rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
In giro con Antonia

In giro con Antonia

A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

In giro con Antonia

Zampaglione si racconta: "Napoli città pazzesca, con persone piene di fantasia"

Intervista al frontman dei Tiromancino che sarà al Teatro Augusteo il 31 marzo con Ho cambiato tante case Tour, tratto dall’ ultimo album uscito a ottobre

Quando arrivano le notizie sulle imminenti partenze dei tour dei musicisti si ha la consapevolezza che siamo agli sgoccioli della Pandemia. I live sono stati quelli che sono mancati più a lungo, ma in queste settimane non sono pochi i tour che sono iniziati e in prima linea ci sono i Tiromancino che il 25 febbraio sono finalmente partiti con Ho Cambiato Tante Case Tour, approdando il 31 marzo anche a Napoli al Teatro Augusteo.

Per la torunée del loro ultimo album, a ottobre accolto da critiche entusiastiche, Federico Zampaglione e soci (Antonio Marcucci alla chitarra, Francesco “Ciccio” Stoia al basso, Marco Pisanelli alla batteria e percussioni e Mauro Rosati alle tastiere) hanno deciso di calcare i palchi di 19 dei teatri più importanti d’Italia per riportare dal vivo la loro musica e, per sentire ancora più vina l’energia con il pubblico, per questo nuovo inizio hanno lanciato l’iniziativa “Canta con i Tiromancino”, dove sarà possibile candidarsi per salire sul palco con i TIROMANCINO e duettare con Federico Zampaglione sulle note del suo ultimo singolo “L’odore del Mare”, interpretando la parte cantata originariamente da Carmen Consoli (tutte le info per partecipare sono sulle pagine social e sul sito di TRIDENT MUSIC che produce il giro di concerti).

Nello spettacolo live, scritto e diretto da Federico Zampaglione, le canzoni del nuovo album come “Cerotti” e “L’odore del mare”, si alterneranno agli innumerevoli successi che hanno costellato la trentennale carriera della band romana tra i quali “La descrizione di un attimo”, “Due destini”, “Per me importante”. Di fatto Ho Cambiato Tante Case Tour va ben oltre la musica. Lo show che i TIROMANCINO porteranno sul palco sarà un vero e proprio viaggio che scandaglia rapporti familiari importanti, parole rivolte dai figli ai genitori e dai genitori ai figli, sentimenti legati alle relazioni amorose e all’amicizia, ma anche il rapporto con il pianeta, il legame con la musica con i suoi maestri e, ovviamente, il cinema.

Il cinema è il secondo amore artistico di Federico Zampaglione, sia nel tour che nell’album i riferimenti ci sono come dimostrano le suggestioni del video de “L’odore del mare”, singolo uscito a dicembre dove si esibisce con la Consoli in cui non manca anche un po' di Napoli nel videoclip con la presenza dell’attrice Angela Fontana conosciuta per il film Inseparabili di Edoardo De Angelis.

L’intervista

Zampaglione, qualche settimana fa è iniziato HO CAMBIATO TANTE CASE Tour. Vedere le persone riunite insieme ad ascoltare musica dal vivo. Quanto ha emozionato da 10 a 1000?

“Mille! Ormai è un’esperienza nuova sia per noi che per il pubblico che viene a vedere i concerti. E’ un ricominciare, con tutte le problematiche e i pensieri che abbiamo purtroppo legati anche alla recentissima questione della guerra, però, la musica deve servire come cura, una medicina per la mente. Per un attimo, abbiamo tutti bisogno di staccare la spina per assorbire buone vibrazioni. E’ un periodo che ne abbiamo davvero bisogno e, noi, stiamo facendo questo tour per portare un po' di positività in giro”.

Oltre a dare un senso di appartenenza, la casa dà stabilità. Elemento ancora più potente, visto che in questi ultimi due anni viviamo in un senso di precarietà. Quanto ha determinato le ultime fasi della realizzazione dell’album? E se può dirci di più sotto quale ispirazione o esigenza espressiva è nato l’intero progetto di Ho Cambiato Tante Case?

“La precarietà fa parte della vita di un artista perché non esistono cose troppo stabilite e programmabili quando fai un mestiere come questo. Si dipende sempre dai cambiamenti. Magari scrivi un pezzo che ti fa impazzire e poi, tre giorni dopo, ti accorgi che non ti piace più. A volte la precarietà può anche aiutare l’arte. In questo caso, però, sono state in atto tutta una serie di complicazioni per cui io, per esempio, mi sono fermato a scrivere perché non riuscivo a trovare gli stimoli, allora, ho girato dei cortometraggi e un film componendo anche la colonna sonora. Piano, piano sono riuscito a mettere in circolo i sentimenti e lo stato d’animo giusto. Ho avuto tutto il tempo per farlo non dipendendo da pressioni essendo tutto fermo e vivendo in questo limbo. Stavolta, ho curato questo album come se fosse una sorta di hobby non essendoci scadenze. E’ stata la prima volta nella mia vita che ho lavorato senza fare programmi. Si faceva quello che veniva”.

Il 31 marzo sarete al Teatro Augusteo, una scelta che è stata fatta per tutto il tour che prevede 19 teatri italiani. Una scelta determinata anche da come ha ideato e strutturato il tour?

“E’ da un bel po’ che in inverno i tour li faccio solo nei teatri perché sono un perfezionista sul suono così come lo sono in studio, negli anni, lo sono diventato anche nei concerti. Ambienti dove il suono rimbomba, non è intellegibile, le parole non si capiscono in cui tutto si basa, prevalentemente, sul fatto che si sta insieme ai concerti per fa’ casino, non appartiene più alla mia visone acustica. Io purtroppo non riesco a fare più concerti così. Quando ero più giovane, mi divertivo anch’io a cantare nel rimbombo generale, però, oggi c’è una cura elevata degli strumenti, molti dei quali particolari e delicati che vanno ascoltati con un suono perfetto e solo nei teatri, arene e spazi all’aperto li puoi sentire. In luoghi adibiti allo sport o ad altro, questa musica qui non rende perché sono brani d’ascoltare, non è un concerto dove ci si mette lì sfrenandosi a ballare”

Spulciando la scaletta non manca un pensiero a Lucio Dalla con la cover di Come è profondo il mare. In 10 anni dalla sua morte è ancora forte la sua presenza. C’è un aneddoto su di lui che ancora non ha raccontato ma che avrebbe voglia di condividere?

“Lucio Dalla era tutto un aneddoto (ride ndr). Ce ne sono due divertenti. Nel primo eravamo a Bologna in occasione di un premio storico bolognese, dove c’era un sacco di gente. In quell’occasione dovevamo suonare e chiesi a Lucio di venire a cantare, cosa che ha fatto. Lui sarebbe dovuto entrare non subito ma a un certo punto del concerto. Lui si era messo seduto su una sedia ad ascoltare il concerto. Arriva il punto in cui doveva salire Lucio per cantare insieme Washington e noi partiamo con il pezzo. Io canto la prima parte, ma lui non arrivava. Tutti noi ci chiediamo: ‘Ma Lucio dove è?’ .Praticamente, mi accorgo che si era addormentato lì vicino al palco. Il fonico lo svegliò e lui subito corse sul palco a cantare. Stessa cosa, è accaduta al matrimonio di un mio amico, dove lui era il testimone e mentre era sull’altare si addormenta. Era fatto così! Lui era come una Ferrari. Però, vorrei parlare anche del mio rapporto con Pino Daniele e non escludo che poi omaggerò anche lui, perché per me anche lui ha significato tanto...”.

Ci racconta qualcosa del suo rapporto con Pino Daniele?

“Quando da giovanissimo lo ascoltavo, per me era la linea di connessione tra la musica italiana e il blues, la musica ascoltata da me. Io ascoltavo chitarristi come Eric Clapton, Jimmy Hendrix, B.B. King e Pino è stato il musicista che mi fece capire che anche in Italia si poteva fare quel genere lì. Poi, l’ho conosciuto e l’ho perso di vista per poi ritrovarci durante gli ultimi anni della sua vita frequentandoci spesso. Facevamo queste belle suonate a casa sua, era la fase in cui entrambi eravamo separati e la musica ci teneva compagnia. Ci siamo fatti tante serate in cui Pino cucinava, si chiacchierava di tante cose e dopo si prendeva la chitarra per suonare. Anche Pino è stato una persona e un’artista che mi ha dato veramente tanto. Credo che sia stato tra i musicisti che ha sperimentato di più con i generi, cosa che piace fare tanto anche a me”.

Di oggi è la notizia dell’uscita del videoclip di “DUNE BUGGY” DEGLI OLIVER ONIONS la sua reinterpretazione del brano per il film “Altrimenti ci arrabbiamo” , omaggio al cult del ‘74 con Stefano Pesce, Alessandro Roja e Alessandra Mastronardi nelle sale dal 23 marzo.

“Ho visto il film che è un tributo fatto a quel film ma, in realtà, è una storia molto diversa. Non hanno per niente voluto fare un film uguale, anche perché non avrebbe avuto senso rifarlo. Hanno preso spunto da quell’idea e hanno fatto un film a modo loro. Edoardo Pesce, ricorda molto fisicamente Bud Spencer. Mi ha stupito. Poi, ricantare 'Dune Buggy' è stato come entrare nella macchina del tempo e tornare indietro a giorni felici e spensierati, dove i grandi eroi dei film ti facevano davvero sognare.”

Se si parla con lei non si può non parlare di cinema, Premesso che anche in questo album e in questo tour non mancano i riferimenti. In piena Pandemia si è dato al cinema con Morrison, il lungometraggio uscito proprio quando le sale hanno iniziato a riaprire. Com’è stato tra i primi a debuttare in tour così è stato al cinema, un bel gesto per aiutare anche quel settore.

“Ormai io sto a fa’ le riaperture (ride ndr). Sono l’uomo delle riaperture prendendomi tutte le difficoltà, i rischi e le situazioni poco agevoli per riaprire. Però, mi prendo le emozioni di ricominciare. Con il film siamo andati nelle sale chiuse due anni, assistendo a scene di commozione degli esercenti vedendo persone arrivare dando un po' di vita alle sale che lentamente ripartivano nonostante le limitazioni di quei mesi. Adesso, facciamo le riaperture dei live con il tour di Ho Cambiato Tante Case”.

E’ già a lavoro su qualche altro soggetto appena il tour finirà o la musica è mancata troppo per dare spazio al cinema?

“Ho già un soggetto pronto per un film. Ciò non mi impedisce a essere in giro nei prossimi mesi con la musica. Il cinema ha dei tempi molto lunghi. Mentre si sviluppa la sceneggiatura, si trovano i finanziamenti, si gira e si monta si parla come minimo di due anni come ciclo creativo. Ora sono a tempo pieno con la musica, ma io scrivo sempre storie, alcune di queste ,però, quando le rileggo, non sopravvivono. Realizzo un film proprio quando mi innamoro di un soggetto e desidero vederlo realizzato in ‘carne e ossa’”.

Siamo a Napoli, il cinema e la serialità qui sta prendendo sempre più piede. Potrebbe essere tentato dalla storia giusta a girare qualcosa qui come regista?

“Certo! Visivamente, Napoli è una città pazzesca perché c’è un po' di tutto. Poi, c’è un linguaggio bellissimo, molto intrigante. I napoletani hanno delle facce incredibili. Loro sono bizzarri e pieni di fantasia. Tra le strade di Napoli incontri persone che sembrano personaggi teatrali. Negli ultimi anni è stato dato anche spazio a film e serie di genere un po' gangster facendo cose davvero interessanti. E’ una città molto viva dal punto di vista musicale, cinematografico e teatrale. Tutte queste caratteristiche rendono Napoli una delle città più pulsanti e più produttive”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Zampaglione si racconta: "Napoli città pazzesca, con persone piene di fantasia"

NapoliToday è in caricamento