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In giro con Antonia

In giro con Antonia

A cura di Antonia Fiorenzano

Andare in giro alla scoperta di ciò che accade incontrando personaggi e persone per raccontare storie, fatti e notizie dove non manca quel pizzico di curiosità. A cura di Antonia Fiorenzano

L'intervista

L'amica geniale, Margherita Mazzucco: "Io ed Elena, così vicine ma così diverse"

Intervista all'attrice che interpreta uno dei personaggi più amati del mondo di Elena Ferrante. Presto la vedremo nei panni di Santa Chiara. Il sogno: "Vorrei diventare regista"

Domenica sera, su Raiuno, quasi 5 milioni di persone sono state davanti alla tv per ritrovare Elena e Lila, le due eroine create da Elena Ferrante per la sua saga, L’amica geniale. Nel terzo capitolo Storia di chi fugge e di chi resta le ritroviamo donne in un Italia che sta cambiando rapidamente alla vigilia di quei convulsi anni ’70. Sono cresciute in fretta.

Entrambe hanno provato a forzare le barriere che le volevano chiuse in un destino di miseria, ignoranza e sottomissione. Lila è restata. Ha un figlio piccolo, ha lasciato il marito Stefano e l’agiatezza, lavora come operaia in condizioni durissime; Elena è fuggita dal rione, ha studiato alla Normale di Pisa e ha pubblicato un romanzo di successo che le ha aperto le porte di un mondo benestante e colto.

A dirigere c’è Daniele Luchetti, suggerito dallo stesso Saverio Costanzo per sostituirlo alla regia. Luchetti fa una ricostruzione veritiera di quegli anni, attingendo anche dai ricordi delle donne della sua famiglia, per raccontare il tentativo di "liberazione" delle donne di quell'epoca. Per farlo si affida alle sue giovani protagoniste Margherita Mazzucco (Elena) e Gaia Girace (Lila) che oggi hanno 19 e 18 anni e che ha deciso di far continuare per tutta la terza stagione anche nella parte in cui diventano più adulte: “Il loro talento mi ha permesso di mantenere non solo una grande credibilità, ma anche di mostrare quello che era usuale negli anni '70: famiglie più giovani di quelle contemporanee. Le nostre mamme e i nostri papà erano poco più che adolescenti quando hanno fatto figli”.

Margherita e la sua Lenù

In Storia di Chi resta e di chi fugge Elena esplode in tutte le sue contraddizioni. Lenù è una seconda pelle per Margherita, d’altronde, ha vissuto la sua adolescenza crescendo su quel set di quella straordinaria avventura de L’amica geniale che sia a lei che a Gaia Girace le hanno portate a Los Angeles, sul red carpet del Festival di Venezia e sul palco dell’Ariston di Sanremo, cose che non capitano a tutti a quell’età. Esperienze che la rendono una ragazza matura tanto che con i suoi grandi occhi azzurri guarda al suo futuro con chiarezza dove non mancano nuovi progetti e un sogno, diventare regista. La raggiungiamo al telefono nella sua casa di Napoli dove vive con i genitori e le sue sorelle, ma il desiderio di trasferirsi magari in un’altra nazione c’è. Per ora, però, va con calma si gode il successo di quella che per lei, adesso, è davvero la sua ultima stagione e studia per i primi due esami da dare alla facoltà di Lettere.

L'intervista

Margherita, tu ed Elena siete cresciute. Quanto sono stati impegnativi gli ultimi anni?

“Quest’anno ho dovuto affrontare più prove. Elena diventa più grande di me e ho recitato scene di esperienze ancora non vissute come il matrimonio, la maternità. Questo aspetto è stato tra i più duri da affrontare. Poi siamo negli anni ’70 dove parliamo delle problematiche sociali di quel periodo che io non conoscevo. Per essere credibile, mi sono informata guardando documentari per capirci di più sulle questioni sociali di quell’epoca. Mi hanno aiutato anche i racconti di Daniele che era bambino in quegli anni. Per quanto riguarda me, sono cresciuta molto. Diventando maggiorenne arrivano anche più responsabilità”

E in ambito artistico?

“Mi sento più matura e più consapevole di me.”

La scena che ti è piaciuta di più girare in Storia di chi fugge e di chi resta?

“Sono state divertenti le scene con le bambine che interpretano le mie figlie. Sul set era diventato quasi un gioco, volevamo rendere il tutto meno pesante per loro, perché stare sul set per tante ore può essere tosta e quindi giocavamo sul serio”.

Tutto è iniziato con Saverio Costanzo che ti ha scelto mentre frequentavi il Liceo Genovesi. Hai avuto modo di sentirlo dopo la prima puntata?

“Sì, ci siamo sentiti qualche settimana fa. Mi ha fatto i complimenti per gli episodi”.

Sia tu che Gaia siete state sottoposte a un leggero trucco. Invecchiata di 15 anni che effetto ti ha fatto?

“In realtà è stato più l’insieme. Il taglio di capelli ha fatto tantissimo e anche i costumi. È stato strano però quel look mi è piaciuto molto. Ero contenta di essere una mamma così”.

Tu, invece, come ti immagini all'età di Elena?

“Oddio, non lo so. Spero felice, continuando a fare questo lavoro perché mi piace tantissimo. Spero di aver viaggiato tanto e, magari, anche di avere una famiglia”.

Durante la conferenza stampa hai detto che hai molto in comune con Elena, ma cosa di Elena proprio non ti va a genio?

“Il suo freno più grande è sé stessa. Lei incolpa suo marito, Lila, la madre e tutti gli altri però è lei sola a crearsi dei pregiudizi frenandosi. È una cosa sbagliatissima”.

Elena oscilla tra insicurezze e la tenacia nel lasciare il Rione e quella vita. È piena di contraddizioni, mentre si ribella in modo aggressivo fa marcia indietro. Come ci avete lavorato nella caratterizzazione?

“Siamo stati molto fedeli al libro. Ogni mattina, prima di girare, ci riunivamo al tavolo e leggevamo le pagine del libro da cui erano tratte le scene da girare nella giornata. Così era tutto più facile perché il libro è completo, ti dice praticamente tutto. Negli episodi che vedremo nelle prossime settimane spiccherà ancora di più questo lato oscuro di Elena. Ha un blocco. Cade quasi in depressione, non riesce praticamente più a scrivere, non riesce a conciliare il lavoro con i suoi ruoli di moglie e madre. È sempre alla ricerca di nuovi stimoli”.

Quando hai studiato quegli anni cosa ti ha colpito di più di quel periodo storico?

“Mi collego a una cosa detta da Daniele: sono anni in cui è uscita più allo scoperto la categoria dei giovani. Erano i giovani che combattevano per le questioni sociali. La loro voce si faceva sentire tantissimo. La cosa che mi ha colpito di più è che la politica era molto presente nei ragazzi, mentre oggi tra noi non se ne parla affatto, anzi, siamo abbastanza ignoranti a riguardo.”

Cosa pensi che possa attrarre i tuoi coetanei degli anni ’70 vedendo la serie?

“Secondo me ciò che ha sempre attirato e che, soprattutto quest’anno attrarrà è che i personaggi sono molto umani. E’ molto facile identificarsi in loro. Per esempio, mentre domenica andavano in onda i primi due episodi io ero su Twitter a leggere i commenti (anche se non sono affatto attiva sui social mi diverte troppo fare questa cosa). Dai commenti scritti, si capisce che le persone si identificano moltissimo in Elena, nel suo rapporto con Nino Sarratore, nel rapporto con la madre. L’identificazione attrae.”

Da Elena a Santa Chiara il cambio è stato repentino com'è andata questa nuova esperienza cinematografica con la regista Susanna Nicchiarelli dove interpreti tutti altri panni?

“Sono uscita dai panni di Elena e, letteralmente, due giorni dopo ero in quelli di Santa Chiara. Non me l’aspettavo ma è stato molto più semplice del previsto. Sono riuscita abbastanza facilmente a entrare nel personaggio di Chiara, anche perché Susanna Nicchiarelli voleva che fossimo comunque dei ragazzi moderni perché Chiara ha la mia età quando inizia il suo percorso per cui non è stato troppo difficile metterlo in scena”.

Come sta andando alla facoltà di Lettere? Quale esame stai preparando?

“Ho iniziato da poco perché durante il primo semestre stavo girando. Sto preparando Storia della letteratura italiana e Storia della lingua italiana”.

Hai dichiarato che ti senti attratta dalla regia. Pensi che questa potrebbe essere la tua strada? O magari intraprendere entrambe le carriere?

“Sì, a dire la verità mi piacerebbe sia recitare che dirigere. Per ora ho lavorato con quattro registi e ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di diverso. Spero che continuando a fare l’attrice avrò l’occasione di lavorare con nuovi registi che mi faranno scoprire nuove cose anche sul versante della regia”.

L’attrice Maggie Gyllenhaal è candidata all'Oscar come miglior sceneggiatrice per aver adattato proprio un romanzo della Ferrante, The Lost Daughter per il suo debutto alla regia.

“Sì, sì, sarebbe bello (ride, ndr)”.

Il film Chiara, l’iscrizione alla Facoltà di Lettere, il desiderio di trasferirsi a Parigi. Nell’immediato, quale altro sogno hai in mente?

“Per il momento mi sto rilassando perché è da un anno e mezzo che non mi fermo mai. Sto studiando e sto prendendo anche la patente. Ciò detto vorrei continuare a lavorare.”

Tu e Gaia Girace avete detto che ricorderete questo momento di vita perché unico. Cosa di questi anni compresa l'ultima stagione ti porterai dietro per sempre? 

“Confesso una cosa: di Elena ho preso un paio di stivali che terrò sempre (ride ndr). Se penso alla mia adolescenza penso a L’Amica Geniale, sul quel set l’ho vissuta. Mi porterò dietro le persone che ho incontrato, abbiamo lavorato insieme per tre anni e siamo diventati una sorta di famiglia durante tutti quei mesi. Sono persone che non solo mi hanno insegnato tanto, ma mi hanno anche protetto tanto. Ci siamo voluti bene”.

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