Antonino Cannavacciuolo, quella volta in cui cucinò per Maradona
"Spaghetti ai frutti di mare. Mi sono molto emozionato"
Tifoso del Napoli, Antonino Cannavacciuolo ha un mito come tante persone: Maradona. "Quando ho cucinato per lui spaghetti ai frutti di mare mi sono molto emozionato". Per lo chef, giudice a MasterChef e protagonista di Cucine da incubo, "le emozioni devono uscire, sono positive, ti ricaricano, sono antitumorali".
Cannavacciuolo, come ha raccontato a Millionaire, è partito da una gavetta durissima. Prima in Campania e poi in Piemonte. "Ero un ragazzo con tanti sogni nel cassetto. I sogni non si dicono. Si mettono in un cassetto piccolo che diventa una parte del proprio cuore e si accarezzano con il pensiero: se ne si ha la giusta cura, un giorno si avverano".
La svolta come chef? "Quando sono andato a lavorare al Quisisana. Eravamo una bella brigata. Lì ho ricevuto l’impulso di fare stage all’estero. Esperienze che mi hanno consentito di iniziare il mio lavoro a Villa Crespi quando avevo 23 anni. Ecco perché consiglio a tutti di frequentare dei corsi. Il mio vero maestro è stato mio padre. È stato lui a trasmettermi l’amore per questo mestiere. Restavo ore, affascinato, a guardarlo mentre plasmava sculture di margarina. Lo accompagnavo quando andava a cercare la carne buona. Imparavo da lui quando comprava il pesce senza guardare tra i banchi, ma facendosi aprire la cella frigorifera sul retro. A causa del suo lavoro, mio padre è stato obbligato a stare spesso lontano dalla famiglia. Ecco perché ha combattuto con me una vera battaglia: non voleva che io vivessi la stessa esperienza. Rispetto a lui, io però sono più fortunato: gestisco un’attività mia e mia moglie lavora con me".