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Redazione

La Festa dell'Immacolata è nata a Napoli: il racconto

Amedeo Colella spiega perché il dogma cattolico della verginità di Maria è legato al capoluogo partenopeo

Oggi è la festa della Immacolata concezione, ovvero il concepimento immacolato di Maria, la mamma di Cristo. Attenzione, molti fanno un errore: oggi non si celebra il fatto che Gesù fu concepito da Maria pur rimanendo Vergine (il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria).

La “concezione” di oggi non è quella di Gesù, ma è quella di Maria stessa. È un po’ complessa la vicenda, ma è così! Scusa, fatti i conti, se l’8 settembre è la data di nascita della Madonna, nove mesi prima, oggi, 8 dicembre, Maria fu concepita. E questa concezione fu immacolata. Ora è un po’ più chiaro?

Il dogma

La cosa che forse non tutti sanno che il dogma della Immacolata Concezione di Maria, proclamato da Pio IX nel 1954 ebbe la sua genesi a Napoli. Ora lo so che direte che io riconduco tutto a Napoli, ma è così. La storia è nota, vediamola. Dopo i moti rivoluzionari del 1848 (‘mo succede ‘o quarantotto) Papa Pio IX lasciò Roma, diretto a Napoli. Nacque la cosiddetta Repubblica Romana, la repubblica diretta da Mazzini, Saffi e Armellini. Il papa a Napoli fu accolto a braccia aperte da Ferdinando II, che lo ospitò per quasi un anno e mezzo nella Reggia di Portici.

Durante questo tempo fece il suo primo viaggio in treno (embè, certo noi avevamo la prima ferrovia in Italia) e visitò le officine di Pietrarsa. Ma soprattutto il Papa si recava quasi quotidianamente alla Chiesa del Gesù Vecchio, a Via Paladino. E il resto è noto… ammirando da vicino la Madonna di Don Placido Baccher, quella che è sulla sommità dell’altare, “trasse celeste impulso” per scrivere il Dogma della Immacolata Concezione. Tornato a Roma, dopo la fine della Repubblica romana, l'8 dicembre 1854 emanò la bolla papale Ineffabilis Deus, che sancì definitivamente il dogma della concezione Immacolata di Maria, ovvero il fatto che la Vergine era stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento.

I pompieri 

Oggi, per tradizione ormai secolare, per celebrare il dogma, i pompieri di Napoli vanno in Piazza del Gesù a deporre un mazzo di fiori nelle mani della Immacolata che è posta alla sommità della guglia. Una cerimonia emozionante. Un evento che non si può perdere. La guglia dell’Immacolata è la più giovane delle grandi guglie napoletane del centro antico, ma anche la più alta e più ricca. Un’esplosione di barocco interamente di marmo, ricca di ornamenti e fiori, cartigli e angioletti, volute e mensoloni. In cima all’obelisco, a 22 metri di altezza, svetta una statua in rame della Madonna adornata da angioletti che reggono i simboli dell’Immacolata Concezione.

La guglia dell’Immacolata, fu voluta dai gesuiti che fecero una sorta di colletta pubblica per realizzarla, oggi si direbbe un crowdfunding. Per questo motivo la guglia del Gesù appartiene alla Città di Napoli ed ecco perché sull'antica cancellata che circonda la base della guglia troviamo lo stemma cittadino; ed ecco anche perché all’omaggio dei Vigili del Fuoco partecipa il Sindaco di Napoli e anche l’Arcivescovo. L’abitudine di deporre il fascio di fiori l'8 dicembre nelle braccia dell’Immacolata, nacque a Roma quando nel 1857, Papa Pio IX inaugurò a Piazza di Spagna una colonna di marmo innalzata da ben 200 pompieri. Da allora tutti i papi che si sono succeduti fino ad oggi vanno a deporre la corona di fiori nelle braccia della Madonna. E la tradizione si estese a Napoli e da oltre un secolo il Corpo dei Pompieri di Napoli si occupa di deporre la corona di fiori nelle braccia dell’Immacolata di Piazza del Gesù. La procedura prevede che sia il Pompiere più “anziano” in servizio a portare l’omaggio floreale sulla guglia dell’Immacolata.

La gastronomia dell’Immacolata

Ma l’8 dicembre è anche un giorno di gastronomia. Oggi per tradizione si preparavano i primi roccocò, i dolci natalizi che le suore del Convento della Annunziata cominciavano a sfornare proprio oggi. L’aroma di ‘o pisto napulitano (l’insieme di spezie che comprende la cannella, la noce moscata, i chiodi di garofano e il coriandolo) si diffondeva in tutto il quartiere. Quindi direi di celebrare questa sana e antica abitudine acquistando il primo roccocò, ma attenzione… i roccocò sono i più grandi alleati dei dentisti napoletani . La parola roccocò (e anche lo stile artistico) viene da rocaille, che in francese è conchiglia. Andiamo a visitare il convento della Annunziata, convento noto soprattutto per la famosa ruota dei bambini abbandonati. E dopo la visita alla Annunziata di corsa a casa. Oggi c’è da preparare l’albero e il presepe… che fatica.

(Estratto da 'Napoli 365', il nuovo libro di Amedeo Colella)

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