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Salute

Come smettere di pensare all'ex ed essere felici: i consigli per la primavera

Un interessante vademecum realizzato dalla piattaforma Subito in collaborazione con la dott.ssa Chiara Maiuri

Nessun cambio di stagione più della primavera è l'occasione per fare pulizia, non solo nell'armadio o in casa, ma anche e soprattutto dentro di noti. A maggior ragione quest'anno, con l'annunciato ritorno alle abituali condizioni di vita, dopo oltre 24 mesi di stress legato alla pandemia. A delineare le linee guida per fare spazio non solo in casa ma anche nella mente e nel cuore, gettando via sia oggetti che ricordi che ci legano al passato e costituiscono una zavorra di ansia e dolore, ci ha pensato Subito (piattaforma n.1 per vendere e comprare in modo sostenibile in Italia) in collaborazione con la dott.ssa Chiara Maiuri, psicologa clinica e terapeuta emdr, collaboratrice di Progetto Itaca nella prevenzione del disagio psicosociale (ig@chiaramaiuripsicologa).  

I consigli sono tanto semplici quanto efficaci: basta volerli seguire.  

Il potere evocativo degli oggetti  

Nel corso della vita tendiamo ad accumulare e conservare, per i motivi più svariati, oggetti che con il tempo rimangono inutilizzati, ma che acquistano un potere evocativo enorme e fortemente condizionante: ripropongono antiche versioni di noi stessi impedendo di concentrarci sul qui e ora e di fare anche un solo passo in avanti ed evolvere .  

"Un buon equilibrio mentale e psichico passa anche attraverso l’ambiente che ci circonda e gli oggetti che abitano la nostra quotidianità, portatori di significati, di ricordi positivi e negativi e anche di prospettive -  spiega la dott.ssa Chiara Maiuri - La capacità di disfarci delle cose che non ci servono e di fare ordine intorno a noi porta a moltissimi benefici. Liberare lo spazio che ci circonda ha anche la funzione di liberare la nostra mente da alcune emozioni, che non sempre ci aiutano a vivere serenamente. Questo non significa rinnegare i nostri sentimenti ma capire che, a prescindere dalla presenza o meno di un oggetto, la memoria di un ricordo o di una persona amata rimane dentro di noi, impresso tra le fibre delle nostre esperienze e sensazioni.

Tutto dipende dall’associazione tra oggetto ed emozione: se guardare una cosa ci rende felici, allora teniamola. Diversamente gettiamola per fare spazio alla positività.

Gli oggetti che innescano ricordi tristi o dolore, assieme a quelli che teniamo solo per pigrizia, possono inotre essere utili a qualcun altro e avere una nuova vita. La second hand, pratica che nell’ultimo anno ha coinvolto 23 milioni di italiani secondo una specifica ricerca dell’Osservatorio BVA Doxa per Subito, costituisce una soluzione perfetta per chi vuole liberarsi di ciò che oggettivamente non serve più e ritrovare serenità, promuovendo un’economia circolare e sostenibile. E anche avere anche un guadagno extra, se si considera che chi ha venduto usato - come evidenziato dalla ricerca - ha guadagnato mediamente 1.000 euro in un anno. 

Che tipo di legame hai con gli oggetti del passato 

Il modo in cui ci rapportiamo agli oggetti può darci informazioni interessanti su noi stessi. I comportamenti più comuni rispetto al possesso degli oggetti è indicativo, infatti, per gli esperti, di quattro principali modi di essere. E tu di che tipo sei? 

  • Il nostalgico 

Sguardo sempre rivolto verso i tempi passati, la cui rappresentazione è sempre legata ad oggetti, il nostalgico subisce particolarmente il potere evocativo delle cose, si affeziona e fa fatica ad abbandonarle perché non riesce a cancellare o a lasciare dietro di sé il passato. 

  • Il procrastinatore 

Il procrastinatore sceglie, più o meno inconsciamente, di evitare di gettare le cose perché tale separazione genera in lui insicurezza e paura, ponendolo di fronte ai propri limiti. Il pensiero che lo frena è: “Primo o poi potrei in fondo avere bisogno di questo oggetto!” anche se sa che, in realtà, questo non succederà mai. Non è poi da escludere una dose di pigrizia 

  • Il timoroso 

Per il timoroso, anche il minimo cambiamento genera lo stress delle conseguenze e dell'imprevedibilità. È la paura del cambiamento, rappresentato fisicamente dall’alterazione dell'ambiente in cui vive, a impedire di agire. 

  • L’ansioso  

Il pensiero del cambiamento lo turba portandolo a evitare un’attività che invece ha come beneficio proprio quello di alleggerire e alleviare lo stress. 

I 5 consigli per il decluttering emotivo  

Per tutti, comunque, la soluzione c'è e non è difficile come sembra, stando ai consigli per il decluttering emotivo della dott.ssa Chiara Maiuri e Subito. 

1) Dedicare tempo a sé stessi. Ascoltiamoci, prendiamoci del tempo per capire cosa ci rende felici o meno. Stiamo meglio in un ambiente pieno di oggetti o amiamo l’ordine di uno spazio sgombro? C’è qualcosa che ci dà particolarmente fastidio e da cui avrebbe senso iniziare? Potrebbe essere un armadio disordinato o un angolo del salotto che proprio non ci piace più: iniziare da un ambiente ben preciso potrebbe essere utile e gratificante, portando risultati visibili nell’immediato.  

2) Individuare gli oggetti che non ci rappresentano più nel qui ed ora, oppure che trasmettono emozioni negative. Partire anche da un oggetto solo, di cui ci vogliamo liberare, porta la sensazione di benessere a portata di click. Già solo metterlo in vendita ci darà un senso di sollievo, e la soddisfazione di averlo fatto uscire dalla nostra vita, magari con un guadagno extra, sarà di sprone per procedere con tutto il resto!  

3) Riflettere sulle emozioni che l’oggetto ci suscita e sul ruolo che ha svolto nella nostra vita. Potrebbe essere utile porsi delle domande: è ancora utile per me? O semplicemente mi fa star bene averlo? Potrei farne a meno? Se la risposta a questa ultima domanda è no, teniamolo senza nessun pentimento. Non riuscire a separarsi da un oggetto non va vissuto come una debolezza, potrebbe semplicemente volerci più tempo per metabolizzare la decisione 

4) Ricordarsi chi siamo e soprattutto chi desideriamo essere. Provare a lasciare andare il passato ci consente di concentrarci sul futuro. Chi vogliamo essere? Cosa ci serve per essere chi vogliamo?  

5) Provare ad immaginare l’ambiente circostante libero. Lasciar andare il vecchio ci consente di fare spazio al nuovo! Proviamo a visualizzare lo spazio vuoto intorno a noi, a immaginare l’assenza di quell’oggetto come la possibilità di accogliere altro, non solo un oggetto, ma anche nuove emozioni e rappresentazioni di sé stessi. 
 
Terminata la fase iniziale di consapevolezza e selezione, non resta che agire, lasciando posto al nuovo e a ciò che di bello può avvenire!

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