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Concerto Vasco Rossi: "Quando i napoletani cantano mi fermo perchè lo fanno da Dio"

"Ho sempre avuto un grande affetto e una grande stima per Diego come calciatore e anche come uomo", spiega il rocker

"Domani si torna allo Stadio di Napoli. L'ultima volta è stata nel 2015, quando ho riaperto lo stadio, chiuso per 10 anni, al Rock. È stato un concerto meraviglioso. Quando i napoletani cominciano a cantare.. praticamente tu ti puoi fermare... perché cantano da Dio. Era il San Paolo, adesso è lo stadio intitolato al grande Diego Armando Maradona. E io sono ancora più onorato. Ho sempre avuto un grande affetto e una grande stima per Diego come calciatore e anche come uomo. Sarà il primo stadio del Vasco Live! Ci vediamo domani", spiega Vasco Rossi in un post su Facebook, in attesa del concerto del 7 giugno allo stadio Maradona.

Il concerto di Napoli

Lo show come sempre, si annuncia potente ed emozionante con l'aggiunta di un clima funky grazie all'arrivo dei fiati. La setlist “della rinascita” è ricca di novità e sorprese. Le canzoni dell’ultimo album ci sono quasi tutte, la prima è “XI comandamento” e l’ultima è la title track “Siamo qui”. Le altre sono distribuite lungo le due ore e mezza di concerto, nelle prime dieci, la hit “La pioggia alla domenica”, qui nella versione originale e il rock della fluida “L’amore l’amore”. Ancora, vi sono le inedite a concerto “Se ti potessi dire” (2020) e “Una canzone d’amore buttata via” (2021) e le perle ripescate dai rutilanti anni ‘80, “Amore aiuto”, Blasco ‘82 doc, un capolavoro d’ironia, mai cantato dal vivo prima (dall’album “Vado al massimo”, 40 anni quest’anno). La giocosa “Ti taglio la gola”, brano cult molto amato (dall’album “Cosa succede in città”, ‘85). “Muoviti”, da “Liberi Liberi”. Una preziosa “Toffee” d’annata con tanto di suggestivo assolo di sax che richiama l’originale di “Cosa succede in città” ‘85, e “Anima fragile” struggente (video elaborato in 3D sugli schermi). Parlando delle ballad e dell'altra faccia del rock, in scaletta pure “Un senso”, “Stupendo”, “Siamo soli”, “Senza parole” (suggestiva la clip che il regista live Pepsy Romanoff ha ideato per i megaschermi: il libro “La versione di Vasco” brucia in reverse, si ricompone dalla cenere perché le parole rimangono). Infine, arriva la leggerezza di “L’uomo più semplice” e “Ti prendo e ti porto via”, fino a giungere nel segno del rock e contro la guerra, ai brani “Tu ce l’hai con me”, “C’è chi dice no”, “Gli spari sopra” e “Siamo qui”. Per tutti un’esplosione di luci spettacolari, 1.500 i corpi illuminanti e potenza audio da 750.000 watt con una straordinaria band pronta a travolgere il pubblico a chitarre sguainate, formata da Stef Burns, chitarra; Vince Pastano chitarra, cori, direttore musicale; Andrea Torresani, basso; Claudio Golinelli, basso, guest star; Alberto Rocchetti, tastiere, piano, cori; Frank Nemola, cori, tastiere, programmazione; Matt Laug, batteria; Beatrice.

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