rotate-mobile
Gossip

Gossip

A cura di Redazione

Antonino Cannavacciuolo e gli inizi alla Sonrisa: "Aprivo 800 uova al giorno"

L'incontro con Maradona a Villa Crespi: "Dormiva di giorno. La notte chiamava il room service: spaghetti alla genovese, scampi in emulsione di polpo e paccheri al ragù napoletano"

Il padre, Andrea, era professore all’istituto alberghiero di Vico Equense, il paese natale, sulla penisola sorrentina. "Da ragazzo studiavo nella scuola dove papà insegnava, e lavoravo nell’hotel dove cucinava: La Sonrisa, un cinque stelle a Sant’Antonio Abate, quello dove adesso hanno ambientato Il boss delle cerimonie di Real Time". Così Antonino Cannavacciuolo in una lunga intervista ad Aldo Cazzullo per la Repubblica.

Oggi è uno dei volti di Masterchef: "Mi diverto perché non recito. Non ho i tempi televisivi, non ho il linguaggio. Mi dicono però che ho un mio stile. Con i colleghi mi trovo benissimo". Ma la sua gavetta è iniziata con le uova: "Romperle, separare il tuorlo dall’albume, montarle per il gelato alla vaniglia. Aprivo 800 uova al giorno, per fare 50 contenitori di gelato da mettere sulla macedonia e le fragoline di bosco. Alla fine c’era da lavare la cucina, scopare per terra, svuotare il magazzino. Poi mi passarono ai prosciutti. Disossavo venti prosciutti al giorno per preparare i canapé: burro e acciughe, cremoso, uova e caviale, formaggi e, ovviamente, prosciutto. Da ragazzino mi veniva la febbre per la fatica, e mio padre mi mandava a dormire in macchina; solo una volta mi portò in ospedale perché avevo le gambe gonfie appunto come prosciutti. Alla Sonrisa si teneva il festival della canzone napoletana: c’era un ragazzino bravissimo che aveva studiato al conservatorio, suonava il piano e la chitarra: Gigi D’Alessio. E veniva in ritiro il Napoli: Careca, Alemao, Bruno Giordano, il mitico Bruscolotti. E Maradona".

Nel 2006, el Pibe de Oro soggiornò per tre giorni a Villa Crespi. "Era in incognito. E io l’ho protetto. Si era sparsa la voce, chiamavano i giornalisti, e io negavo. Era a dieta. Dormiva di giorno e alle 4 di notte chiamava il room service: spaghetti alla genovese, scampi in emulsione di polpo, ma anche paccheri al ragù napoletano".

Cannavacciuolo è comunque legatissimo alla famiglia. "A Natale ho bevuto con papà un barolo del 1949, il suo anno di nascita. E sono legatissimo alla memoria di sua madre, nonna Fiorentina. L’ultima parola che ha detto è stata il mio nome: “Salutame a Tonino”. Quando sono in difficoltà o in ansia, la sento sempre. Grazie a nonna credo nella vita dopo la morte, e non ho paura".

Si parla di

Antonino Cannavacciuolo e gli inizi alla Sonrisa: "Aprivo 800 uova al giorno"

NapoliToday è in caricamento