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Lo sapevi?

Lo sapevi?

A cura di Laura Bufano

La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Il fermento artistico e culturale di questi ultimi anni lo potremo intravedere dalle interviste che verranno fatte a: scrittori, poeti, pittori, fotografi, cantanti, musicisti, stilisti, scultori, attori, registi noti ed emergenti, uomini e donne che con la loro spiccata sensibilità avvertono più profondamente i nostri tempi. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre. La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre.

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Se vuoi a tutti i costi il potere, sei Macbeth!

A Castel dell'Ovo in scena “All Hail Macbeth”. Drammaturgia e regia di Lorenzo De Santis

Castel dell'Ovo, Sala Italia, il palco, Macbeth al centro  della scena e tre simboli che caratterizzano la sua vicenda: un trono, una corona, una spada. Si tratta di “All Hail Macbeth” di cui Lorenzo De Santis ha curato la drammaturgia e la regia. Shakespeare, nelle sue opere, disegna l’intera gamma delle passioni umane e ci chiama ad interrogare noi stessi senza però proporci soluzioni. Il tema principale della tragedia è l’Ambizione, ma si parla anche di Bene e Male, Destino e Libero Arbitrio…

Tre streghe muovono la trama.

Siamo nel Medioevo in Scozia, Macbeth e Banquo, suo amico, sono due generali del re Duncan. Di ritorno da una battaglia incontrano tre streghe che predicono il loro futuro. La profezia rivela a Macbeth che diventerà prima signore di Cawdor  e successivamente re di Scozia.  Le scelte di Macbeth saranno condizionate dall’oracolo  e alimenteranno la sua sfrenata ambizione di potere. Lady Macbeth progetta di assassinare il re e il nostro, succube della perfida moglie, decide di commettere il regicidio. La conseguenza di quell’atto è un senso di colpa che farà avere al nostro un grave crollo psicologico. C’è però un altro ostacolo, Banquo che, secondo la profezia delle streghe, potrebbe generare una stirpe reale.  Macbeth decide di far uccidere da dei sicari anche l’amico. La sera dell’omicidio ci sarà un banchetto e Macbeth vede Il fantasma di Banquo. lo vede solo Macbeth e il suo già fragile equilibrio psichico subirà un vero crollo. Lady Macbeth non regge alla colpa dei tanti crimini commessi e si suicida. Macbeth chiede alle streghe una nuova profezia. Ci sarà uno scontro finale con Macduff,  che vuole detronizzare Macbeth a favore  di Malcom, figlio del re. L’oracolo delle streghe per  cui “nessun uomo nato da una donna potrà sconfiggerlo” porterà Macbeth in uno scontro con Macduff che riserva però una sorpresa: Macduff è nato con taglio cesareo. 

Ebbene, Franco Nappi è solo in scena a raccontarci Macbeth, le sue colpe, il suo tormento, le sue domande, consapevole che “le torture della mente sono molto peggio di quelle del corpo”. Usa, per una esigenza espressiva dei simbolismi: Cattivo e Buono -  Bene e Male, “non ho mai visto una giornata così bella e brutta insieme. “Bello è il brutto e brutto è il bello”: è il Male, il sovvertimento della realtà. Fato e Libero Arbitrio, possiamo forgiare il Fato o è il caso  a determinarlo? Il sonno, Macbeth ha  fatto del male e ha ucciso il sonno, balsamo delle umane fatiche. Il sangue che simboleggia l’omicidio e la colpa. C’è tutto questo nell’ intensa interpretazione di Franco Nappi, in suo aiuto solo le luci e l’audio davvero efficaci, e una domanda su tutte: Cosa è disposto a fare un uomo per un istante di onnipotenza?  

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