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Il caffè sospetto

Il caffè sospetto

A cura di Emiliano Dario Esposito

Rispetto per i "no green pass"? La loro non è una protesta democratica

C'è poco di "democratico" nel non rispettare gli altri in nome delle proprie (peraltro fantasiose) convinzioni

Vengo dal futuro, e anche nel futuro ci sono i quiz. Quelli televisivi, quelli per i concorsi pubblici. Mi hanno molto sorpreso le risposte corrette a due domande in particolare.

1- Nel 2021, al secondo anno della pandemia da Covid-19, a Napoli si è tornati dopo anni in piazza. Per quale motivo?
A) Il tentativo da più parti della classe politica di abolire il Reddito di Cittadinanza, proprio in un momento di crisi, evidentemente per livellare verso il basso i salari.
B) L'innalzamento della dispersione scolastica, dovuto ad una gestione dell'istruzione particolarmente deficitaria durante la crisi sanitaria del 2020.
C) L'affermazione del diritto di poter non accettare un vaccino gratuito, per una malattia spesso mortale, ma di poter comunque andare nei ristoranti al chiuso (luogo evidentemente di maggiore possibilità di trasmissione). Cosa che sarebbe possibile semplicemente facendo un tampone rapido da 15 euro, ma no, si afferma il diritto di non dover fare neanche quello.

2 - Definisci quella che era la "dittatura sanitaria" per i no green pass napoletani nel 2021.
A) La difficoltà ad accedere, in tempi di pandemia, a numerosi importanti esami diagnostici nelle strutture sanitarie pubbliche.
B) La percentuale altissima di obiettori di coscienza tra i ginecologi campani, con conseguenti grosse difficoltà nell'ottenere l'applicazione della legge 194 sull'aborto.
C) L'invito a fare gratuitamente un vaccino contro un virus pandemico dal 2020.

So bene che conoscete le risposte giuste, in entrambi i casi C, ma permettetemi di esserne profondamente sorpreso. E non perché chi sia sceso in piazza non abbia il diritto di non vaccinarsi, o di credere nei più astrusi complotti. Semplicemente perché, in nome di queste fantasie tutte sue, ritiene di poter prevaricare l'altro, il suo senso civico, la sua voglia di normalità. Ritiene di poter aggredire giornalisti o dar loro dei venduti, ritiene di poter fischiare e contestare chi rispetta la legge, ritiene di poter fare scienza rendendo la ricerca opinione, e l'opinione verità.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, scriveva quel tale geniale (anche) in slogan per distopie. Ecco di quali "diritti da difendere in piazza" stiamo parlando.

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