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Salute

Tumore al seno: un sito per la corretta informazione

Campagna di sensibilizzazione di Gilead Sciences Italia, con il patrocino dell’Associazione di pazienti Europa Donna Italia, Donne in Meta

Il carcinoma mammario metastatico triplo negativo o TNBC (dall’inglese Triple Negative Breast Cancer) è un'aggressiva forma di tumore al seno che rappresenta il 15-20% delle diagnosi.  È caratterizzato dal fatto che le sue cellule non presentano le tre proteine bersaglio individuate dalla ricerca nelle altre forme di tumore al seno: non ha il recettore dell’estrogeno (ER), il recettore del progesterone (PR) e il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2). Questo significa che non è possibile aggredirlo con i farmaci a bersaglio molecolare e che la chemioterapia resta la prima arma, combinata con l’immunoterapia in quel 40-50% di casi in cui è presente il bersaglio terapeutico PD-L1, assieme a chirurgia e radioterapia.

Per offrire un sostegno concreto alle donne che si trovano a dover sostenere la battaglia contro questo tipo di tumore nasce la campagna di sensibilizzazione di Gilead Sciences Italia, con il patrocino dell’Associazione di pazienti Europa Donna Italia, Donne in Meta che invita le pazienti a non chiudersi in se stesse ma a puntare sulla forza del gruppo, mettendo a disposizione - attraverso il suo sito www.donneinmeta.it - corrette informazioni.

Come indicano i dati di un’indagine svolta da Elma Research, cui hanno preso parte oltre 100 donne con tumore al seno triplo negativo e alcuni partner, fondamentali per il difficile percorso clinico-terapeutico i seguenti passi:

Farsi aiutare per favorire i sentimenti positivi

Secondo l’indagine condotta da Elma Research per Donne in Meta - su un campione di 102 pazienti con TNBC e con età media di 52 anni - paura, smarrimento e confusione sono i tre sentimenti che accompagnano la scoperta del tumore: è fondamentale evitare che prendano il sopravvento e che siano sostituiti da sentimenti positivi derivanti dalla propria forza interiore: “Anche se la diagnosi di tumore al seno è un evento fortemente traumatico, è bene reagire e affrontare il percorso con coraggio. Non si tratta di una mossa semplice ma, lo dico per le tante storie raccolte in questi anni, è anche la prima da mettere in atto per favorire la guarigione. Per riuscirci - dice Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia - l’aiuto di chi sta vicino è indispensabile, ma è anche fondamentale che la donna non abbia timore né imbarazzo a chiederlo, al partner come ai parenti, agli amici e anche a una delle tante associazioni che sono pronte a sostenerla. Inoltre, c’è un altro messaggio che vogliamo diffondere con questa iniziativa: essere informate sulla malattia è altrettanto importante e in questo senso i medici sono chiamati a loro volta a “fare squadra” favorendo un maggiore dialogo durante le visite”.

Concentrarsi sul presente

Il tempo è un fattore chiave per le pazienti: il futuro è essenzialmente fonte di ansia e insicurezza (il 47% ne ha paura, il 35% non pianifica più nulla),mentre il presente costituisce un aspetto positivo (56%), pari al supporto di familiari e amici (54%).

L’indicazione è quindi quella di vivere appieno l’oggi, stando di più con le persone care e dedicandosi maggiormente ai propri interessi: “Il rugby fa sviluppare l’attitudine a pensare che c’è sempre un’opportunità di rialzarsi e di ottimizzare quello che abbiamo a disposizione per raggiungere l’obiettivo a dispetto delle difficoltà. Quando mi hanno parlato di Donne in Meta e del messaggio che si propone di promuovere - osserva Marco Bortolami, ambassador di Donne in Meta e oggi capo allenatore del Benetton Rugby dopo aver collezionato 112 presenze in Nazionale da giocatore - ho subito pensato a questo aspetto, anche se la partita contro il tumore al seno è ovviamente più dura e complicata di qualsiasi altra. Ma proprio per questo diventa ancora più importante “non mollare mai!”, ovvero continuare a crederci, a vivere il presente azione dopo azione senza subire passivamente le avversità, ma invece facendo leva sulla forza del gruppo per superarle”. 

Confidare nella ricerca e nelle cure mediche

La ricerca - spiega Alessandra Gennari, Professore associato di Oncologia all’Università del Piemonte Orientale e direttore della S.C.D.U. Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara - ha di recente messo a disposizione i coniugati farmaco-anticorpo, costituiti appunto da un anticorpo che riconosce e attacca determinati recettori presenti nelle cellule tumorali e da un farmaco chemioterapico che viene così portato dove deve agire. Al momento possono essere utilizzati solo in casi selezionati, ma rappresentano molto più di una speranza per le future terapie contro il tumore al seno triplo negativo, che rappresenta un rischio anche e soprattutto per le donne più giovani, dal momento che colpisce sotto i 40 anni con un’incidenza quasi doppia rispetto alle altre forme di tumore al seno. Fare squadra è dunque fondamentale anche dal punto di vista medico, perché sono diverse le figure specialistiche chiamate a collaborare”. 

Sostenere senza giudicare

L’indagine di Elma Research rivela che i partner delle pazienti provano un forte senso di inadeguatezza, anche se poi il 76% delle loro compagne assicura che la malattia ha rafforzato la relazione di coppia malgrado un peggioramento dell’intimità (64% dei casi). Per tutti coloro che sono chiamati a essere caregiver, una riflessione vincente arriva ancora da Marco Bortolami: “Nel nostro sport per avanzare si deve passare l’ovale a un compagno che si trova dietro, quindi è indispensabile rimanere compatti e poter sempre contare su qualcuno alle proprie spalle. Può anche accadere che il portatore di palla non prenda la migliore decisione possibile, ma la squadra è chiamata a sostenerlo sempre e comunque: un atteggiamento che allarga il concetto di aiuto, perché implica il mettersi a disposizione indipendentemente da come si giudica personalmente una determinata situazione. E questo a mio avviso può fare la differenza anche fuori dal campo”.

Soddisfare i bisogni

Tra gli obiettivi di Donne in Meta c’è anche quello di rilevare le necessità delle donne colpite da tumore al seno triplo negativo per favorire una risposta da parte di tutte le realtà coinvolte. Pur apprezzando la competenza e professionalità dei medici curanti, il 45% delle pazienti interpellate gradirebbe per esempio ricevere maggiori informazioni sulla malattia e più dettagliate spiegazioni sulla terapia. Mentre il 42% vorrebbe potersi maggiormente confrontare con chi sta vivendo lo stesso problema anche grazie al coinvolgimento in gruppi di auto-aiuto e il 34% chiede più supporto psicologico in generale.

Ascoltare e, se possibile, soddisfare i bisogni delle pazienti - compresi quelli legati alla sfera emotiva – è un aspetto fondamentale del percorso di cura. Per questo motivo la nostra azienda - conclude Cristina Le Grazie, Executive Director Medical Affairs di Gilead Sciences - oltre che impegnarsi nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci antitumorali è ben lieta di promuovere iniziative come Donne in Meta, la nostra nuova campagna volta a fare squadra nel sostegno alle pazienti. Quello di oggi è per Gilead Italia solo il primo passo dell’importante percorso che ci attende al fianco delle donne colpite da carcinoma mammario metastatico triplo negativo”.

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