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Emergenza idrica, la Campania vara il piano da 2,5 miliardi

Tre livelli di azione: autonomia acqua potabile, adeguamento degli incavi di accumulo e rifacimento degli impianti

La Campania non sta vivendo ancora un'emergenza acqua, a differenza di diverse regioni del centro-nord. Ma in una territorio che perde il 40 per cento della fornitura per guasti alla rete non si possono dormire sonni tranquilli. La Regione ha varato un piano da 2,5 miliardi di euro, che parte dagli 800 milioni di fondi europei già stanziati. 

Vincenzo De Luca ha presentato il piano, composto da tre livelli di azione. Il primo è l'autonomia per l'acqua potabile. La Campania vive il paradosso di cedere una quota alla puglia ma di trovarsi in difficoltà per alcune aree, come quella irpina. Per raggiungere l'obiettivo sono stati previsti interventi sulle dighe a Campolattaro, nel Beneventano, sull'Alento (Prignano Cilento) e tra Montella e Bagnoli Irpino, dove verrà realizzata la diga dell'Acera. A questo si aggiungono interventi (126 milioni) per nuove sorgenti.

Per l'uso agricolo si procederà all'adeguamento degli invasi collinari, con un finanziamento di circa 1 milione. In ultimo, la ristrutturazione degli impianti, per circa 700 milioni, in considerazione del fatto che in regione la vetustà della rete porta a perdite fino al 40 per cento. 

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