a catena di effetti positivi, secondo te quali?

"Il nostro obiettivo è entrare in empatia col pubblico, non limitarci a raccontar loro storie, ma trascinarli nei nostri giochi, farli partecipare alle nostre emozioni. Quel che abbiamo potuto constatare è che le emozioni passano per osmosi: da noi al pubblico e viceversa. E allora tanto vale esplorarle e fare i conti con la loro esistenza e la loro potenza".

La Demiurgo Shakespeare Company ce ne parli?

"Con gli anni ci siamo specializzati nella messa in scena di classici riadattati al nostro modo di fare teatro. Dal 2016 abbiamo cominciato un lavoro diverso che ha cambiato molte cose dal punto div ista della nostra struttura: innanzitutto abbiamo cominciato a direzionare i nostri sforzi anche verso strutture convenzionali, che all’inizio non consideravamo parte della nostra mission, che consisteva proprio nel realizzare spettacoli teatrali in luoghi on teatrali portando il teatro a chi a teatro non aveva intenzione di andare. Abbiamo fatto parte delle prime stagioni, vinto i primi premi (in ordine di tempo l’ultimo è arrivato lo scorso anno con la vittoria di Nuove Sensibilità 2.0 che ci ha consentito di calcare il palco del Teatro Nuovo sotto l’egida del Teatro Pubblico Campano) e in questo turbinio di novità nasce l’idea della Demiurgo Shakespeare Company: un segmento del Demiurgo dedicato allo studio e alla messa in scena di classici Shakespeariani che costituisce il primo esempio italiano di compagnia Shakespeariana specializzata esclusivamente in messe in scena in luoghi non teatrali. L’esperimento è stato proficuo, e ci ha consentito di viaggiare tra borghi, regge, ville e castelli tra Campania e Lazio con Romeo e Giulietta, Il Mercante di Venezia, Riccardo III… Questa estate ci sarà una sorta di naturale evoluzione del progetto: la prime edizione dello Shakespeare’sSummerDream, un festival itinerante di spettacoli ed eventi dedicato al Bardo, che esordirà al Castello Lancellotti di Lauro il giorno 11 Luglio, con Riccardo III e avrà un calendario che ci consentirà di muoverci in alcuni dei luoghi più belli e suggestivi della Campania".

Molto attuale ed intelligente la logica inclusiva della quale vi avvalete per le collaborazioni nei vostri progetti. Da cosa nasce questa scelta lavorativa interessante e che crea indotto?

"Abbiamo sempre preferito una logica inclusiva a una logica esclusiva, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista imprenditoriale: è stato fondamentale nella nostra crescita. Collaboriamo con tantissimi artisti, con tante altre case di produzione, insomma ci confrontiamo col Mondo che ci circonda e di cui facciamo parte. Anche dal punto di vista imprenditoriale la politica è la medesima: proviamo a coinvolgere altri imprenditori di settori completamente diversi, cerchiamo di lavorare sul concetto dell’esperienzialità, per cui tendiamo a far vivere esperienze diverse ai nostri spettatori includendo nelle nostre proposte partenariati con strutture di ricezione turistica, realtà enogastronomiche, guide turistiche… insomma ci piace creare un rapporto di collaborazione con le stakeholders locali ogni volta che lavoriamo in un luogo, perché crediamo in una collaborazione virtuosa tra realtà diverse e perché vogliamo che il nostro pubblico possa portare a casa esperienze sempre nuove".

Cito un vostro obiettivo :“Il Demiurgo, in fondo, è proprio questo per noi: lo strumento con cui, dal mondo ideale, i nostri sogni vengono plasmati all’interno della realtà”. Qual è il vostro mondo ideale?

"Il Mondo ideale è difficile anche solo da immaginare. Non saprei dire come vorrei che fosse. Ma so come proviamo a realizzarlo: mescolando ogni giorno rabbia e passione, sogni e follia, facendo ogni giorno la cosa più seria che esista al Mondo: giocare".

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