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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ciuccio Stories

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A cura di Davide Schiavon

Quando Ferlaino gettava scompiglio alla guida: il Presidente pilota

Amante delle moto, campione italiano di Gran Turismo, ricco gaudente, costruttore vorace, discreto e rissoso terzino nei tornei intersociali. I tanti volti di un presidente unico

Corrado Ferlaino non è stato solo un grande presidente (certo, le sue ultime stagioni a Napoli sono state controverse, molti tifosi protestavano per la gestione societaria, eppure è stato l'unico in grado di vincere lo scudetto e ha portato a Napoli il più grande calciatore di tutti i tempi). Ferlaino era un amante del brivido, un bohemien, un gaudente. E' stato anche un costruttore vorace (il nome 'Rione Alto' lo scelse lui, per dare un toponimo nobile a un'area soffocata dal cemento). Quando sostituì, dopo tanti anni, l'anziano Achille Lauro alla presidenza del Napoli, Ferlaino era un ingegnere 38enne, nel pieno della creatività imprenditoriale, preceduto però dalla fama che vantava nel suo sport preferito: l'automobilismo.  

Racconta Roberto Ciuni ne 'Il Pallone di Napoli': "Ferlaino pilota d'automobili esordisce nel 1957, nella corsa in salita Sorrento-Sant'Agata dei Due Golfi, su Alfa Rome Giulietta: primo nella classe 1300". Alla Mille Miglia del 1959 si classifica quinto con una Giulietta Sprint, poi torna alle cronoscalate: Targa Vesuvio, Palermo-Monte Pellegrino, Coppa della Consuma. Vince la Coppa Gallenga e la Catania-Etna. Prova ancora alla Mille Miglia ed è secondo: "Ferlaino ha gettato lo scompiglio tra le Appia", titola la Gazzetta dello Sport, che poi lo definirà un "promettente giovane" dopo il Gran Premio di Pescara.

Ferlaino Presidente del Napoli (foto Ansa)

Non solo auto: Ferlaino gira in moto (come testimonia la foto), partecipa a gare estive tra motoscafi nel golfo di Napoli, compete sul go-kart da 125 cc. Passa alle grosse cilindrate e vince la prestigiosa Targa Florio nel 1964 (primo nella categoria oltre 2500). Trionfa nel Campionato Italiano Gran Turismo e si laurea campione d'Italia di categoria. 

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Ma anche da calciatore non è male, Corrado Ferlaino. "Giocava tornei intersociali indossando la maglia a strisce del Tennis Vomero", racconta Ciuni. "Terzino, interno destro, interno sinistro, ala, laterale - 'una mezza rivelazione'. Finché, nel dicembre 1960, coinvolta in una rissosa Tennis Vomero-Circolo Forense, lo squalificarono per un bel po'. Nel 1964, squalifica a vita: ha preso a botte un arbitro". Dirà Ferlaino ricordando l'episodio: "Era un arbitro piccolo piccolo. Pensai: se non lo picchio oggi, un arbitro, non lo picchierò mai più". 

Oltre le passioni sportive c'è un Ferlaino scoppiettante in ogni momento della vita: si vocifera che qualche amico suo, a mezzogiorno passato, nella piazzetta di Capri "s'è sentito proporre da lui di andare a far colazione a Roma e tornare indietro". O ancora, si racconta di quando alcuni capresi videro sbarcare furtivamente Ferlaino, di notte, con un carico di tric-trac che avrebbe acceso per offrire uno spettacolo di fuochi alla figlia Francesca. Lo stesso Ferlaino narra al Roma di un'assurda scommessa vinta: "Eravamo riuniti a piazza Leonardo e decidemmo che l’acqua che si beveva a Napoli non era buona. Scommettemmo a chi arrivava primo in macchina a Stoccolma per bere un buon bicchiere d’acqua: vinsi io". 

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"Gira intorno al suo obiettivo come un'ape inebriata dal nettare. Poi d'improvviso si alza. Mangia un'oliva. Butta giù un sorso di whisky e chiede scusa al suo interlocutore. Va nel salone accanto a parlare con quelli dell'Inter. Ci sta due minuti e chiede ancora scusa. C'è il Monza che l'aspetta. Tutto scatti, come un'ala alla Muccinelli: maglione blu e camicia aperta oppure vestito chiassoso azzurro mare a righine bianche... Alla faccia dei napoletani pigri": così un Ferlaino impegnato nel calciomercato a Milano viene descritto da Piero Mulassano su La Notte. 


(Si ringrazia l'Archivio Carbone per la foto copertina del blog)
 

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