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Il caffè sospetto

Il caffè sospetto

A cura di Emiliano Dario Esposito

Il sondaggio su de Magistris e le polemiche: siamo tutti titolisti?

Dubbi non proprio giornalistici su di un titolo invece, di fatto, obbligato

Un po' come nel caso dell'allenatore della Nazionale di calcio, o – contestualizzando – quello del Napoli, anche il mestiere del giornalista fa parte delle professioni evidentemente ritenute dai più alla portata di tutti. È comune contestare argomenti scelti, modi di trattazione, e – scopriamo in questi giorni – soprattutto titoli.

Facciamo un passo indietro - questo è pur sempre un blog incentrato sul fatto partenopeo della settimana. Sta facendo particolarmente discutere in queste ore un sondaggio prodotto dall’Istituto Piepoli per "Povera Patria" (Rai 2), che ha rilevato l’indice di fiducia di cui godono su scala nazionale i sindaci delle principali città italiane. Luigi de Magistris, apriti cielo, è risultato essere quarto (gradimento del 32%), dopo Sala (Milano, 45%), Appendino (Torino, 39%), Nardella (Firenze 36%), e prima di Raggi (Roma, 30%) e Orlando (Palermo, 24%).
Si tratta come saprete di una modalità di sondaggio abbastanza collaudata, evidentemente un divertissement dal sapore leaderistico di "interesse" nazionale e rilevato su base nazionale, quindi per nulla significativo se lo si prova a utilizzare come misura di una buona o cattiva amministrazione cittadina.

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NapoliToday ha riportato i risultati del sondaggio nell'articolo dal titolo "De Magistris quarto sindaco più amato d'Italia tra quelli delle grandi città". Può sembrare strano, ma a qualcuno è sembrato un titolo non equilibrato, a "favore" del sindaco. Bisognava sottolineare ce ne fossero solo sei in lizza, e trasformare un semplice titolo in un saggio breve? Sottolineare che il sindaco di Napoli era "nella parte destra del tabellone"? Eppure non ci risulta che in Italia esistano decine e decine di grandi città, pare evidente che si tratti ("quarto tra quelli delle grandi città") di un risultato quantomeno interlocutorio. Nell'articolo non c'è un commento ai dati, è vero, ma li riporta: è cronaca. Se fosse stato un commento (ma si trattava di un divertissement, dicevamo, aveva davvero senso commentare un sondaggio del genere?) li avrebbe commentati. La più banale delle sottolineature in fatto di giornalismo, certo, ma evidentemente la differenza non per tutti è così palese.

Singolare è che soltanto un paio di settimane fa un altro titolo di un nostro articolo, "Biciclette, Napoli agli ultimi posti per utilizzo", avesse suscitato – si potrebbe dire, semplificando, da opposta parte politica – simili (ma in verità ben più educate) reazioni. Sottolineare che Napoli è ultima, o che l'utilizzo delle bici a Napoli è in crescita? Il giornalista opera una scelta, condivisibile o meno, ma sempre – almeno è quanto possiamo assicurare nel nostro caso – in nome dell'indipendenza da qualsiasi fazione, al fine di rendere al meglio l'aspetto preponderante della notizia, e sempre nei limiti dello spazio che un titolo, un semplice titolo (perché sì, gli articoli andrebbero letti), mette a disposizione.

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