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In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

La serie più attesa

Terza stagione dell'Amica Geniale: l'incontro con il regista e le protagoniste

Si intitola “Storia di chi fugge e di chi resta” il terzo capitolo della saga di Elena Ferrante che racconta il rapporto di amore e odio tra Lila ed Elena. Protagoniste sempre Girace e Mazzucco che insieme al nuovo regista Daniele Luchetti raccontano aneddoti su come hanno affrontato la terza stagione dal 6 febbraio su Rai1

Vibrante in ogni inquadratura, in ogni nota, coinvolgente in ogni scambio di sguardi, in ogni frase accennata e sospesa di Elena e Lila, la terza stagione de L’Amica Geniale – Storia di fugge e di chi resta fanno venire in mente solo queste parole. Le aspettative riposte non sono tradite e chiunque abbia divorato il terzo libro della saga di Elena Ferrante non resterà deluso ritrovando sullo schermo le stesse immagini descritte dalla scrittrice napoletana che racconta l’età di mezzo di queste due ragazze, ora diventate giovani donne e madri negli anni 70 diventando incarnazione delle spaccature, delle differenze e delle contraddizioni di quel momento storico fatto di mutazioni, sociali e politiche.

Venduto in circa 130 paesi con un successo in Nord America enorme in cui ha contribuito HBO partner produttivo con The Apartment, Fandango e Rai Fiction, L’Amica Geniale 3 conferma di essere tra i fiori all’occhiello di Rai1 che manderà in onda gli otto episodi suddivisi in quattro episodi subito dopo il Festival di Sanremo, da domenica 6 febbraio in prima serata e continua ad avere come protagoniste Gaia Girace e Margherita Mazzucco, che sono cresciute interpretando Lila ed Elena, tanto da sentirle sotto la loro pelle. Per loro, la terza stagione rappresenta un banco di prova significativo nella recitazione. Se nelle prime due stagioni alcuni sentimenti e sensazioni erano riconoscibili per ragazze della loro età, qui fanno un upgrade interpretando delle donne anagraficamente più grandi, alle prese con la loro emancipazione che esplode nella piena vitalità del femminismo, la maternità e la durezza di essere madri.

Storia di chi fugge e di chi resta

L’incipit del terzo capitolo sta proprio nel titolo che accentua il conflitto tra Lila ed Elena, che va ben oltre le scelte e le opportunità di vita diverse. Elena scappa da Napoli e dalle dinamiche malate del Rione, dall’insopportabile madre per andare a Firenze, giovane scrittrice di successo di un romanzo che vende ma fa discutere e futura moglie di un accademico rampollo di una famiglia di ricchi intellettuali, mentre Lila resta affrontando fino il fondo il marcio di quel mondo senza piegarsi, operaia di un salumificio dove ingiustizie sono all’ordine del giorno soprattutto se si è donna, madre del piccolo Gennaro avuto fuori dal matrimonio e ora compagna del mite Enzo che svolterà il suo futuro nei calcolatori e nell’IBM. Le ritroviamo a questo punto. Entrambe forzano quelle barriere che le volevano chiuse in un destino di miseria, ignoranza e sottomissione. E’ questo che continua unirle nonostante il sentimento ambivalente che nutrono e le accompagnerà per tutta la vita.

Nel mezzo ci sono gli anni ‘70 con le lotte delle classe operaia, gli scontri violenti tra comunisti e fascisti che porta di lì a poco agli anni di piombo e una società che si prepara a essere quella che conosciamo oggi. L’affresco di un’epoca, quella di 50 anni fa, non lontana da noi ma che fa da vero spartiacque. Per raccontarli si è scelto il regista Daniele Luchetti, che non è nuovo nell’affrontare quel periodo in film come Anni Felici e Mio Fratello è Figlio Unico.

Il vero cambiamento è proprio nel passaggio di testimone della regia proposto dallo stesso Saverio Costanzo che ha suggerito Luchetti come suo successore. “ Sono entrato in punta di piedi in una serie che aveva già alle spalle un olimpo di autori: Elena Ferrante, Saverio Costanzo (che continua a firmare la sceneggiatura ndr), Laura Paolucci, Francesco Piccolo ed un esercito di attori che già erano i personaggi da prima di me. Eppure quando avevo una domanda preferivo prendere in mano il romanzo in cerca di soluzioni. Sulle pagine, invece di risposte, trovavo spesso altre domande. I libri della Ferrante hanno questo fascino di precisione sfuggente, che lascia libertà di interpretazione all’interno di uno schema psicologico implacabile e sempre acutamente vero. I suoi libri sono libri cosmo” dice Daniele Luchetti durante la presentazione alla stampa della terza stagione.

Cambia l’estetica per esigenza di rappresentare quel periodo storico, si è sempre più fuori dal Rione , portando la narrazione in esterni aggiungendo allo stile del teatro di posa quello del cinema in strada ma resta la linea narrativa data da Costanzo e senza forzare stravolgimenti, restando fedeli alle pagine della Ferrante. “Sono stato così agganciato ai libri perché mi sono detto che stavolta non avrei mai potuto cambiare le carte in tavola come avrei fatto in un mio film così liberamente. I fan mi avrebbero fatto a pezzi. Sono stato fedele alla storia, rispettando i micro dettagli che sono evocati nel libro e che prendono forma nella serie attraverso i dialoghi, che stanno nella testa dei personaggi. Sono ricorso anche all’espediente dell’immaginazione e dei sogni per raccontare certe aggressività desiderate e percepite. Spesso c’è la voce fuori campo usata al montaggio e suggerita dalla stessa Ferrante soprattutto nell'utilizzare o meno delle parole. Stranamente è stata una condizione di maggiore libertà registica rispetto a quando lavoro da solo” sottolinea Luchetti.

Raccontare gli anni ‘70 ai ragazzi

Ci sono delle tematiche che sono degli evergreen soprattutto quando la politica appare sullo sfondo. Gli attori della serie sono tutti giovanissimi e conoscevano poco o nulla di quegli anni, ma tutti loro hanno trovato delle forte similitudini con i conflitti che ci sono oggi e che quindi l’Amica Geniale – Storia di chi fugge e di chi resta, facendo ancora di più appassionare i giovani.

Infatti, tra gli spettatori sono tantissimi i giovani e affrontare gli anni 70 in questo punto della seria è significato pensare proprio a quella fascia di pubblico. Il team di sceneggiatori hanno pensato proprio ai ragazzi nello scrivere i copioni per suscitare curiosità e domande proprio in loro su quegli anni con le sue contestazioni e cambiamenti, capendo pure come quella generazione che ha vissuto quell’arco temporale ha saputo dare delle risposte su come quel periodo ha inciso sul nostro presente.

“Ho studiato molto perché non conoscevo gli anni ‘70 grazie a Daniele, ai video e alle foto sono riuscita documentarmi e ho avuto un’idea più chiara di quegli anni . D’ aiuto è stato proprio il libro della Ferrante e ogni mattina leggevamo uno stralcio del libro corrispondente a quella scena. Elena quest’anno deve affrontare parecchie crisi sia familiari che personali. Cerca di capire chi è di ritagliarsi uno spazio in un’epoca che cambia velocemente” racconta Margherita Mazzucco che interpreta Elena “Elena, Lila e tutti i personaggi sono molto moderni. Elena in particolare entra in contatto con il femminismo e questo continua a essere un tema caldo e penso che possa catturare facilmente i miei coetanei”.

Sulla stessa linea è Gaia Girace: “ Penso che sia molto attuale come situazione I ragazzi stanno di nuovo imparando a rivendicare i loro diritti e a manifestare per esempio sulla crisi climatica. Credo che la terza stagione possa dare molti insegnamenti in tal senso incoraggiando i ragazzi a rivendicare i propri diritti”

Il fervore e la passione politica degli anni ‘70 è stata molto spiegata da Daniele Luchetti sul set proprio per guidare al meglio i suoi giovani attori: “A me quegli anni lontani sembravano vicini per ragioni anagrafiche, ma non è stato lo stesso per gli attori. Mi sono trovato spesso a spiegare a persone molto più giovani di me cosa fosse stata la rivoluzione dei costumi degli anni ‘70 e a chiedere loro di identificarsi in quei tentativi di cambiamento e dissoluzione, per poterne rappresentare credibilmente quell'energia dubbiosa che ne costituiva la materia. Ho dovuto spiegare come si parla quando si parla di ideologia. Come si pronuncia un discorso politico senza diventare ridicoli”.

La forte presenza di Elena Ferrante

Sull’identità misteriosa di Elena Ferrante e sul fatto che nessuno sappia chi sia è storia ormai ben nota. La leggenda avvolge la sua figura. La sua voce però è possente e si fa sentire.

Gli sceneggiatori e il regista assicurano che non conoscono Elena Ferrante e che con lei c’è solo un rapporto epistolare, ciò nonostante lei è presente e molto attiva nell’adattamento dei suoi libri seguendo tutte le fasi della realizzazione. Lo sceneggiatore e scrittore Francesco Piccolo tiene molto a rimarcare che: “Il rapporto con la Ferrante è un rapporto di grande vicinanza. Lei è totalmente dentro ci osserva con note e suggerimenti avendo con lei un confronto continuo. Quando ha sentito che questo rapporto era virtuoso e tutte le modifiche erano legate alla grammatica del cinema ha accolto tutto. Quando ha capito che andavamo tutti nella stessa direzione è stato un supporto importantissimo. Lei sta con noi mentre scriviamo”.

Le protagoniste: Margherita Mazzucco e Gaia Girace

Seguendo una strada simile a Gomorra, la vera rivoluzione de L’Amica Geniale è stata quella di scegliere attori di talento ma giovani e soprattutto sconosciuti al pubblico. Una scommessa vincente. Merito di un ottimo casting sono bravi e stanno tutti in parte.

Fin da principio la rivelazione sono loro: Margherita Mazzucco e Gaia Girace, rispettivamente Elena e Lila. Quando Saverio Costanzo le ha scelte non avevano nessuna esperienza alle spalle se non qualche laboratorio di recitazione come nel caso di Gaia Girace.

Durante la pre produzione della terza stagione si è ipotizzato che a un certo punto loro potessero essere sostituite da attrici più adulte per ragioni anagrafiche. Invece, loro l’hanno spuntata e Luchetti le ha volute per continuare questo cammino: “Negli anni 60 e 70 si diventava madri prestissimo, quindi perché loro non sarebbero potute essere credibili. Margherita e Gaia hanno molto talento e senza effetti speciali e solo con l’aiuto di un piccolo lavoro di make up sono riuscite a essere interpretare benissimo delle donne più grandi della loro età, affidandosi solo sulla loro bravura. Ero certo che avrebbero saputo farsi carico di Elena e Lila in età più matura”.

Il nodo centrale di Storia di chi fugge e di chi resta sta proprio dei cambiamenti di Elena a Lila.

Elena esplode nella sua determinazione e anche nella sua aggressività. Perde quella tenerezza e smette di essere per certi versi l’ombra di Lila, che continua sempre a temere e a riverire nonostante le sue riserve. In alcuni casi è più disturbante di Lila il venire a patti con la repressione, l irrequietezza, il riuscire a dare nome alle sue crisi esistenziali e a essere finalmente una donna libera dalle strutture in cui è ingabbiata.

Lila invece è vulnerabile, sempre ostile, ma sempre lineare e presente a sé stessa in quelle sue apparenti contraddizioni. Nel libro diventa sempre più evanescente e sbiadita fino a essere un fantasma ingombrante.

Sono tutti elementi che predominano nel libro e che sono tenuti in considerazione nell’adattamento televisivo. Naturale che fondamentale fossero le caratterizzazioni di Lila ed Elena e come dovessero essere rese da Gaia e Margherita.

Nonostante la loro giovane età, hanno lavorato sulla crescita e il cambiamento che vivono Lila ed Elena con i loro desideri e maturità di donne più grandi di loro. Il loro talento mi ha permesso di mantenere non solo una grande credibilità, ma anche di mostrare quello che era usuale negli anni '70: famiglie più giovani di quelle contemporanee, dove hanno imparato le cose anche più basiche ed elementari per essere credibili come madri.

Margherita Mazzucco, che presto vedremo nel film di Susanna Nicchiarelli su Santa Chiara, è un’unica cosa con Lenù: “ Io mi sento molto vicina ad Elena Greco per la sua sensibilità. Sono arrivata a un punto che non riuscivo più a credere chi fosse Margherita e chi Elena. Ci sono stati momenti in cui parlando del mio personaggio mi sono detta che avrei pensato e agito come lei in alcune circostanze. Il casting è stato perfetto perché ognuno di noi ha qualcosa in comune con i nostri personaggi. Questa cosa nel tempo si è verificata sempre più. Credo che però lei sia più determinata di me, riuscendo a fare tantissimo da sola”.

“Io e Lila ci somigliamo perché siamo entrambe molto determinate perseguiamo i nostri obiettivi finché non li raggiungiamo. Siamo entrambe impulsive ma io sto cercando di cambiare in questo. Sto cercando di essere più razionale, più diplomatica e meno sfacciata di Lila. Conto fino a 10 prima di parlare, rispondendo con il sorriso anche con chi si rivolge male con noi perché non ne vale la pena” rivela Gaia Girace.

Gaia è una ragazza riservata, timida. In questo è lontana da Lila racconta delle difficoltà nell'immedesimarsi in Lila in questa terza stagione: “E’ stato abbastanza difficile immedesimarsi in lei quest’anno. Troviamo una Lila distrutta dal lavoro duro in fabbrica, anche provata fisicamente. E’ distrutta fisicamente ma interiormente ha fame e voglia di lottare, deve mantenere il suo bambino. Mi sono avvicinata piano piano a lei restituendo quella energia. Spero di esserci riuscita.”

Inoltre Girace rivela quanto Luchetti l’abbia aiutata in un momento in cui era indecisa se continuare o meno il suo percorso d’attrice “Mi sono trovata benissimo con Daniele. La prima volta che l’abbiamo incontrato ci ha detto ‘Mi dovete promettere che sul set vi dovete anche divertire’. Sono stata super felice di questo perché venivo da un break in cui non sapevo se volevo continuare o meno a fare l’attrice, perché sono cresciuta su questo set per cui parte della mia adolescenza un po' è stata persa. Questo approccio suggerito da Daniele mi ha permesso di vivere la terza stagione con più spensieratezza e mi sono davvero divertita. Sono felice e soddisfatta per ora”

Luchetti ha invitato tutti loro a immedesimarsi nelle loro emozioni e a metterle in atto sul set come se le vivessero realmente, cosa che ha aiutato Mazzucco nel costruire Lila. “Sul set si è creato un clima molto familiare e sereno grazie a Daniele. Mi ha aiutato molto a vivere il mio personaggio calato negli anni ‘70. Abbiamo parlato tanto del mio personaggio e mi ha aiutato a entrare in quel mood, capendo come metterlo in scena. Ho 19 anni e non so come tenere in braccio un bambino o come si manda avanti una casa o come parlare in pubblico di politica. Abbiamo lavorato molto insieme a Daniele anche per capire come rappresentare i conflitti che Elena ha quando diventa madre”

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