Guerriglia urbana tra le strade di Napoli, una notte che non dimenticheremo
Il Covid non ci ha reso persone migliori
Quella che si sta chiudendo è stata una delle notti più brutte degli ultimi decenni per la città di Napoli. In duemila hanno manifestato contro il coprifuoco entrato in vigore dalle 23 e l'annunciato lockdown, sflando tra le strade del cento cittadino per poi confluire in via Santa Lucia, dove ha sede la Regione Campania. Purtroppo in piazza non c'erano solamente commercianti, partite iva e autonomi, sfiancati da decisioni che potrebbero portarli alla bancarotta, ma frange estremiste che hanno messo a ferro e a fuoco la città, incendiando cassonetti, lanciando pietre e colpendo con calci e pugni le automobili delle forze dell'ordine. Non si trattava solamente di moti di rabbia spontanei dettati dalla disperazione, ma sembrava esserci dietro (in alcune di queste azioni) un disegno pericoloso e da tenere in grande attenzione, di destabilizzazione dell'ordine costituito.
Mi sono chiesto, come tutti del resto in questi mesi, se il Covid ci avrebbe reso persone migliori, ebbene la risposta è assolutamente no. Le fazioni contrapposte appaiono ancora più divise e l'unità di intenti che si respirava in primavera quando d'improvviso Napoli sembrava diventata una città dall'aplomb teutonico è ormai solo un lontano e sbiadito ricordo. Il mondo politico locale ha le sue responsabilità. L'annuncio di oggi del lockdown da parte di De Luca (siamo ancora in attesa dell'ordinanza) è comprensibile e forse anche inevitabile da un punto di vista sanitario, al fine di contenere l'epidemia che ha raggiunto livelli record in Campania, con i posti letto negli ospedali che si assottigliano sempre di più, ma mi chiedo se sia davvero stato fatto il massimo per migliorare le strutture sanitarie campane in previsione della seconda ondata che ci ha investiti e travolti. Inoltre non si potevano coinvolgere le associazioni di settore nella ricerca di soluzioni alternative prima di annunciare il lockdown? Farlo come è successo, a "babbo morto", ha scatenato la disperazione e l'ira di categorie già storicamente tartassate.
Mi rivolgo infine al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sempre più presente nei salotti televisivi, a parlare della città, certo, ma mi chiedo: dov'è finito il sindaco della gente, il sindaco di strada? In questo momento più che mai Napoli ha bisogno di una guida forte e sicura che tenga a bada pericolosi rigurgiti antisociali.