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In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

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Esposito La Rossa de La Scugnizzeria: “Voglio trasformare una piccola impresa in una grande casa editrice”

L’irresistibile ascesa della realtà editoriale di Scampia che, dopo aver pubblicato Stephen King e aver ricevuto i complimenti da Papa Francesco, si prepara a un’altra ottima annata con l’apertura del Museo del libro e l’obiettivo di portare Pennac a Napoli

La storia del lavoro fatto in questi anni dal gruppo de La Scugnizzeria con la casa editrice Marotta&Cafiero la si potrebbe leggere proprio in un romanzo dove dei ragazzi intraprendenti riescono a realizzare dal nulla un’attività imprenditoriale di successo in un’area metropolitana difficile. Una di quelle storie che alla fine del libro si pensa ‘Bello, ma è improbabile’. Ecco il gruppo guidato da Rosario Esposito La Rossa è riuscito in quel improbabile: creare una forte realtà editoriale a Scampia. Tutto comincia nel 2010, quando la storica casa editrice napoletana Marotta&Cafiero è regalata a Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, che all’epoca hanno circa 19 anni. Loro trasportano la storica sede di Posillipo nel quartiere di periferia di Scampia, trasformandola in una casa editrice indipendente che si occupa di narrativa civile e storie del Sud del mondo, definendosi ‘spacciatori di libri’.

Iniziano la loro rivoluzione all’insegna della cultura a dispetto di chi li dava falliti entro poche settimane: aprono la prima libreria a Melito e a Scampia a cui danno il nome di La Scugnizzeria, la quale è anche un laboratorio teatrale e una piazza in cui si svolgono varie attività tra cui la diffusione di libri.

Stephen King, il museo del libro e la lettera di Papa Francesco

Motivati da una sana ambizione in 11 anni Esposito La Rossa, Stornaiuolo e tutto il team che lavora tra la libreria e la casa editrice hanno lavorato sodo per portare all’apice una piccola casa editrice indipendente nata in una delle periferie nota più per i fatti di cronaca nera, riuscendo ad attirare l’attenzione del panorama editoriale nazionale. Questo duro lavoro li ha portati a incrociare la strada di Stephen King che li ha scelti per pubblicare in Italia il suo saggio scritto nel 2009 contro le armi da fuoco, Guns.

Da qui non solo i lettori più appassionati e attenti li conoscono e quando si dice tutti non si esclude nessuno neanche Papa Francesco che un paio di mesi fa ha voluto lodare il loro impegno scrivendogli una lettera.

Tutti ora sono curiosi di questa casa editrice che stampa libri di impegno sociale, politico e ambientale, prediligendo giovani autori e scrittori di diverse etnie, dove anche il principio dell’ecologia è fondamentale pubblicando su carta riciclata certificata, con inchiostri non inquinanti e colle per le rilegature senza plastificanti, a Km 0, ossia, si stampa in tipografie situate nel Comune di Napoli.

Se si seguono sui social le pagine di Scugnizzeria e Marotta&Cafiero si scoprono che sono davvero tanti i progetti che mettono in piedi, dove c’è l’inclinazione di fare rete con altre realtà. Ogni giorno c’è una nuova iniziativa culturale a cui si lavora per distribuire libri e diffondere l’amore per la lettura o per l’arte, così come ogni giorno c’è la notizia su un nuovo libro da stampare di autori che sono sempre più famosi al pubblico come La Capria o il premio Nobel per la letteratura Günter Grass.

Parliamo con Rosario Esposito La Rossa proprio in uno di quei giorni indaffarati, dove si è dietro al laboratorio delle Guarattelle piuttosto che ai lavori per il Museo del Libro che stanno realizzando in una casa di 150 mq dove inseriranno macchine di fine ‘800. Non può che essere fiero del successo delle vendite di Guns di King che fin dalle prime settimane in cui è arrivato nelle librerie è stato strepitoso e si aggiunge a quelle dell’edizione limitata di Pinocchio di Collodi che è andata a ruba e sarà ancora disponibile per tutto il mese di giugno.

Intervista a Rosario Esposito La Rossa

Guns, il saggio contro le armi da fuoco scritto da Stephen King, in Italia l’avete pubblicato voi. Avete fatto il boom di vendite, nei primissimi giorni 13.000 copie. King è il maestro dei best seller. Fino a che punto era prevedibile che anche un libro atipico per King avesse la stessa attenzione?

“Mostrare l’attivismo di Stephen King penso che sia stata la formula vincente. Noi non abbiamo perso la nostra identità, in quanto non si tratta né di un thriller né di un horror. Abbiamo scovato Guns durante la Pandemia e ci abbiamo creduto fin dall’inizio. Non era scontato che un grandissimo autore pubblicasse con una casa editrice come la nostra. King è stato la ciliegina sulla torta che ha avuto un eco gigantesco ma la cosa a cui tenevamo moltissimo era provare a creare un filone composto da autori importanti presentandoli ai lettori anche da angolazioni diverse dal solito e penso che stiamo lavorando verso la giusta direzione”.

In questi anni avete editato tanti libri di autori internazionali ma la pubblicazione di Guns ha aperto una nuova fase per voi, richiamando altri autori di fama. Di fatto pubblicherete anche Daniel Pennac, a proposito, quando?

“King si inserisce all’interno di un percorso, non è una favola fine a sé stessa se si considera che abbiamo pubblicato l’anno scorso autori come Gunter Grass e Antonio Skármeta, l’autore del Postino di Neruda, mentre sono in uscita Garry Kasparov, il più grande scacchista del mondo, e a settembre pubblicheremo Daniel Pennac che è uno dei più grandi scrittori europei in circolazione e speriamo di riuscire a portarlo anche a Napoli. In autunno dovremmo pubblicare anche l’ultimo libro di Iacopo Fo e il premio Nobel William Golding”.

Se si guarda al di fuori, a me dà l’idea che questo maggio state raccogliendo parte dei frutti del lavoro fatto in questi 11 anni, senza contare che non vi siete fermati nonostante questo anno complesso.

“Assolutamente sì! Abbiamo iniziato che avevamo 19 anni prendendo in mano un marchio nato nel 1959. Abbiamo imparato, facendo anche degli errori. Ci siamo prima imposti in città e da circa un anno e mezzo abbiamo deciso di fare un salto verso il nazionale dando alla casa editrice un respiro europeo. Siamo distribuiti da Mondadori che è tra le più grandi reti distributive in Italia e ciò contribuisce a rendere Marotta&Cafiero una realtà imprenditoriale dedita all’editoria importante almeno in Campania, soprattutto, se si considera che diamo lavoro a 6 persone in uno spazio di 300 mq e che acquistiamo libri da 16 nazioni, probabilmente, una rarità nella nostra regione. Insomma, stiamo provando ad alzare l’asticella. Mentre gli altri purtroppo hanno chiuso noi allarghiamo gli spazi”.

State lavorando su più fronti. Tra la libreria La Scugnizzeria e la casa editrice Marotta&Cafiero ciò che state portando a segno è tanto: la web serie letteraria che è top secret ma che avete da poco terminato di girare; la pubblicazione pregiata di Pinocchio che sta andando a ruba; il libro sospeso. Ho dimenticato qualcosa?

“E’ un bel momento per noi. Agli scrittori internazionali affianchiamo opere di pregio di autori classici come San Francesco, Leopardi e Totò. Per il 700centenario della scomparsa di Dante abbiamo pubblicato un poster con il primo canto dell’Inferno andato esaurito. Per i 140 anni di Pinocchio di Collodi abbiamo fatto quest’edizione integrale della favola iper lussuosa con dorso in seta e con illustrazioni del 1900 del ‘figuraio fiorentino’. Nelle prime 19 ore abbiamo fatto fuori 381 copie che sono tutte numerate. In questo modo portiamo in avanti anche la storia della Marotta&Cafiero. Inoltre, facciamo lavorare tutte aziende locali. Per quanto riguarda il libro sospeso ormai siamo arrivati quasi a 3000 libri e continuano ad arrivare libri sospesi qui in Scugnizzeria per mandare libri alle biblioteche scolastiche. Per noi è un risultato soddisfacente. Mentre la web serie è un’idea che è venuta a me e al regista Antonio Esposito e dovrebbe uscire a settembre, il nostro obiettivo sarà raccontare attraverso il web i libri e l’importanza delle librerie, con ironia si parlerà anche delle piattaforme online che li vendono. Inoltre, sono molto orgoglioso della sinergia creata con lo stabile Teatro di Napoli-Teatro Nazionale per Perseo, la loro rivista semestrale che sarà edita da noi, il fatto che il teatro più importante della città si sia rivolto a noi è un riconoscimento prezioso”.

Quando arriva una lettera da Papa Francesco cosa si pensa?

“È stata un’emozione bellissima, impossibile da descrivere. L’ennesimo attestato di stima che ci invoglia ad andare verso nuovi obiettivi”.

Possiamo dire senza indugi che Scampia è diventata un posto migliore anche grazie a voi. Pensate di aver superato le vostre stesse aspettative?

“Noi lavoriamo per questo. Insieme a molte altre realtà siamo un pezzo di questo cambiamento. Volevamo trasmettere che qui era possibile fare impresa e penso che ci siamo riusciti. Oggi si parla di noi in tutta Italia a livello editoriale perché stiamo creando un’industria culturale nell’area nord di Napoli. Noi siamo nati qui e non ce ne siamo andati. In questa città sembra che già il fatto di esistere sia un vantaggio, invece, noi vorremmo seguire il modello di aziende di altre regioni che puntano a crescere per affermarsi per non restare piccoli per sempre. C’è tanta ambizione e una programmazione ben pianificata dietro a ogni cosa che facciamo. Stiamo collaborando con tante realtà italiane e partecipiamo a tutte le fiere internazionali come la Fiera del Libro di Londra. Io non mi vorrei accontentare…”

Farete un museo del libro e avete donato la biblioteca al commissariato di Scampia. Voi avete anche ispirato la nascita di numerose associazioni che hanno unito sociale e cultura che fanno la loro parte sul territorio. A dimostrazione che gli input e azioni concrete vengono poco dalle istituzioni. Secondo te qual è il punto debole nel non fare o nel restare confinati solo alla progettualità?

“È un dato di fatto che la cultura in questa città si mantiene grazie a iniziative private. Le biblioteche sono disintegrate. L’Arco di Port’Alba che il Comune dovrebbe curare cade a pezzi stesso discorso vale per le tombe di Virgilio e Leopardi. È tutto in mano ai privati. Non c’è nessun sistema cultura. Ci sono solo alcuni teatri che sono gestiti pubblicamente e, talvolta, sono anche gestiti male. Le istituzioni fanno poco, non ascoltano e non utilizzano le risorse che si hanno in città. Per esempio, le biblioteche cittadine dovrebbero essere affidate a manager culturali non si può inserire qualcuno della Napoli Servizi all’interno delle biblioteche che non sa nemmeno i libri che sono usciti. Si dovrebbero organizzare delle convenzioni con gli editori per organizzare le presentazioni in spazi pubblici ma la burocrazia è così lenta e cavillosa che si fa prima a organizzarle in luoghi privati pagandoli. Qui si fa sempre finta di nulla dove l’assessore di turno immagina un progetto ignorando le reali esigenze di coloro che tutti i giorni fa questo”.

Ormai ci sono i nomi dei candidati come Sindaco di Napoli per le prossime comunali. Tu e altri addetti ai lavori avete lanciato un accorato appello a investire sulla cultura. A pensarci, sarebbe stato bello vedere scendere in campo anche degli operatori culturali come te…

“Non si dovrebbero mescolare le cose. Secondo me, l’imprenditore dovrebbe fare solo l’imprenditore. Io non ho nessuna velleità politica. Più volte me l’hanno proposto ma ho rifiutato. Io voglio trasformare una piccola impresa nata in periferia in una grande azienda, perché la nostra città non ha mai avuto una casa editrice di livello nazionale. Detto questo, mi auguro che il prossimo Sindaco di Napoli possa interfacciarsi seriamente con le aziende culturali di questa città”.

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