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A cura di Redazione

Alberto Rossi: "Ecco perché Un posto al sole ha successo"

L'attore interpreta il giornalista Michele Saviani. "La trama miscela le dinamiche di famiglia in un modo unico e le piazza in una cornice d'eccezione, Napoli"

"Feci un colloquio che non andò bene, poi arrivò il provino e strappai un anno di contratto. Nessuno immaginava tale successo". A parlare è Alberto Rossi, Michele Saviani in Un posto al Sole. L'attore, da venti anni, è presenza fissa nella soap.

"Mi hanno fatto andare in coma, ho scoperto di avere un fratello, mi hanno accoltellato, ho avuto diverse relazioni e a che fare con la Camorra. Gli autori sono in stato di grazia. Non c’è stato modo di annoiarsi", racconta in una intervista a Il Tirreno.

Il successo della soap "è nella trama. Un posto al sole miscela le dinamiche di famiglia in un modo unico e le piazza in una cornice d’eccezione, Napoli. La serie è stata voluta da Gianni Minoli, allora direttore di rete, e riprende un format australiano. Ma si è evoluta a modo suo andando a trattare anche temi di attualità come il cyberbullismo. Grande merito va al centro di produzione Rai locale che continua a fare un gran lavoro".

Alberto si è messo alla prova anche con la regia. "È sempre stato un mio desiderio e d’accordo con la produzione gli autori facevano “sparire” il mio personaggio per un mese, per farmi dirigere. Non lo faccio da 3 anni perché ho una bambina piccola". Una giornata tipo sul set? "Dipende. La troupe lavora dal lunedì al venerdì per 10 ore al giorno con un’ora di pausa. In media se inizio il lunedì, il giovedì sera posso riuscire anche a rientrare a casa a Roma".

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