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"Sommersi dai debiti e dalla disperazione": i commercianti di Napoli in piazza con 15 croci

Protesta in piazza del Plebiscito dei rappresentanti di centinaia di aziende in ginocchio per le restrizioni Covid. L'intervista a Enrico Schettino  presidente Federfranchising Confesercenti Campania

Croci in piazza del Plebiscito per protestare contro le restrizioni anti Covid che stanno mettendo in ginocchio almeno 15 categorie economiche. NapoliToday ha intervistato Enrico Schettino, presidente Federfranchising Confesercenti Campania e proprietario della catena Giappo. 

-15 croci in piazza Plebiscito.Come nasce la protesta di oggi?
"15 croci rappresentano le categorie merceologiche in difficoltà. La protesta nasce a seguito delle ultime decisioni del governo che hanno contribuito ad aggravare una situazione già difficile. Per portare le imprese fuori dalla pandemia è fondamentale la riapertura in sicurezza, come in Russia. Altre nazioni, come il Regno Unito, stanno già programmando la riapertura di tutte le attività. In Italia, invece di date certe, dobbiamo ascoltare frasi del Tipo “speriamo bene” da parte di chi ci governa".

Croci in piazza del Plebiscito, la protesta (Foto De Cristofaro)

-Come si potrebbero portare fuori dalla pandemia le imprese?
"Le aziende del Governo Draghi stanno subendo un ulteriore danno rispetto al precedente: non è stato riconosciuto il 60% di credito imposta sui canoni di locazione. Ciò significa che bisogna pagare i fitti per intero. Per fare un esempio pratico, un’azienda che paga un canone di locazione di 10 mila euro mese e che ha ricevuto sostegni per 20 mila euro in base agli ultimi ristori ricevuti, può trovarsi a doverli utilizzare per intero in soli 2 mesi, ferme restando tutte le altre spese, a partire dalla tassa dell’immondizia".

Protesta commercianti piazza Plebiscito (Foto De Cristofaro)

schettino

-Cosa non funziona ora e cosa invece andrebbe fatto? Che adesione vi aspettate?
"Non amo le Manifestazioni di piazza. Ma il  messaggio che deve arrivare deve essere forte, perché  le imprese e le attività commerciali sono in seria difficoltà e bisogna agire, non si può rimanere inermi e seduti sulla propria poltrona senza far nulla! È necessario far conoscere le nostre ragioni, affinché il sazio creda al digiuno. Sono previste infatti tra le 500 e 700 aziende  dal mondo del turismo a quello della moda e abbigliamento, dal wedding alla ristorazione, dagli albergatori ai B&B al trasporto privato, dai parrucchieri e dal mondo dell’estetica ai lavoratori dello spettacolo, dagli agenti di commercio, di viaggio alle guide/accompagnatori ai mercatali, dalle società di eventi e dai negozi di arredamenti a tutte le partite IVA. Insieme tutti i presidenti di categoria, una grande mobilitazione per chiedere risposte serie al Governo: molti di noi non sanno come riaprire, quando sarà: sono sommersi dai debiti e dalla disperazione".

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