Il Sistema Sanità, come il cinema racconta la forza dirompente del riscatto del Rione Sanità
Il docufilm on demand su Sky Arte ripercorre il lavoro fatto in 15 anni dalle realtà associative attive nel Rione che hanno dato vita a un sistema di sviluppo culturale e di rigenerazione urbana
“Costruire un’alternativa alla fuga, o peggio alla delinquenza, fatta di lavoro, cultura e bellezza. Al centro un sistema circolare e corale di Associazioni guidate da Don Antonio Loffredo” così l’equipe di Upside Production spiega l’essenza de Il Sistema Sanità, le pietre scartate, il docufilm di Andrea De Rosa e Mario Pistolese visibile on demand su Sky Arte che racconta il riscatto del Rione Sanità grazie alla rete di associazioni nate per merito dell’intuizione di Don Antonio Loffredo con il supporto di Ernesto Albanese de L’altra Napoli Onlus.
Oscillando tra il documentario e la narrazione teatrale fatta in prima persona che rappresentano le storie del quartiere, Il Sistema Sanità, le pietre scartate fotografa con molta cura le vicende di persone che sono state coinvolte in questa trasformazione del Rione Sanità considerato per molti un ghetto ma che grazie all’intervento di realtà associative sorte in questi anni è considerato un nuovo fervente polo culturale capace di attirare turisti e artisti, generando lavoro.
Storia di un documentario nato all’interno del Rione Sanità
Il Sistema Sanità, le pietre scartate è un documentario che nasce all’interno del Rione Sanità: Andrea De Rosa e molte delle persone di Upside production che hanno lavorato alla realizzazione del film sono parte attiva di questo cambiamento lavorando a uno dei progetti culturali nati nel Rione, Apogeo Records, uno studio di registrazione e produzione musicale e la colonna sonora presente nel docufilm è fatta dai musicisti prodotti da Apogeo.
Il docufilm è un’analisi minuziosa del lavoro fatto in questi 15 anni che ha visto in Don Loffredo il motore nel dare vita a questa straordinaria opera di riqualificazione urbana e rinascita sociale. Don Antonio è andato ben oltre allo sviluppo di un quartiere conosciuto solo per le faide di camorra: il parroco ha fatto viaggiare e studiare molti dei ragazzi inizialmente senza prospettive. Proprio quei ragazzi che da pietre scalfite sono diventati gioielli hanno scelto di non scappare, ma hanno deciso di restare per continuare a riscattare il quartiere e coloro che ci abitano.
Intervista ad Andrea De Rosa
Accanto alle realtà più note come Catacombe di San Gennaro, La Paranza, Nuovo Teatro Sanità, Casa dei Cristallini, ne Il Sistema Sanità raccontate anche quelle meno conosciute che comunque hanno dato opportunità ha numerose persone. Come è nata l’idea di realizzarlo?
“La bellezza di questo meccanismo meraviglioso che si è innescato al Rione Sanità, ha da subito stuzzicato in noi il desiderio e forse la necessità, di raccontare quanto stava accadendo attorno a noi. Io “nacqui” come direbbe Totò cantautore e quindi la passione per la scrittura e per le belle storie l’ho sempre avuta. Quando nel 2016 ad Apogeo Records abbiamo aggiunto Upside production, con la quale iniziavamo a lavorare stabilmente non solo a tutto ciò che è musica ma anche alle immagini, ci siamo trovati spesso nelle condizioni di dirci: il più bel film è quello che sta accadendo attorno a noi. Così iniziai a scrivere le prime bozze del trattamento de Il Sistema Sanità. Poi nel 2018 abbiamo presentato il progetto ad un bando che sembrava perfetto: il social film fund che indetto da Fondazione CON IL SUD e Apulia Film Commission avrebbe individuato 10 progetti tra documentari e cortometraggi sviluppati da società di produzione ed enti del terzo settore. Siamo riusciti ad entrare nella rosa dei selezionati e così eccoci qui. Poi è arrivata l’occasione di firmare la distribuzione di SKY ARTE, da tempo attenta e sensibile a quanto sta accadendo di bello a Napoli. Per noi è davvero un piccolo sogno che si realizza.”
Tra cinema e tv anche l’audiovisivo sta accendendo l’attenzione verso il Rione Sanità. Da cosa dipende?
“Il rione sanità è uno dei laboratori sociali più interessanti d’Europa e ha delle dinamiche basate su principi di sussidiarietà ed economia circolare che hanno dell’incredibile. La forza del fare Comunità e impresa sostenibile alla Sanità, sta insegnando che non solo si può vivere in un circuito economico differente e più a misura di persona, ma anche che forse queste modalità sono decisamente più efficaci. Prima la letteratura, poi la stampa ed ora il cinema sembrano iniziare a comprendere la forza dirompente di un Sistema che può essere replicato anche in altri contesti.”
Con sensibilità si affrontano storie delicate che lanciano molti messaggi. Tra questi c’è anche l’inclusione grazie all’arte e alla musica ed è ben raccontata nella scena con i piccoli della Sanità Ensemble. La testimonianza del bimbo violinista che con i suoi occhi intelligenti, senza filtri, descrive il quartiere e l’importanza che la musica ha per lui, rende l’idea del miracolo di cui parlate…
“ ‘La bellezza salverà il mondo!’ Questa bellissima frase estratta dal famoso romanzo di Dostoevski, è una delle cose che da quando sono arrivato alla Sanità ho sentito più spesso ripetere. Credo di aver capito la dirompenza di questo concetto e la sua vera natura solo girando questo docufilm. La via della folgorazione, come viene spesso raccontata da Don Antonio, è un principio di ‘generatività’ che sostituisce l’imprevedibile all’inevitabile. L’arte è l’esempio più clamoroso di ciò che può in modo spontaneo ed inaspettato capovolgere paradigmi che sembrano destinati a ripetersi in una eterna condanna. È la scintilla negli occhi del piccolo Aloka, la gioia nella voce delle guide de La Paranza, l’entrare in scena dei ragazzi del Nuovo teatro Sanità.”
Il documentario è una sintesi di come hanno lavorato e lavorano le associazioni e le cooperative creando un vero sistema di economia circolare, andando ben oltre le aspettative iniziali. Quanto è diventato oggi un modello a cui guardare questo sistema che hanno messo in piedi e che portano avanti?
“L’esperienza del Rione Sanità ha davvero del miracoloso. Quindici anni fa, credo, fosse impossibile anche solo pensare lo sviluppo che in questi anni è divenuto realtà. La cosa più sorprendente, a mio parere, è che forse questo modo di fare comunità, rete e impresa funziona molto meglio ed è sicuramente più vicino all’eredità culturale campana e del Sud. Come ricordato nel film è Antonio Genovesi, che ribaltando il concetto hobbesiano da homo homini lupus in homo homini amicus, prospetta una forma di economia a misura d’uomo, un’economia civile che, nel caso della Sanità, ha fatto delle pietre scartate delle testate d’angolo.”
Tu che ci lavori rientrando con Apogeo Records in uno dei progetti, come percepisci il cambiamento? Secondo te, le persone che sono estranee al quartiere, adesso, come lo avvertono e come guardano quelle ‘pietre scartate’?
“Credo che oggi la Sanità sia uno dei poli culturali più interessanti di Napoli e, forse, d’Italia. Il suo fermento, la ricchezza artistica e la capacità di offrire una stratificazione unica tra antico e moderno ne fanno un luogo che non può non essere scoperto e vissuto.”
Negli ultimi due anni sono usciti molti documentari che raccontano il Rione Sanità. Nel vostro film, cosa c’è di diverso?
“Credo che la grande forza de Il Sistema Sanità sia l’aver raccontato una realtà di cui facciamo parte, che abbiamo visto crescere e grazie alla quale siamo cresciuti. È stato un processo unico nel suo genere una ricerca dentro e fuori di sé. D’altra parte abbiamo provato proprio a raccontare questa rete, non un ente o il quartiere ma la relazione tra persone, enti e territorio. Questo è sicuramente un tratto unico rispetto ad altri lavori ugualmente bellissimi.”
Cosa hai pensato la prima volta che hai sentito parlare Don Loffredo?
“A dire il vero ero molto curioso e le aspettative sono state ampiamente soddisfatte. Antonio ha la capacità di incantare le persone. La potenza delle sue parole, l’enorme entusiasmo, la libertà di pensiero e la capacità di vedere oltre ne fanno sicuramente una personalità unica che non lascerebbe indifferente nemmeno un sasso. La prima volta che lo incontrai, quando mi iniziò a spiegare in che modo alla Sanità si fa impresa e sviluppo, rimasi ovviamente estremamente colpito e curioso. Ogni volta che ci parli riesce a farti ragionare a un livello estremamente profondo delle cose.
Lavorando attivamente nel Rione e vedendo crescere le attività nate all’interno, se dovessimo fare un bilancio, a che punto siamo?
“Un bilancio certamente positivo. Il meccanismo ormai gira davvero bene. Certo, in questo preciso momento, dove tutto è fermo a causa di questa pandemia, è difficile essere ottimisti al cento per cento. Ma siamo tutti in attesa della ripartenza.”
Questo documentario rappresenta anche il vostro lancio come autori cinematografici. Adesso, per voi di Upside quale sarà il prossimo passo?
“Il prossimo passo è un nuovo documentario che andrà in onda sempre su Sky Arte il 19 Aprile, "Le Catacombe di Napoli" di cui ho curato regia e scrittura con la stessa squadra Upside production. Questo lavoro è decisamente differente dall’altro dato che nasce da un progetto di sperimentazione sui linguaggi audiovisivi nato a Federica Web Learning, il Centro dell'Università di Napoli Federico II per l'innovazione, la sperimentazione e la diffusione della didattica multimediale dove attualmente lavoro. L’idea è di creare un percorso transmediale che, attraverso due documentari, un corso formato MOOC (massive open on line course) e alcuni testi editi da Edizioni San Gennaro si possa scoprire questo meraviglioso meccanismo del Rione Sanità di Napoli. Ci stiamo lavorando!”