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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il caffè decerato non causa acidità: lo studio della Federico II

Lo studio dal titolo "Effect of dewaxed coffee on gastroesophageal symptoms in patients with GERD: a randomized pilot study", è stato pubblicato sulla rivista Nutrients

Uno studio pilota condotto su 40 pazienti e svolto da gruppi di ricerca coordinati dai professori Alberto Ritieni del dipartimento di Farmacia e Giovanni Sarnelli del dipartimento di Medicina clinica e chirurgia dell'università Federico II assolve il caffè decerato dall'essere una concausa di acidità o di riflusso gastroesofageo.

Lo studio dal titolo "Effect of dewaxed coffee on gastroesophageal symptoms in patients with GERD: a randomized pilot study", è stato pubblicato sulla rivista Nutrients.

Il caffè è la bevanda più diffusa nel mondo dopo l'acqua e gli italiani ne consumano a testa circa 5,6 kg all'anno. Il caffè è ricco in acido clorogenico, caffeina, melanoidine e altre molecole utili per la salute umana riducendo il rischio di sviluppare tumori, il diabete, epatopatie e malattie cardiovascolari. Il consumo di caffè è talvolta identificato come possibile fattore scatenante per il bruciore gastrico e il rigurgito acido tipici dei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). I pazienti GERD sono in continuo aumento e rappresentano il 27,8% della popolazione occidentale. La gestione clinica complessa per la presentazione eterogenea e la patogenesi multifattoriale e ai sintomi della GERD si associano altri sintomi digestivi che riducono la qualità della vita e anche la produttività lavorativa.

Lo studio ha visto coinvolta la Kimbo spa che investe su un prodotto salutistico quale il caffè decerato. Il caffè decerato, ovvero privo della componente cerosa e dei derivati dalla 5-idrossi-triptamina, si dimostra più digeribile, meno irritante la mucosa gastrica e meno ricco di caffeina, 5,691 mg/g rispetto agli 11,091 mg/g del caffè tradizionale. I test sensoriali dimostrano un vantaggio a livello delle papille gustative meno mascherate dalle cere presenti nel caffè non decerato. La spettrometria di massa conferma che i livelli degli acidi clorogenici, di 7,316 mg/g nel caffè decerato e 6,721 mg/g nel caffè convenzionale e, in generale, le concentrazioni delle principali molecole bioattive sono sovrapponibili. In conclusione, lo studio pilota randomizzato conferma che il caffè decerato riduce la frequenza dei sintomi gastrointestinali in circa 2 settimane, aumenta significativamente i giorni liberi da antiacidi e migliora la qualità della vita nei pazienti GERD. Studi ulteriori permetteranno di comprendere il legame tra cere, contenuto di caffeina e sintomi gastrointestinali, ma questi dati possono ridurre le restrizioni dietetiche spesso suggerite ai pazienti con GERD e indicare nel caffè decerato un'opzione per reintrodurre il consumo di caffè in questi pazienti.

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