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Gli "eroi del Covid" dimenticati: contratto-beffa per 500 lavoratori della sanità

Impiegati in strutture convenzionate, erano in prima linea durante la pandemia. Ora rischiano di vedere peggiorate le loro condizioni contrattuali proprio mentre si avvicina il momento clou della crisi economica. L'intervista a Mario Zazzaro di Fp Cgil

Anche se silenziosa e lontana dai riflettori, sta assumendo ormai tutti i contorni della vertenza sindacale la vicenda dei 500 lavoratori complessivi di centro Serapide Spa, nell'area flegrea, e dello Studio Polidiagnostico Persico e Primi di Napoli. Per i dipendenti delle strutture convenzionate, le stesse persone che due anni fa erano "eroi" in prima linea nella battaglia al Covid-19, si sta profilando un duro colpo (soprattutto in una fase di pesante crisi economica come quella in corso): il passaggio da un contratto collettivo nazionale ad un altro, al ribasso. Dal Ccnl Sanità Privata al Ccnl Aias.

Per capire meglio che cosa sta succedendo abbiamo contattato un esponente della Fp Cgil, sigla sindacale che sta portando avanti la causa dei lavoratori e che peraltro non ha firmato il recentissimo rinnovo del contratto Aias. A Mario Zazzaro, coordinatore area metropolitana sanità accreditata Fp Cgil Napoli, abbiamo innanzitutto chiesto la portata del problema.
"La minaccia del cambio contrattuale alle lavoratrici e ai lavoratori del Persico e Primi e Serapide in realtà – ci spiega – interessa e coinvolge tutti gli operatori sanitari e non del settore della riabilitazione e della sanità accreditata con il Sistema Sanitario Regionale. Più volte abbiamo proclamato scioperi ed organizzato manifestazioni chiedendo di bloccare il dumping contrattuale, e non a caso chiediamo che nelle regole di accreditamento al Ssr ci siano requisiti di tutela contrattuale"

Quali sono le criticità del contratto cui dovrebbero passare i lavoratori?
"Il Ccnl Aias, che pure con Fp Cgil abbiamo contribuito a migliorare senza tuttavia sottoscriverlo, lede la tutela retributiva in merito ai giorni di malattia, concede meno giorni di ferie, non prevede nessuna garanzia per il personale dipendente nei casi di cambi di gestione, subordina gli aumenti contrattuali agli adeguamenti delle tariffe e quindi rompe la natura nazionale dei contratti e divarica la questione salariale fra Nord e Sud. A discapito del Sud naturalmente".

E parte già da stipendi più bassi?
"Sì, naturalmente ha una retribuzione oraria nettamente più bassa rispetto al contratto Aiop Sanità Privata 2016/2018 già applicato ai lavoratori di Serapide e Persico e Primi. Ma anche in caso della prestazione di miglior favore (ovvero il fatto che i lavoratori non potranno sottoscrivere un contratto economicamente meno vantaggioso del precedente, ndR) il punto è che lascerebbe gli stipendi bloccati anche per sempre".

Con prospettive economiche, del contesto italiano e ancor di più napoletano, per niente rosee...
"Il cambio a ribasso delle condizioni lavorative sia economiche che normative già era inaccettabile anni fa perché non garantisce per uno 'stesso lavoro stessi diritti e stessi salari', soprattutto quando la natura della prestazione sanitaria erogata è pubblica e i soldi gestiti sono pubblici. Figuriamoci adesso che costa tutto di più, in un'Italia che ha gli stipendi bloccati da anni rispetto al resto dell'Europa. Europa che addirittura anzi sperimenta la riduzione dell'orario di lavoro a parità di stipendio".

Ma come sta avvenendo questo passaggio al nuovo contratto? E ancora: Fp Cgil riporta che l'azienda di cui parliamo negli ultimi 10 anni ha prodotto oltre 10 milioni di euro di utili, può rientrare nei margini del contratto Aias?
"In merito alle modalità con cui si sta passando al nuovo contratto siamo del tutto all'oscuro, abbiamo appreso che ci sono interlocuzioni ad personam, si sa che la regressione da imprenditore a padrone ha come primo scopo tenere lontano l'organizzazione sindacale ed agire con il dividi et impera. Interessante poi la domanda su Aias. Se si va sul sito Aias si presenta come un'associazione privata senza scopo di lucro che è mossa dalla spinta propulsiva dello spirito di volontariato. Ora mi chiedo, in modo retorico, se un gruppo imprenditoriale con dicitura Spa, che fa utili di milioni di euro, sia avvicinabile ad un'associazione iscritta nel registro delle Onlus e delle Associazioni di Promozione Sociale, e possa quindi utilizzare un contratto nazionale che dovrebbe essere parametrato su realtà di volontariato".

Quali iniziative voi di Fp Cgil e i lavoratori state mettendo e metterete in campo?
"Innanzitutto già da tempo stiamo svolgendo un'azione di interlocuzione con la regione Campania. Già nel 2018 il presidente De Luca aveva assunto, attraverso un accordo confederale, degli impegni poi mai mantenuti. Pochi mesi fa, la giunta regionale si è espressa a favore della lotta al dumping nella sanità accreditata, votando all'unanimità un ordine del giorno voluto fortemente dalla Fp Cgil Napoli e Campania attraverso la consigliera regionale Valeria Ciarambino e altri. Con loro abbiamo anche costruito una comune iniziativa politica, li abbiamo allertati sulla volontà di queste aziende di cambiare i contratti, ma sono scomparsi. Al momento i lavoratori si stanno compattando e riunendo in assemblea, stanno raccogliendo informazioni, attuando presidi e volantinaggi per informare la cittadinanza e soprattutto i pazienti, cercando in loro un valido alleato: è innegabile che la qualità della prestazione sanitaria diminuisce se peggiorano le condizioni lavorative. Infine proprio martedì scorso, vista la mancata interlocuzione con prefetto, si è deciso di proclamare lo sciopero".

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