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Giovedì, 25 Aprile 2024
In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

In giro con Antonia

Aragona (Antonio Folletto) de I Bastardi di Pizzofalcone: "Ecco la cosa che mi è piaciuta di questa stagione"

L'attore napoletano è presente anche al Festival del Cinema di Roma sia con il film "Come Prima" che con la serie tratta da "A casa tutti bene" di Gabriele Muccino

“Ve l’avevo detto...” è la frase puntuale dell’agente Marco Aragona, il personaggio di Antonio Folletto ne I Bastardi di Pizzofalcone e che probabilmente, tra qualche mese, l’attore napoletano prenderà in prestito per commentare il futuro soddisfacente che potrebbe avere Come Prima diretto dal francese Tommy Weber presentato ad Alice nella Città durante la Festa del Cinema di Roma in cui è protagonista con Francesco Di Leva.

Ispirato all’omonima graphic novel di Alfred ambientata nel 1957, Come Prima racconta la storia di  Fabio (Di Leva), un ex fascista ora pugile amatoriale implicato in affari loschi e di André (Folletto), maestro elementare e comunista. Non si vedono da 17 anni, da quando Fabio ha lasciato la casa della sua famiglia a Procida, per combattere al fianco delle camicie nere di Mussolini. Il padre è appena morto e, come espresso dalle sue ultima volontà, André è venuto a cercare suo fratello perché sia presente ai funerali, che si terranno nell’isola natale. Dopo aver rifiutato in un primo momento, le circostanze e l’ambita eredità spingono finalmente Fabio ad accompagnare André. Dalla Francia alla Campania, i due fratelli intraprenderanno un lungo viaggio in auto con grandi difficoltà nel comunicare, il malessere degli anni e i segreti non affrontati portano al silenzio e ad amari scontri.

Quando Napoli incontra la Francia

Una coproduzione italo-francese messa in piedi dalla casa di produzione napoletana MAD ENTERTAINMENT  insieme a Rai Cinema, Come Prima è un on the road che diventa anche un insolito racconto sull’educazione sentimentale di due uomini adulti affidati a due attori come Di Leva e Folletto che più diversi non potrebbero essere, i quali danno una lettura diversa ai personaggi delle vignette del libro del fumettista francese, dandogli l’opportunità di farli conoscere anche fuori dall’Italia. 

Un film indipendente affidato al francese Tommy Weber che dà a Come Prima un’impronta stilistica dove confluiscono i registri cinematografici e la cultura franco-italiani. 

“Mai avrei immaginato di avere la possibilità di girare un film in Italia, e ora che finalmente ne ho avuto la possibilità, stento a credere sia successo davvero” racconta Weber che quando ha intrapreso la pre produzione del film non parlava italiano “Come nel fumetto, il film doveva raccontare gli eventi di un’estate, ma non abbiamo potuto che girarlo tra l’autunno e l’inverno. Il film doveva essere girato, almeno in parte, in Francia ma a causa del Covid non siamo stati liberi di muoverci. Niente è andato come mi aspettavo…per fortuna! Ecco tutto ciò che amo del cinema: l'imprevisto, l'ignoto e la libertà che ne deriva”.

Rispetto  alla graphic novel di Alfred, ci sono dei cambiamenti e alcuni di questi stanno proprio in André: nel fumetto si chiama Giovanni e la sua vicenda e il modo in cui è presentato sono abbastanza diversi. 

Per Antonio Folletto interpretare André potrebbe essere una svolta: ha la possibilità di proporre un personaggio insolito rispetto a quelli in cui il grande pubblico lo conosce dove punta su una recitazione in sottrazione. Questi mesi sono la prova del nove in cui può dimostrare di essere capace di misurarsi in ruoli eterogenei in produzioni sia indipendenti che in quelle più grosse come A Casa Tutti Bene,  la serie tv di Gabriele Muccino ispirata al suo film dove Folletto interpreta Diego, ruolo ereditato da Giampaolo Morelli e che domani sarà presentato come evento speciale alla Festa del Cinema di Roma per poi andare in onda su Sky a dicembre.

Intervista ad Antonio Folletto

Rispetto anche alla versione della graphic novel il tuo André è diverso essendo costruito anche con maggiore delicatezza rispetto al libro a fumetti. Entra in scena molto in punta di piedi rivelando via via tutte le sue contraddizioni che in qualche modo lo rendono ambiguo al pari di Fabio. Come ti sei avvicinato a lui e alla storia?

“La recitazione è venuta molto dalla storia, dalla psicologia di André. Lui si sente abbandonato da suo fratello Fabio. E’ tremendamente attratto dal fratello che è totalmente opposto da lui ma al tempo stesso ne è spaventato. La loro dinamica è stata costruita tenendo conto che non si vedono da di 17 anni. Se si guarda con attenzione loro si studiano per tutto il tempo. La difficoltà sta proprio nel cercare di restare in quegli sguardi  dove loro si aggrappano durante questo lunghissimo viaggio per arginare l’ostacolo di parlare. Si accusano a vicenda solo che entrambi sono colpevoli di qualcosa e nessuno dei due si mette in discussione. Io e Francesco abbiamo lavorato ponendoci delle domande e immaginando su come sciogliere quei nodi che li bloccano e che si portano dentro. Siamo andati controcorrente e ci siamo detti su come dare vita a questa distanza”.

Tra l’altro recitate in alcune scene in francese. E Weber ha l’inizio non parlava un granché italiano infatti questo iniziale gap linguistico ha fatto sì che paradossalmente si creasse empatia e un rapporto fiduciario tra di voi…

“Nonostante l’enorme gap della lingua Tommy è riuscito a farci comprendere quale emozione lui avrebbe voluto trasmettere e che noi provassimo a restituire in ogni singola scena. Trovo bellissimo che lui sia innamorato del nostro Paese e penso che questo si veda  chiaramente nel film”. 

Tra te e Di Leva c’è stato molto feeling, un rapporto di fratellanza, anche se nel film emerge la durezza e l’incapacità di non comunicare insita nei rapporti familiari. Come avete lavorato insieme anche per costruire dei personaggi che uscissero anche un  po' fuori dagli archetipi tipici dell’on the road e anche dei  buddy film per non rischiare di suscitare l’effetto del ‘già visto’?

“Ci siamo calati nelle loro emozioni, su quanto si fossero persi l’uno dell’altro. Appunto, sulla loro difficoltà nel comunicare che qualche volta caratterizza i legami familiari nonostante ci sia un profondo amore. Quindi, quello che abbiamo cercato di fare è essere più onesti possibili a sensazioni e sentimenti che possono essere provati nella realtà”.

Nonostante siano due uomini adulti, sono rieducati ai sentimenti e al valore della condivisione caratteristiche che accomuna Come Prima a una storia di formazione

“Hai toccato un tasto importante. Tutti noi facciamo i conti con il perdono, il problema è che, spesso, c’è un enorme difficoltà a farlo perché si fa fatica a perdonare se stessi….”

Alla festa del cinema di Roma sei anche per un evento speciale: la serie di Muccino a casa tutti bene  che a dicembre sarà su Sky.  Come è andata con Muccino e questo grande storia corale con un cast di artisti eterogeneo sia per età che per esperienze come Emma Marrone?

“Lavorare con Gabriele è stata un’esperienza magnifica. Ama davvero gli attori! E’ lì con te e sa come guidarti. Ha un entusiasmo che contagia ed è un valore aggiunto per il lavoro. Con il cast, poi, è andata benissimo. Per quanto mi riguarda, non si è minimamente avvertito il fatto che ognuno di noi avesse alle spalle percorsi così diversificati.”

I Bastardi di Pizzofalcone sta per finire. La terza stagione ha confermato il successo di questa serie. Aragona rappresenta anche la nota leggera de I Bastardi che ha l’exploit attraverso il rapporto con Pisanelli e la loro convivenza da strana coppia. Come commenterebbe Aragona questo successo? 

“Aragona, come sempre penserebbe di vederla più lunga degli altri, quindi commenterebbe: ‘Ve l’avevo detto…!’ (ndr ride) . Con I Bastardi si va sempre sul sicuro visto che dietro c’è la penna magica di Maurizio de Giovanni e poi sappiamo benissimo i livelli alti del cast. In questa stagione ho lavorato di più con Gianfelice Imparato ed è stata un’esperienza bellissima: Per me era un po' come stare a scuola perché si percepisce la magia di questo mestiere, le ore in cui è stato su un palcoscenico teatrale sono infinite, le trasmette, e agli attori giovani servono. Non possiamo che imparare da lui”.

Maurizio de Giovanni ha detto che sarebbe stata la migliore delle precedenti con un cast più affiatato. Proprio Aragona sembra averne beneficiato insieme a quello dell’agente Romano e del vice questore Palma. A te cosa è piaciuta di più di questa stagione?

“E’ una gioia andare sempre più a fondo con il personaggio riuscendo a creare nuove dinamiche con gli altri. Arricchisce e questa volta è stato ancora più impegnativo perché siamo stati tra i primi set a essere chiusi quando è arrivato il Covid. In questa circostanza si è vista la forza del nostro gruppo perché quando passa molto tempo diventa anche complicato riprendere a maggior ragione se interrotto così bruscamente. Siamo riusciti a superarlo   grazie all’unione che c’è tra noi. Cosa mi è piaciuta di più di questa stagione? Ovvio, svegliare mentre dorme Pisanelli/Imparato”.

La settimana prossima ci sarà l’ultima puntata. I fan si sentiranno orfani de I bastardi c’è stata anche la lunga pausa costretta dal lockdown. Quante speranze ci sono che ritornerete per una quarta stagioni? 

“Vorrei darti una bella risposta ma, ti giuro, che non ne ho la più pallida idea. Speriamo che Aragona possa tornare presto a dire la sua solita frase di simpatico guascone”.

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