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Sabato, 20 Aprile 2024

"Ai privati Il 70 per cento delle spiagge": la denuncia degli ambientalisti

Manifestazione contro la Regione Campania che ha approvato il Piano di affidamento delle aree demaniali. Solo il 30 per cento della costa sarà libera: "Si tratta di quelle aree che non vuole nessuno"

"La Regione vuole privatizzare tutte le spiagge campane". Con questa denuncia, Legambienta e altri comitati cittadini hanno manifestato davanti a Palazzo Santa Lucia per l'approvazione, da parte della Giunta regionale, del Puad, il Piano unico delle aree demaniali, con il quale si stabiliscono gli affidamenti e le concessioni ai privati delle aree di proprietà pubblica, in particolare della costa. 

"Il documento - spiega Anna Savarese della direzione regionale di Legambiente - prevede che il 70 per cento delle spiagge sia consegnato in convenzione ai privati, con il restante 30 per cento che resterà libero. In altre Regioni italiane, la percentuale media è de 50 per cento. Si tratta, però, di percentuali ingannevoli, perché calcolate solo in base alla lunghezza della costa e non in ampiezza. Ciò significa che nel 70 per cento concesso agli stabilimenti balneari ci sono i tratti più ampi di spiaggia, mentre nel restante libero ci sono i tratti che nessuno vuole". 

Il Piano, adesso, dovrà passare anche in Consiglio. Finora, Vincenzo De Luca non ha avuto mai particolari resistenze in aula, potendo contare su una folta maggioranza. In piazza, con i manifestanti, c'era solo la consigliera Maria Muscarà, ex 5 stelle, oggi nel gruppo misto: "Questo è un piano che va nella direzione di voler privatizzare definitivamente le spiagge. Ai cittadini resteranno gli scoglietti o le aree non balneabili. Spero che il testo arrivi in aula già con alcune modifiche, ma darò battaglia perché non passi in questo modo". 

Altro tema spinoso è quello che gli stabilimenti dovrebbero concedere il libero passaggio al mare, disposizione che non sempre viene rispettata: "Vogliamo invertire le percentuali e passare al 70 per cento di spiagge libere - dichiara Mario Avoletto dei Comitati per il mare libero - Se i privati vogliono offrire i loro servizi lo facciano, ma l'accesso deve restare libero, perché la costa è dei cittadini". 

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