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In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

L'amica geniale, l'intervista a Gaia Girace: "Sono felice che tante donne si siano riviste nella mia Lila"

Soddisfatta del successo della terza stagione, la giovane attrice racconta come è cresciuta sul set e il suo punto di vista sul mondo e sul personaggio creato da Elena Ferrante che l’ha portata alla notorietà. Nel suo futuro una mini serie girata in Francia

“Guardami sempre, anche quando te ne vai da Napoli. Così so che mi vedi e sto tranquilla” queste parole pronunciate da Lila a Elena alla fine della prima puntata de L’Amica Geniale- Storia di chi fugge e di chi resta hanno fatto il giro del web, citata di bacheca in bacheca. Sono potenti come le pagine scritte da Elena Ferrante, le sequenze di Daniele Luchetti che in punta di piedi ha sostituito Saverio Costanzo alla regia della terza stagione e le interpretazioni di Gaia Girace e Margherita Mazzucco che, nonostante la loro giovane età, sono quelle due ragazze che crescono, che cambiano, che vivono desideri e maturità di donne più grandi di loro. 

Le interpretazioni di Gaia e Margherita hanno un upgrade decisivo. Rappresentano con credibilità quella generazione di donna vissuta negli anni ’70, che si batte per far valere i diritti femminili; la difficoltà di essere madre con la libertà di scegliere se e quando diventarlo e il cercare di dare una svolta al loro futuro per avere un’esistenza diversa a dispetto dei loro mariti e compagni. Storia di chi fugge e di chi resta piace anche per questo, infatti anche la seconda puntata ha dominato gli ascolti di ieri sera.

La terza stagione è il loro vero banco di prova nella recitazione per loro, per il modo in cui hanno anche affrontato Elena e Lila adulte dando ottime prove di attrici in scene drammaticamente intense, dove è arduo non restare emotivamente coinvolti. Sono state tante le donne che si sono riconosciute in loro e, soprattutto, nelle sofferenze e le ingiustizie vissute da Lila che, dopo aver lasciato Stefano Carracci, vive con Enzo ed è un’operaia nella fabbrica di salumi di Bruno Soccavo. Lavora in condizioni disumane che la portano ad ammalarsi. Quando incontra Elena, Lila appare smunta e consumata dai ritmi della fabbrica, ma non ha perso il suo acume e la sua vivace intelligenza: di notte studia informatica con Enzo, insieme hanno l’obiettivo di cambiare la loro condizione di vita.

Quando parliamo con Gaia Girace al telefono è contenta di sapere che tante donne vissute in quegli anni si sono identificate in lei. Quei consensi sono la prova che il suo grande impegno è stato ripagato. Ha 18 anni e ha la stoffa per diventare una bravissima attrice, tra quelle più intense che il nostro cinema potrà avere. L’aggressività e la sfacciataggine di Lila sono lontanissime da Gaia. È una ragazza timida, a tratti tenera, molto matura per la sua età, del resto, vivere l’adolescenza su un set come quello de L’amica geniale fa crescere in fretta.

L'intervista

Gaia, quando hai letto le reazioni sui social dopo la prima messa in onda cosa hai pensato? Tenendo conto che alcuni commenti sono di donne che hanno davvero vissuto quell'epoca? 

Sì li ho letti e sono stata contentissima. Sono stati tutti positivi. Significa che i primi episodi hanno molto colpito. È andata molto bene. È stato notato il lavoro che abbiamo fatto, la nostra crescita. È stato un bel impatto emotivo leggere i commenti di donne che si sono riviste in Lila perché hanno sofferto proprio come lei". 

In questa serie emerge il conflitto tra Lila ed Elena, ma, soprattutto, è chiaro come Lila vede Elena: come il suo riscatto. Nel libro è rappresentato in alcuni momenti in un linguaggio molto duro con alcune frasi chiave come: ‘Chi sono io se tu non sei brava?’, ‘A che è servito immaginare che ti saresti goduta una vita bellissima. Anche per me?’. Rappresentano le poche volte in cui si capisce cosa pensa Lila. Questi momenti come ci avete lavorato per renderli negli 8 episodi?

Quando leggo le sceneggiature già mi faccio un’idea di come vorrei che arrivasse la scena. Me la studio nella mia mente perché a me non piace provare tante volte altrimenti divento un piccolo robot e la mia forza sta proprio nella spontaneità. Con Daniele Luchetti abbiamo provato in vari modi, però, in realtà è andata abbastanza liscia visto che era tutto molto sentito”.

Luchetti ha detto che è entrato con molto rispetto in questa storia, infatti è molto fedele al libro. Luchetti  si è molto affidato anche alla vostra esperienza. Sia tu che Margherita Mazzucco avete fatto sentire la vostra voce. Sentivate l’esigenza che passassero soprattutto alcuni messaggi attraverso le vostre interpretazioni. Per esempio, Lila è stata resa più fragile, facendo venir fuori ancora di più la sua umanità. Cosa sentivi che dovesse emergere di Lila?

Fin dall’inizio mi sono rapportata a persone che pensavano che Lila fosse un personaggio cattivo, infimo, superbo. Si soffermavano solo sull’apparenza, ed era una cosa che mi faceva andare su tutte le furie, anche perché di per sé io non giudico mai quando mi trovo una persona davanti, cerco sempre di scoprirla, guardandola negli occhi. All’inizio non sapendo recitare quando mi dirigevano cercavano di darmi indicazioni per rendere Lila con quelle caratteristiche, facendo venir fuori principalmente il suo lato triviale e civettuolo. Ciò mi faceva imbestialire perché, per me, Lila non era così. Per fortuna con Saverio, Daniele e Alice Rohrwacher ci siamo sempre trovati d’accordo ed è stato fondamentale. Mi fa piacere che questa cosa sia arrivata anche al pubblico notando le varie sfaccettature di Lila. Davvero, mi sono dovuta battere tanto per il mio personaggio. Io sono una ragazza che ascolta tanto i pareri degli altri però desidero anche essere ascoltata. Il confronto è importante”.

Quando avete saputo che voi eravate state confermate per l'intera stagione c'è stata anche qualche titubanza. Lila ha scene molto drammatiche e toccanti, il tuo ruolo è più duro anche fisicamente per il lavoro disumano in fabbrica; il crollo struggente alla fine del secondo episodio della prima puntata. Cosa ha creato più disagio? E su cosa avete più puntato con Luchetti per accentuare queste sfumature?

La più grande difficoltà è stata proprio quella. Interpreto Lila dai 23 ai 35 anni è una donna giovane però è come se la vita l’avesse segnata a causa di tutte le cose che ha subito. Anche il lavoro in fabbrica pian piano la distrugge, la fa ammalare. Interpretare questo senso di dolore, una donna che tanto che sta male non riesce neanche a stare in piedi non è stato facile, perché sarebbe potuto essere difficile essere credibile. Scoprendo però i vari trucchi del mestiere ho capito come fare. Poi, Io mi immedesimo tanto nel personaggio che interpreto, lo sento a pieno”.

Anche il lavoro di make up avrà fatto il suo…

“Sì, però se devo dire la verità, non mi sono soffermata su questo. Secondo me il pubblico conoscendo l’età mia e di Margherita si sarà chiesto come avremmo fatto a interpretare donne di 35 anni, però credo che una volta che si vede la serie, le storie che vivono Lenù e Lila con le trasformazioni caratteriali e fisiche non ci si sofferma proprio sull’età”.

Tutto è iniziato con Saverio Costanzo che ti ha scelto mentre seguivi un corso di recitazione. Anche tu, come Margherita Mazzucco, hai avuto modo di sentirlo durante ora che la terza stagione ha debuttato?

“Sì, mi ha scritto dopo la messa in onda della prima puntata. È stato molto soddisfatto e mi ha fatto i complimenti. Sono stata strafelice perché, per me, il suo parere resta fondamentale. Con Daniele Luchetti mi sono trovata benissimo ma mi ha fatto piacere avere l’opinione anche di Saverio, ho lavorato sodo e sono contenta che lui abbia apprezzato”.

Parlando del tema del maschilismo che viene fuori ancora di più in questa stagione anche con i tentativi di abbatterlo durante quegli anni, mi ha colpito una tua dichiarazione: ‘il maschilismo oggi è camuffato’. Secondo te, come si camuffa oggi il maschilismo?

Al giorno d’oggi tutti noi crediamo di essere ‘puliti’. Possiamo parlare di maschilismo come di omofobia dove molte persone dicono di non essere né maschilisti né omofobi ma hanno idee contraddittorie e ipocrite a riguardo. Molti dicono che hanno tanti amici omosessuali ma al tempo stesso provano fastidio se vedono per strada persone dello stesso sesso baciarsi, come in molti sostengono i pari diritti di noi donne però sono pronti a fare battutacce se una gonna è troppo corta. Questi sono esempi banali, ma si possono camuffare in tanti modi con frasi che possono ferire e se si è una persona pulita, open mind e femminista certe cose non sono dette. E’ ovvio che noi donne abbiamo fatto dei passi avanti enormi e numerosi, però su alcuni argomenti e in alcuni contesti della quotidianità siamo ancora indietro. Per esempio, non  è assurdo che una ragazza debba avere paura nel tornare a casa la notte, mentre l’uomo no?! Questo perché ci si sente autorizzati a infastidire o a molestare una donna, mentre a un uomo non oserebbero farlo neanche con uno sguardo. E’ ridicolo ma purtroppo continua a essere così".

A Sanremo com'è andata questa volta? Sei apparsa meno emozionata rispetto a 2 anni fa. Mi sbaglio?

“Non ero per niente meno in ansia. Io sono molto ansiosa e mi imbarazzo anche molto facilmente. Qualche anno fa, essendo più piccola ero anche più spigliata per cui me ne importava poco, ma negli ultimi tempi la mia ansia sta continuando ad aumentare. Infatti, sono arrivata al Festival di Sanremo con la paura di cadere scendendo le scale. Ho detto a tutti di guardarmi in diretta cadere (ride ndr). Alla fine, prima di entrare, mi sono detta che non potevo non vivermi quest’esperienza fino in fondo semplicemente perché ero tutta in ansia. Così mi sono divertita tanto. Dietro alle quinte abbiamo visto alcuni cantanti che sono stati super carini, umili. Sto affrontando l’ansia in modo diverso, non sempre permetto che mi divori".

Cosa ti porti di questi anni che ancora non hai raccontato che resterà incancellabile nei tuoi ricordi? 

Questa serie ci ha permesso di fare tante belle esperienze, di viaggiare tanto. Però, soprattutto la terza stagione mi è rimasta nel cuore perché l’ho affrontata in modo completamente diverso. Sono andata sul set tranquilla, senza ansia dicendo a me stessa ‘Vediamo che combino!’ e mi sono divertita da morire, godendomi le riprese a pieno. L’ho vissuta in modo diverso rispetto alle altre stagioni ed è per questo che sono veramente contenta. Questo mi ha permesso di sentirmi libera e di essere spensierata, cose molto importanti per me”.

Chiuso il tuo percorso con L’amica geniale da adesso in poi, come indirizzerai il tuo percorso?

Aiuto, aiuto! Non so se riesco a rispondere. Per ora sto vivendo molto alla giornata. Sono una ragazza che vuole programmarsi tutto e poco tempo fa ho avuto un periodo che non sapevo cosa fare. Passata l’estate, ho pensato di trasferirmi in un’altra città e di fare l’Università, senza sapere se fosse la scelta giusta. Poi mi hanno fatto capire che in realtà non c’è fretta. Se io volessi laurearmi a 30 anni, chi mi vieta di farlo? Se voglio studiare non sarà perché non farò l’attrice, ma lo farò solo per me. Per ora non c’è nessun piano A, B o C, devo pensare solo a ciò che mi rende felice e se un giorno recitare non mi farà più felice mi dedicherò ad altro. Ora sono felice di quello che sto facendo e dei progetti che si realizzeranno perché mi stanno facendo volare sia sul lato artistico perché mi fanno uscire dalla mia confort zone facendomi scoprire qualcosa di nuovo che sul lato personale che è la cosa più essenziale di tutte perché in tutte le esperienze che faccio devo trovare qualcosa che mi arricchisce dentro”.

So che ci sarà una mini serie per te in primavera.

Sì, in teoria in primavera dovrebbe uscire questa mini serie in due episodi che ho girato in Francia. È un super progetto che dovrebbe uscire anche in Italia ma non so quando. Sono fiera di ciò perché ho recitato in lingua francese, venendo dal liceo linguistico avevo delle basi ma solo viaggiando e rapportandosi con la gente del luogo si imparano sul serio le lingue”.

Con quale regista sogni di lavorare? 

Mi piacerebbe lavorare di nuovo con Costanzo, Rohrwacher e Luchetti perché mi sono trovata benissimo. Poi, mi farebbe piacere lavorare anche con Gabriele Muccino e Paolo Sorrentino”.

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