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"Chi ne ha diritto deve poter ottenere lo status di rifugiato già nel Paese di partenza"

Le proposte di Antonio, pensionato di Napoli, alla Conferenza sul futuro dell'Europa

"La nuova Europa è nata perché è caduto un muro, costruirne altri non aiuterà il nostro futuro. E lo stesso vale per il Mediterraneo. A nessuno fa piacere essere un rifugiato, mettersi su un barcone o stare nelle prigioni libiche" questo ci dice Antonio Sellerino, settantenne di Napoli, una Laurea in ingegneria e un passato da dirigente d’azienda, che partecipa al quarto panel dei cittadini alla Conferenza sul futuro dell'Europa, quello su migrazioni e politica estera. " Qualcuno dice che i migranti vengono in Europa perché ci trovano il paese delle favole, ma io non ci credo, la loro è una vita di stenti, se non finiscono nelle mani del caporalato. Bisogna uscire da questa situazione"

Cosa dovrebbe fare l’Unione europea da questo punto di vista?

L’Europa deve strappare il processo migratorio dalle mani dei trafficanti di esseri umani, creando corridoi umanitari per i popoli perseguitati che però devono ottenere lo status di rifugiato già nel loro paese di origine, e deve garantire loro un passaggio sicuro verso la salvezza. E deve occuparsene l’Europa, perché i respingimenti in mare sono i muri del Mediterraneo: non si può lasciare tutto il lavoro di salvataggio nelle mani delle ong. Ne faccio una questione morale ed etica prima che giudiziaria: non basta che l’Ue gestisca la migrazione dando un po’ di soldi al paese in cui le persone arrivano perché se le tengano buone, sono soldi sprecati. Serve investire nei paesi vicini a quelli paesi di partenza, così i migranti avrebbero un posto sicuro in cui stare e vicino a casa.

È riuscito a portare questi argomenti alla discussione?

Sì, anche se alcune cose non mi sono piaciute. Quando sono intervenuti gli esperti in plenaria e si discuteva dell’Europa che esporta armi nei Paesi in guerra: l'ex Alto rappresentante dell'Ue ed ex ministra italiana degli Esteri Federica Mogherini, presente proprio come esperta, ha specificato che le armi le vendono i singoli Paesi e le aziende, non l’Ue. Ma questo non basta: l’Europa da questo punto di vista ha un problema di trasparenza, perché dobbiamo sapere a chi vendiamo le armi, che magari finiscono nelle zone di guerra e creano profughi che poi cercano rifugio in Europa. Alcune cose non hanno più senso se l’Unione europea non vuole più essere solo una comunità economica.

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In che senso?

Chi come me ha una certa età si ricorda di quando l’Europa era solo la CECA e un’associazione per gli scambi commerciali. Poi è caduto il Muro e quello europeo è diventato un progetto politico: ma se facessimo un’istantanea dell’Unione di oggi questo progetto sarebbe fallimentare, perché al di là della pandemia l’Ue non si sta comportando da soggetto politico e sociale, ma solo economico. L’Unione ha grandi potenzialità che però oggi non sta raggiungendo. Serve una politica estera europea comune, che però non vuol solo dire avere una sede della rappresentanza nei vari paesi, deve essere un impegno concreto.

In conclusione, come sono andati questi giorni?

Venendo credevo che sarebbe stata una cosa di facciata e non di sostanza, mi sembra che per il momento non lo sia. Potrebbe diventarlo, ma il compito di ognuno di noi è andare fino in fondo, se poi porterà dei risultati si vedrà più in là. Sono suggerimenti che i politici devono raccogliere, e visto che siamo in democrazia rappresentativa ci devono almeno ascoltare. Certo è vero che alcune di queste proposte difficili da ottenere, so che della fine dell’unanimità per il voto o di esercito europeo si parla da anni. Staremo a vedere.

Come ha reagisto quando è stato contattato dal Parlamento europeo?

Quando è arrivata la telefonata ero in vacanza, e mia moglie e i miei figli mi hanno detto ‘vedrai, alla fine sarà qualcuno che cerca di venderti una batteria di pentole’. Quando poi si è concretizzato tutto ho avuto l’indivia degli amici, che mi chiedevano 'ci vai? E perché tu ci vai?'. A quegli amici rispondevo come ha risposto Sophia Loren quando ha vinto l’Oscar: perché me lo sono meritato [ride]. In realtà la scelta è stata casuale, ma questo è ancora più positivo perché responsabilizza le persone.

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