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Martedì, 23 Aprile 2024
Alimentazione

Gravidanza e rischio mercurio, quali pesci consumare e quali evitare

“I pesci tendono ad accumulare al loro interno dosi variabili di mercurio, che, se assunto in quantità eccessive, può causare gravi danni al feto. Dunque è opportuno per la futura mamma selezionare accuratamente le specie ittiche da inserire nella dieta”. I consigli del nutrizionista Fabio Mariniello

L’alimentazione della futura mamma ha un ruolo importantissimo nella crescita del feto. E per questo è fondamentale, in questo periodo così delicato, prestare attenzione alla scelta dei cibi da inserire nella dieta. Gli esperti raccomandano di aumentare il fabbisogno di Vitamina B9, Vitamina D, Calcio Ferro e Omega-3, ma anche di fare molto attenzione ad eventuali tossine, scorie ed anti-nutrienti che possono essere presenti nel cibo, e in particolare nelle specie ittiche. Mangiare pesce fa bene, ma insieme alle sostanze buone, come i preziosi Omega-3, si rischia di assimilare anche quelle tossiche.

“Il pesce – spiega a NapoliToday il nutrizionista Fabio Mariniello - è una delle fonti proteiche e di acidi grassi polinsaturi più apprezzate per le sue innumerevoli virtù, ma a causa dell’inquinamento può anche rappresentare un pericolo significativo. Infatti, le specie ittiche tendono ad accumulare al loro interno dosi variabili di metalli pesanti come il metil-mercurio, che, se assunto in quantità eccessive, può causare gravi danni al feto, e non solo. Ecco perché, soprattutto in gravidanza, si deve evitare il più possibile l’esposizione a questa sostanza”. Insieme a Fabio Mariniello vediamo quali tipi di specie ittiche sono ricchi di nutrienti sani e quali invece sono potenzialmente pericolosi per la salute delle donne in gravidanza e che allattano.

Come il metil-mercurio danneggia il feto

“Sebbene il metil-mercurio sia pericoloso per tutte le fasce di età - spiega Mariniello -, il feto è particolarmente a rischio poiché questo composto lega alcune proteine e tende a circolare nel corpo fino a danneggiare diversi distretti, in particolar modo il cervello in fase di sviluppo. È dimostrato che i bambini esposti in fase fetale a livelli eccessivi di metil-mercurio hanno un’intelligenza, una memoria e una capacità di linguaggio inferiore alla media. Nei casi più gravi può manifestarsi la Sindrome di Minamata, provocata appunto da intossicazione cronica di mercurio”.

Quali pesci evitare in gravidanza

“Il mercurio - continua il nutrizionista - tende ad accumularsi non solo negli organismi marini più grandi, ma anche in quelli più piccoli seppure in dosi minori. L’accumulo inizia ad essere rilevabile a partire dal plancton e diventa sempre maggiore mano a mano che ci si sposta verso i top-predator. Si chiama “processo di biomagnificazione”, ovvero l’accumulo crescente di metalli pesanti lungo la catena alimentare, e deve essere temuto. Mentre i pesci di piccole dimensioni accumuleranno, prima di essere pescato, una quantità “X” durante il suo ciclo vitale tendenzialmente breve, i pesci più grandi, nutrendosi di tanti pesci piccoli, ognuno con la sua dose “X” di mercurio, e vivendo più a lungo, accumuleranno una quantità di mercurio maggiore. Ad ogni passaggio lungo la piramide alimentare il processo incrementa e peggiora. Ecco perché le donne in gravidanza dovrebbero nella fase di gestazione ridurre e/o sospendere il consumo di pesci di grandi dimensioni, quali tonno fresco (in particolare il tonno pinna rossa, meno dannoso il pinna gialla di medie dimensioni), pesce spada, verdesca, palombo e smeriglio. Posizioniamo, invece, in una fascia intermedia il pescato di medie dimensioni, come spigola, orata, dentice, merluzzo, trota, salmone, anguilla, gamberi, calamari e tutti quei pesci e cefalopodi che comunemente troviamo al mercato. Per quanto riguarda i molluschi, seppure pare che accumulino poco mercurio, li sconsiglio vivamente, sia crudi che cotti, nelle donne in gravidanza. Le specie ittiche sopra citate possono essere mangiate tranquillamente una o due volte a settimana, ma sempre ben cotte. Il consumo di prodotti ittici crudi andrebbe bandito a prescindere dallo stato di gravidanza, ma in questa fase è ancora più importante evitare infezioni e parassitosi”.

Più sicuri i pesci di allevamento e di piccola taglia

“Si sono dimostrati molto più sicuri i pesci di allevamento - continua Mariniello - e, ovviamente, quelli di piccole dimensioni. Un monito importante: il luogo di provenienza del pesce può comunque influire sulle concentrazioni di mercurio, per cui un tonno pescato prima che raggiunga la sua massima taglia e magari in mare meno esposto ad agenti inquinanti, risulterà relativamente più sicuro. Onde evitare allarmismi inutili, sappiate che il consumo sporadico di pesce di grandi dimensioni non arreca danni. È il consumo continuo e molto frequente a rappresentare una minaccia. Se volete andare sul sicuro, optate per pesci di piccolissima taglia come le alici, piccoli sgombri, sarde ed acciughe. Mi raccomando, acquistate solo da rivenditori di cui vi fidate e che abbiano una tracciabilità del prodotto”.

Anche gli integratori di Omega-3 devono essere scelti accuratamente

“Per le future mamme che pensano di aggirare il problema eliminando dalla propria dieta il pesce per nove mesi e di assumere gli acidi grassi polinsaturi direttamente in capsula, sappiate che anche gli integratori di Omega 3 devono essere scelti accuratamente, poiché quelli di dubbia origine e provenienza potrebbero essere contaminati dagli stessi metalli pesanti. Scegliete prodotti certificati. Un’altra strategia che sembra dare buoni risultati è quella di assumere fonti di selenio in contemporanea con il pesce, in quanto pare protegga il corpo dal suo accumulo. In ultimo - conclude Mariniello -, consumare un’abbondante dose di verdura fibrosa col pesce limita notevolmente l’assunzione di mercurio attraverso diversi meccanismi. Basta essere prudenti e moderare il consumo di alcuni prodotti per portare avanti una serena gravidanza senza correre rischi”.

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