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Il mistero della tassa sulle Paludi: "A cosa serve? Va abolita"

Migliaia di cittadini di Napoli e provincia paga ogni anno un balzello al Consorzio di bonifica Paludi. Il consigliere comunale Musto: "Non sappiamo come spendono questi soldi". Nel 2021, l'ente ha pagato quasi 2 milioni di euro in stipendi

Migliaia di cittadini di Napoli e provincia, ogni anno, si vedono recapitare a casa questa bolletta da pagare. Sull'intestazione si legge Consorzio di bonifica paludi di Napoli e Volla. Gli importi variano da 15 euro fino a 40, ma dove finiscano questi soldi non è del tutto chiaro.

Il Consorzio è un ente che risale a fine '800, quando le paludi c'erano eccome. Oggi fa capo alla Regione Campania, in particolare all'assessorato all'Agricoltura. Un ente di cui si parla poco e che è difficile trovare. L'indirizzo riportato è via Porzio 4, al Centro direzionale. Geolocalizzando la posizione su Maps, però, si arriva agli uffici di Ferrovie dello Stato. Del Consorzio nessuna traccia. E anche gli uscieri degli uffici regionali della zona non sanno dare indicazioni.

Il peso sulle tasche dei contribuenti, però è notevole. Basti pensare che, come riportato nel Bilancio pubblicato sul sito, nel 2021 il Consorzio ha pagato stipendi per oltre 1,8 milioni di euro e oneri sociali per 650mila euro. Un trend in crescita se si pensa che, nel 2020, i salari erano costati "solo" 1,5 milioni. Dal 2021, a guidarlo è il commissario straordinario Antonio Pagano, ex Udc emigrato verso i lidi di Vincenzo De Luca, già commissario del Consorzio di bonifica di Paestum e Consorzio di Bacino Salerno 2.

Che si tratti di una tassa lo dimostra il fatto che coloro che non hanno pagato si sono visti recapitare la cartella esattoriale e hanno visto anche confiscati alcuni beni di proprietà. I cittadini interessanti sono i residenti della quarta e sesta Municipalità di Napoli e quelli di vari Comuni dell'hinterland come Casalnuovo, Casoria, Cercola e Volla solo per citarne alcuni. 

Sta provando a vederci chiaro il consigliere comunale di Napoli Luigi Musto (Manfredi sindaco), che ha presentato un'interrogazione per sollevare alcuni dubbi e chiedere la cancellazione del balzello: "Ancora non sono riuscito a capire come vengono utilizzati questi soldi - afferma - Per questi servizi, i napoletani già pagano Abc e quindi ritengo si tratti di un doppione. Attraverso il Comune abbiamo chiesto alla Regione di darci spiegazioni e non intendiamo fermarci. Mi sembra qualcosa che appartenga a un tempo lontano, quando a Napoli c'erano paludi che oggi, per fortuna, non ci sono più".

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