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L'Oro di Napoli

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A cura di Redazione NapoliToday

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Il significato delle 8 opere del Parco dei murales di Ponticelli

Il Parco, scelto come location d’eccezione per le riprese di “Gomorra”, custodisce otto grandi opere di diversi street artist italiani. NapoliToday vi accompagna in tour alla scoperta del loro significato

Il Parco dei Murales (o Parco Merola) di Ponticelli quartiere nella zona orientale di Napoli, è un progetto di creatività urbana, tra riqualificazione artistica e rigenerazione sociale, ideato, prodotto e coordinato da INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana. Scelto come location d’eccezione per le riprese delle serie tv “Gomorra” e “Sirene”, custodisce ben 8 grandi e meravigliose opere di diversi street artist italiani. NapoliToday vi accompagna in tour alla scoperta del loro significato e degli artisti che le hanno realizzate.

Per approfondire le opere è possibile anche scaricare sul proprio smartphone ITGuides, una app di audioguide multimediali tutta napoletana che racconta la street art partenopea (e non solo) attraverso due modalità innovative: la voce dei bambini e il linguaggio dei segni.

AEL. TUTT’EGUAL SONG’E CRIATURE

“Ael. Tutt’egual song’e criature” è la prima opera realizzata dallo street artist napoletano Jorit AGOch nel Parco dei Murales, come dono al territorio di Napoli Est per celebrare la Giornata Internazionale dei Rom, Sinti e Caminanti che ricorre ogni anno l’8 aprile. L’opera, disegnata su un palazzo di venti metri in via Merola, rappresenta il viso di Ael, una bambina rom realmente esistente, che sorride timidamente dall’alto, simbolo di accoglienza e integrazione. “La Zingarrella, come è stata soprannominata affettuosamente dagli abitanti del quartiere - si legge sul sito ufficiale del Parco -, è consapevole che il suo futuro potrà essere migliore se accompagnato dall’istruzione scolastica; per questo alla base del suo volto compare una pila di libri. E la sua lotta, come quella di tutti i figli di migranti, è incisa sulla pelle: il segno del “rito pittorico”, tipico dell’arte di Jorit, significa appartenenza, un richiamo per ricordare a noi tutti che siamo parte di una sola e millenaria tribù”.

Tutt’egual song’e criature-3

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