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A cura di Redazione

Pizza procidana: l'idea del Maestro Enzo Coccia

L'ispirazione è giunta leggendo il libro di Vincenzo Corrado

"Nel corso dei miei studi sull’avvento del pomodoro a Napoli mi sono imbattuto nel libro di Vincenzo Corrado dal titolo “Dal cibo pitagorico ovvero erbaceo per uso de’ nobili e de’ letterati” del 1781, Edizioni Stamperia Raimondiana. Incuriosito ho subito cominciato a documentarmi sulla figura dello scrittore". Inizia così il racconto del Maestro Enzo Coccia sul suo blog.

"Il Principe di Francavilla gli attribuì la carica di “ capo dei servizi di bocca”, colui cioè che soprintende alla cucina e alla preparazione delle vivande nonché all’organizzazione dei banchetti, di Palazzo Cellamare, sulla collina delle Mortelle. Immaginate la mia emozione di fronte questa scoperta.... Con grande sorpresa ho trovato alcuni riferimenti al pomodoro".

Pomodori che "danno gusto al palato ma a sentimento dei fisici facilitano molto con il loro sugo acido la digestione, particolarmente nella stagione estiva quando per l’eccessivo calore l’uomo ha lo stomaco rilasciato e nauseante. Sono i pomodorini rotondi, di color zafferano ed hanno una pellicola che per toglierla bisogna rotolarli sulla brace”.

Per Enzo Coccia, è giunta così l'ispirazione per una nuova pizza. Parliamo della Pizza Procidana "perché in estate i pescatori dell’isola, fuori le loro case, sono soliti cuocere i pomodori sulla brace e li poggiano poi su fette di pane croccante e caldo e conditi con un filo d’olio".

Ecco tutti gli ingredienti: pomodorini a grappolo o datterini, scamorza, uno spicchio d’aglio, origano, prezzemolo, basilico, olio extra vergine di oliva di ottima qualità e sale marino.

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