Palazzo Cellammare

Il nobiliare Palazzo Cellammare (detto anche Palazzo Francavilla), svetta su via Filangieri e via Chiaia con due facciate differenti e con il portale di ingresso progettato nel 1726 da Ferdinando Fuga. Da via Chiaia appare come un palazzo fortificato con il mezzanino a scarpata in bugnato liscio, mentre la facciata su via Filangieri è concepita come un prospetto di un palazzo nobiliare del Settecento. Fu costruito all’inizio del XVI secolo per volere dell'abate di Sant'Angelo di Atella Giovanni Francesco Carafa; suo nipote, che lo ereditò, lo fece restaurare secondo il gusto cinquecentesco. Assalito dal popolo durante la rivolta di Masaniello, fu anche un lazzaretto durante l’epidemia di peste del 1656. Nel 1689 l'edificio divenne di proprietà dello Stato, ma pochi anni dopo fu acquistato dal duca genovese Antonio Giudice, principe di Cellamare e duca di Giovinazzo. Fu poi dimora del principe di Francavilla Michele Imperiali, che era solito organizzare grandi ricevimenti nel palazzo e nel casino di caccia al Chiatamone. Sotto il Palazzo, le cave di tufo scavate per costruire l’edificio hanno ospitato dalla fine degli anni '40 l’enorme “cine-teatro Metropolitan” (quello attivo oggi è invece stato riaperto negli anni Duemila dopo molti anni di chiusura). Tanti sono stati i personaggi illustri ospitati nel Palazzo dalla sua costruzione: tra questi, Giacomo Casanova, Goethe e Torquato Tasso, oltre a essere stato l’ultima dimora napoletana di Caravaggio, prima della sua partenza per Porto Ercole, dove morì.

Dove: Via Chiaia, 139