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La buona novella

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A cura di Nicola Clemente

Patrizio Rispo: "Guarito dal cancro, ora sogno il cinema. Non ho ancora ricevuto le soddisfazioni che volevo"

Su Raffaele ed Un Posto al Sole: "I fan sono più gelosi di una moglie. Non immagino la fine di Raffaele nella soap, quando avverrà la subirò". L'intervista di NapoliToday a Patrizio Rispo

Patrizio Rispo, attore di teatro, cinema e televisione, è uno dei volti più amati di Un Posto al Sole. Raffaele Giordano, il personaggio che interpreta sin dalla prima puntata della soap napoletana, è ormai dal lontano 1996 entrato nel cuore degli spettatori, venendo considerato da tutti come "uno di famiglia".

Patrizio Rispo, partiamo proprio da Raffaele. Quali sono le ragioni per le quali il suo personaggio è così amato?
"E', un tramite, il Virgilio tra il pubblico e la soap. Lo sentono molto vicino. Quando incontrano i colleghi a volte non chiedono l'autografo a loro, ma chiedono a me di intercedere. Come se fossi molto vicino a loro. E tutta la serie è vita parallela e non fiction. Non sia mai dovessi mostrare atteggiamenti diversi..."

Come sta capitando ora con la potenziale nuova love story e con le discussioni con Ornella troppo vogliosa di carriera? I fan sui social sono sul piede di guerra...
"Si è scatenata la guerra, sono più gelosi di una moglie. Prendere in contropiede lo spettatore è bello per noi attori. Ma la morale di Raffaele è intoccabile e si farà perdonare. E' il portatore della morale sana".

-C'è una evoluzione che vorresti che seguisse Raffaele o come ti immagine la sua fine?
"E' come la morte, sai che arriverà, ma la subisci, ci convivi con quel pensiero. Poi dipenderà anche dalle scelte del pubblico e della serie in generale, dagli autori, quando si saranno stancati di me".

Come sta andando il Tucci's Pizzeria di conversazione, aperto da poco, altra grande passione di Raffaele sul set e di Patrizio Rispo nella vita di tutti i giorni?
"Ho sempre vissuto come se facessi dei film nella vita. Ho cambiati duemila lavori ma li facevo sempre da attore. Ho costruito il calesse in Australia e ho fatto il cavallaro, vendevo antiquariato e giocavo a fare il venditore, vendevo la roba di Resina a Porta Portese e facevo il magliaro. Ora con Tucci gioco a fare l'imprenditore, mi soddisfa perchè ha un sociale divertente, frequento persone che non avevo tempo di vedere".

Quali sono le specialità del ristorante e le tue in particolare?
"La pizzeria è fortissima, poi i fritti e la parte bistrot. La domenica cucino io stesso nel "Risporante". Faccio le ricette contenute nel mio libro, ragù, genovese, domenica farò i polipetti. Ho fatto i ravioli alla caprese. I piatti di casa mia per intenderci".

Cambiando argomento, di recente hai dovuto affrontare due tumori. Come ne sei uscito e quanto è stata importante la prevenzione?
"La prevenzione è stata fondamentale e ho avuto il coraggio di saperci convivere. Stavo per essere operato, poi è mancata la corrente e sono uscito dalla sala operatoria. L'ho visto come un segno di mia madre. Pensai alle conseguenze di tale operazione, mi spaventai. Consultai oncologi amici, che mi dissero che con la sorveglianza potevo conviverci e così feci, con controlli ogni sei mesi e poi miracolosamente è uscita questa macchina con ultrasuoni che mi ha evitato le conseguenze che avrei subito con l'operazione: incontinenza, impotenza. Cose pesanti per un uomo".

Progetti futuri e sogni nel cassetto da realizzare?
"Sono un sognatore e spesso riesco a realizzarli. Non sono ancora stato ripagato nel mio amore per il cinema. Era stata la molla che mi ha fatto fare questo lavoro e invece ancora non mi ha dato le soddisfazioni che volevo".

C'è un regista in particolare con il quale ti piacerebbe lavorare?
"Italiani tantissimi, Sorrentino, De Angelis. Ai David è stato un trionfo per la Campania. Ne parleremo anche il 14 maggio in un confronto sul cinema campano".

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