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Sistema moda, Carlo Palmieri: "Per superare la crisi priorità all'e-commerce"

L'intervista a Carlo Palmieri, vicepresidente nazionale di Sistema Moda Italia, sulla salute del comparto dopo il lockdown e sulle prospettive future

Il lockdown attuato per evitare la diffusione del Coronavirus sta penalizzando pesantemente il settore dell'abbigliamento, che rappresenta da sempre un'eccellenza dell'industria campana e italiana. Le aziende per sopperire al crollo dei fatturati saranno costrette ad investire sempre più nell'e-commerce, già nelle fase 2 ormai alle porte.

NapoliToday ha intervistato al riguardo Carlo Palmieri, vicepresidente nazionale di Sistema Moda Italia, con delega al Mezzogiorno e vicepresidente di Pianoforte Holding SpA, brand che comprende Carpisa, Yamamay e Jaked.

- Quanto sta incidendo il lockdown sul settore moda in particolare in Campania?
"Il sistema moda italiano e in particolare campano ha sempre rappresentato un'eccellenza. Nella sua filiera (produzione e distribuzione) ha subito uno stop molto più grave perchè avvenuto in questa fase di nuova stagione, primavera-estate dal punto di vista distributivo e per la produzione autunno-inverno".

- Quali saranno i danni del blocco dell'intera filiera?
"I tempi sono lunghi. Ci saranno code negative per la mancata produzione effettuata che si ripercuoterà sulle prossime stagioni soprattutto".

- Sistema Moda Italia quante aziende comprende
"Rientra in Confindustria moda e comprende 80mila imprese e 97 miliardi di fatturato, 70% in esportazione. La Campania è rappresentata con circa 10mila aziende".

- Quanto sta incidendo il lockdown sul fatturato delle aziende del comparto moda?
"Parliamo dell'80-90% di perdite. Il retail è azzerato. Su base annua pensiamo che le aziende potrebbero vedere una decurtazione del 50% del fatturato?".

- Come giudica le misure messe in atto finora dal Governo per salvaguardare il futuro delle imprese?
"Gli aiuti annunciati in gran parte non hanno avuto effetti sugli imprenditori, nè per i dipendenti. Sono stati comunque molto limitati. C'è stato un accompagnamento finanziario a debito, a differenza di quello fatto da altri Paesi. Servivano aiuti a fondo perduto. Auspichiamo che le istituzioni possano attuare rapidamente azioni anche di accompagnamento alla tenuta delle aziende".

- Quanto sarà importante investire nell'e-commerce e siete pronti a farlo?
"Già pre-covid era un assett importante per le aziende del tessile. Aveva un valore limitato nei ricavi, ma ora sarà una priorità. Un e-commerce che debba essere una leva per un cambio di paradigma del metodo del sistema moda. Non solo vendere prodotti online invece di offline, ma creare tutto ciò che un'attività digital di azienda deve fare. Sarà fase di trasformazione per il tessile e per l'abbigliamento".

- La fase 2 potrebbe portare dei miglioramenti alla crisi del settore?
"Il rischio è che nella prima parte sarà lenta perchè tutti i cittadini devono abituarsi a questo modo di vivere. In primis per lo shopping. Nulla sarà più come prima come si dice. Non torneremo rapidamente ai valori di crescita precedenti".

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