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Sport: il sessismo del linguaggio social

Una ricerca durata anni di DAZN-Blogmeter evidenzia il gender gap nel linguaggio social usato per gli sportivi e le sportive. E quando si vuole offendere un atleta, gli haters puntano alle donne della sua vita

Lo sport resta uno degli ambiti in cui il gender gap è più evidente. Ad attestarlo la ricerca voluta da  DAZN per indagare le differenze di linguaggio nelle conversazioni web – social, forum, blog – relative agli atleti uomini e alle atlete donne, presentata in occasione di 4 Weeks 4 Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione organizzato da TIM.

L’analisi “Social Athletes”, redatta in collaborazione con l’istituto di ricerca Blogmeter, si è concentrata su sei atleti italiani di primo piano, 3 uomini e 3 donne: un calciatore, un tennista e un pallavolista e una calciatrice, una pallavolista e una nuotatrice, scelti sia per il loro ampio seguito social (oltre 7 milioni di follower complessivi) sia perché le loro discipline di riferimento sono tra le più seguite in Italia. Sono state quindi analizzate le conversazioni sul web - principali social, forum e blog degli stessi atleti e di terze parti - che li riguardavano per oltre 2mld di contenuti delle principali piattaforme italiane, come Facebook, Twitter, Instagram, oltre a forum, blog e siti web di notizie.

Il risultato dell'analisi mostra in maniera chiara ed evidente che le sportive sono bersaglio costante di violenza psicologica tra insulti, molestie verbali e volgarità. 

570mila messaggi: di che tipo?

La ricerca DAZN-Blogmeter rivela che nell'anno del lockdown le conversazioni che riguardavano gli atleti oggetto di indagine erano aumentate dell'86% rispetto al 2019, superando i 570mila messaggi complessivi: l’82% era dedicato agli uomini, mentre solo il 18% alle atlete. Le pagine e i siti di notizie sportive o legati al tifo parlano principalmente di uomini, mentre delle atlete si discute per lo più in contesti generalisti, non sportivi.

Apprezzamenti e harassment

Andando nel dettaglio, comunque, la differenza più importante nei commenti su atleti e atlete riguarda l’aspetto fisico: per le atlete sono il 24% (+2% vs. 2019) del totale, cioè quasi un messaggio su quattro, mentre per gli atleti si attesta attorno al 9% (-2% vs. 2019).

Gli atleti , poi, ricevono commenti sul loro aspetto fisico quasi esclusivamente quando postano momenti di vita privata o selfie; le atlete indipendentemente dal contenuto del post, anche quando parlano di sport.

Il contenuto (non) fa la differenza

Per post legati a una vittoria sportiva, il 65% dei commenti per gli atleti è relativo all’impresa, la percentuale scende al 45% per le donne che devono fare i conti con un 9% di contenuti molesti, cioè offensivi o volgari. La percentuale di tali contenuti arriva a toccare il 22%, quindi un commento su cinque, se il post delle atlete è un selfie ov riguarda un momento non legato allo sport.

Commenti offensivi o volgari non risparmiano comunque gli atleti, con una percentuale del 6% e un ulteriore 4% di commenti offensivi rivolti a persone a loro care.

Mediamente è volgare/offensivo più di 1 commento su 10 fatto ai post delle atlete (11% = +7% rispetto al 2019, mentre per i maschi la percentuale è solo del 4%).

Se poi i commenti molesti nei confronti delle atlete hanno una forte connotazione sessuale, quelli verso gli uomini non sono da meno perché essenzialmente si insultano le donne della loro vita: madri, mogli, compagne, fidanzate, senza contare quelli che tendono a minarne la virilità con toni omofobi.

Anche un tema non sportivo e serio come il Covid evidenzia differenze nel trattamento social per gli atleti del panel: un atleta e un'atleta, entrambi colpiti da Covid-19 nel corso dell’anno, hanno infatti ricevuto reazioni molto diverse da parte degli utenti: parole di incoraggiamento per il primo, accuse di spettacolarizzare la malattia per la seconda. 

Veronica Diquattro, Chief Revenue Officer Europa spiega: “La ricerca che abbiamo realizzato evidenzia come il percorso che porta alla parità di genere sia ancora lungo, nonostante le atlete, così come le manager e le imprenditrici del mondo dello sport, dimostrino con fatti e risultati il loro inequivocabile valore. In DAZN ci impegniamo concretamente in questo percorso che abbraccia la parità di genere ed è per questo che renderemo “Social Athletes” un osservatorio permanente che, anno dopo anno, consentirà di monitorare la situazione evidenziando i progressi positivi o segnalando eventuali criticità”.

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