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Venerdì, 19 Aprile 2024
In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

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Il Teatro di Napoli riparte, Andò: “Necessario sforzo culturale per riportare il pubblico nei teatri”

Mercoledì 12 maggio il Mercadante sarà tra i primi teatri a riaprire in città, presentando nuovi allestimenti rodati con le dirette streaming dove si propongono nuove formule che rappresentano il cambiamento di questi mesi. 200 i lavoratori dello spettacolo scritturati dallo Stabile napoletano

Il teatro stabile Teatro di Napoli-Teatro Nazionale non si è mai realmente fermato durante questi lunghi mesi di chiusura portando avanti la sua attività nella produzione degli spettacoli e il 12 maggio è pronto per aprire al pubblico le porte dei teatri Mercadante e San Ferdinando proponendo una programmazione di 11 spettacoli, sette dei quali coprodotti dallo stabile.

Il Teatro di Napoli diretto dal regista Roberto Andò sarà tra i primi teatri in Italia e, per ora, uno dei pochi in città a partire da quando la riapertura di cinema e teatri è consentita dallo scorso 26 aprile nelle regioni italiane in zona gialla, aiutato dalla possibilità di riuscire a realizzare una progettazione culturale intensa che delinea quale sarà la direzione di Andò in un momento in cui il teatro debba cambiare in conseguenza della pandemia approcciandosi a nuovi linguaggi. 

I nuovi linguaggi del teatro nell’epoca della Pandemia

In questi lunghi mesi di stop il teatro stabile napoletano ha sperimentato nuove formule in cui ricorrere alla tecnologia digitale e l’audiovisivo è stato prezioso. 
La realizzazione della registrazione per Rai5 di Piazza degli Eroi diretto dallo stesso Andò è stato un successo inaspettato; la scelta di allestire alcuni spettacoli per la diretta via streaming sulle piattaforme social per mantenere vivo il contatto con gli spettatori hanno dato buoni risultati. Ci sono stati, poi, i documentari prodotti in collaborazione con la MAD Entertainment. per raccontare il lavoro dietro le quinte degli spettacoli come Spacciatore. Una sceneggiata di Andrej Longo e Pierpaolo Sepe con la regia dello stesso Sepe che sarà anche la prima messa in scena a debuttare mercoledì 12 maggio al Teatro Mercadante alle ore 19.

Il teatro racconta i cambiamenti di questi tempi e per farlo rapidamente cerca soluzioni innovative dove fare incursioni nel cinema e nel video sembra essere efficace. Infatti, oltre al dietro le quinte di Spacciatore, uno spettacolo che offre una variazione sui temi classici della sceneggiata che si sofferma sul concetto di legalità, c’è anche La Vita Nuda, un altro progetto di video-teatro ispirato alle novelle di Pirandello realizzato in questi mesi sempre in sinergia con MAD e curato dall’attore Alfonso Postiglione, che sarà proiettato al Mercadante il 26 maggio.
Del resto, Roberto Andò è anche un apprezzato regista cinematografico (è in post produzione il suo ultimo film Il Bambino Nascosto, tratto dal suo omonimo romanzo con protagonista Silvio Orlando) ed è comprensibile che  abbia incoraggiato una ricerca drammaturgica che fosse tra cinema e teatro. A sintetizzare bene questo ponte produttivo nato tra il cinema e il teatro è Il Sorriso di San Giovanni, firmato da Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi.

200 lavoratori tra festival e tournée

Non arrestare del tutto le attività ha permesso al Teatro di Napoli di mantenere anche un altro primato: essere tra le poche realtà del panorama teatrale a non mettere in cassa integrazione nessuno dei suoi 40 dipendenti.

La riapertura di alcuni dei teatri italiani danno il via libera alle tournée degli spettacoli prodotti dallo Stabile come Il Filo di Mezzogiorno il nuovo spettacolo diretto da Mario Martone che dovrebbe debuttare in prima assoluta l’11 maggio al Verga di Catania (farà tappa a Napoli la prossima stagione) e le sue tre coproduzioni al Campania Teatro Festival 2021, diventano le opportunità concrete per scritturare 200 lavoratori dello spettacolo tra artisti, collaboratori e tecnici.

Un’estate in cui un ente pubblico come il Teatro di Napoli riuscirebbe a dare ossigeno ai lavoratori dello spettacolo, di sicuro i più colpiti dalla crisi economica dell’ultimo anno, coinvolgendoli anche nei 5 spettacoli prestigiosi di Pompei Theatrum Mundi, la rassegna organizzata in collaborazione  con Parco Archeologico di Pompei e Campania Teatro Festival e il 24 e il 25 luglio vedrà alternarsi sul Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei grandi nomi dell’arte e dello spettacolo internazionale come l’attrice candidata all’Oscar Isabelle Huppert in La Cerisaie (Il giardino dei ciliegi) di Anton Cechov; Pupo di zucchero, liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, testo e regia di Emma Dante; Quinta stagione  diretto e interpretato da Marco Baliani con le scene di Mimmo Paladino.

Verso una nuova stagione tra progetti culturali e sociali

“La stagione 2021-2022 sarà presentata a tempo debito, ora dobbiamo superare l'estate che sarà un periodo di transito. La vera ripartenza sarà a settembre con un programma densissimo perché onoreremo gli impegni reinserendo in cartellone le cose che avremmo dovuto fare accanto ai nuovi spettacoli” anticipa Roberto Andò, intanto, guarda a un ampio progetto culturale che travalica il teatro. 
Lui e lo staff del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale sono già a lavoro per far partire il prima possibile i progetti di matrice sociale come lo storico Arrevuoto curato dallo sceneggiatore Maurizio Braucci e Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, progetto a cura di Carte Blanche-Centro Nazionale Teatro e Carcere che porta all’interno degli istituti penitenziari la formazione culturale e teatrale per creare nuove figure professionali. Il Teatro di Napoli opererà nel carcere minorile di Nisida con le iniziative artistiche di Puteca Celidonia e Manovalanza teatro.

Un progetto che sta molto a cuore a Roberto Andò ma che la pandemia ha rallentato è Si può!  che tutto il mese di maggio si svolgerà al Teatro San Ferdinando, finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. La collaborazione con il Teatro Stabile / San Ferdinando e la Fondazione De Filippo rientra in un’ottica di empowerment locale che potrebbe rafforzare il rapporto tra le persone del quartiere e lo storico teatro fondato da Eduardo che è sempre stato attento alle fasce più deboli della città. “Tengo molto a creare un dialogo con le persone che vivono nel quartiere del San Ferdinando. Le coinvolgeremo attivamente con una serie di iniziative” dice Andò.

Per Andò, è indubbio che il teatro cambi dopo questi tempi bui che tutti stanno vivendo e vanno fatte riflessioni su come ora bisogna approcciarsi. Dietro questo impulso, il Teatro Nazionale ha ideato Perseo, una rivista semestrale   diretta da Roberto D’Avascio,che mira a essere una voce in più sul dibattito nazionale  e internazionale per capire, attraverso la lente del teatro, cosa sta accadendo.

Cosa succede se la Campania cambia colore?

Con la riapertura del Teatro Mercadante il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale fa una mossa temeraria che non tutti i teatri e i cinema hanno scelto di fare (l’unico teatro che ha deciso di riaprire l’11 maggio è Galleria Toledo di Laura Angiulli). Le ragioni non sono poche e sicuramente tra esse c’è la questione del coprifuoco alle ore 22 e la precarietà delle zone a colori. 

Lo stabile ha messo in piedi una programmazione con spettacoli in buona parte rodati grazie ai video e alle dirette in streaming, metterà in pratica i protocolli di sicurezza indicati, anticipa gli orari alle 19 e nei festivi alle ore 18 e mette a disposizione 240 posti del Mercadante. 500 per gli allestimenti al Teatro Grande del Parco Archeologico. Tutto è pronto e preventivato.

Una domanda, però, sorge. Cosa succede se nelle prossime settimane la Campania dovesse tornare in zona Arancione o, peggio, in zona Rossa?
“Succede che siamo fregati!” risponde secco Roberto Andò “I segnali non sono entusiasmanti. Le persone stanno tornando alla vita però dovrebbe essere fatto in modo non dissennato. Detto questo, se vogliamo far ripartire il settore delle scommesse vanno fatte e noi dei teatri pubblici stiamo cercando di fare”.

Al momento, la preoccupazione maggiore di Andò è riabituare le persone a ritornare nelle sale cinematografiche e teatrali: “Ora bisogna fare un sforzo culturale per portare la gente in presenza nei teatri e nei cinema visto che il pubblico, ormai, è abituato a nuove fruizioni. I giornali dovrebbero aiutare il teatro a coinvolgere le persone soprattutto in un momento così cruciale, cosa che fa poco la tv dando spazi derisibili sia al teatro che al cinema”.

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