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Bene la nomina di Napoli a Capitale Europea dello Sport, ma ora si faccia qualcosa per il Mario Argento

Lo sport può rappresentare uno straordinario volano economico e di promozione per la città, ma molto ci sarà da lavorare relativamente all'impiantistica per farsi trovare adeguatamente pronti all'appuntamento fissato per il 2026

La nomina di Napoli quale Capitale Europea dello Sport 2026 è senza dubbio un'ottima notizia per la città partenopea. Lo sport, come dimostrato da grandi eventi negli anni passati come le world series dell'America's Cup di vela e le Universiadi, e di recente dai festeggiamenti per lo scudetto del calcio Napoli le cui immagini hanno fatto letteralmente il giro del mondo, può rappresentare uno straordinario volano economico e di promozione per il capoluogo campano. 

Questa nuova occasione deve rivelarsi propizia per migliorare (e di tanto) lo stato dell'impiantistica cittadina, relativamente alla quale ci sarà molto da lavorare in vista del 2026 per farsi trovare adeguatamente preparati all'appuntamento e non ripetere alcuni errori del passato. E tralasciando momentaneamente tante situazioni che andranno risolte (come ad esempio quella del PalaDennerlein di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane), una Capitale Europea dello Sport degna di tale nome non potrà permettersi di mostrare ancora al 'continente' il rudere del Mario Argento che giace nel cuore del principale polo sportivo di Napoli. 

Il capitale del Mezzogiorno ha bisogno, come l'amministrazione comunale Manfredi sostiene da tempo, di un nuovo grande palazzetto dello sport da 10mila posti all'altezza della città di Napoli e capace di attrarre e ospitare grandi eventi, sportivi e non, di respiro e interessa nazionale e internazionale e dare una casa degna a straordinarie realtà sportive cittadine, come il Napoli Basket che da inizio stagione continua a inanellare 'sold-out' al PalaBarbuto e, perchè no, anche il Napoli Futsal, negli ultimi anni ai vertici del campionato nazionale di calcio a 5. Se neanche le Universiadi hanno rappresentato l'occasione giusta per veder realizzato questo sogno, non si può perdere anche questo nuovo treno. Ma un nuovo palazzetto, per diventare sostenibile visti gli elevati investimenti necessari, deve vivere 7 giorni su 7, tutto l'anno. E per questo non può prescindere da una collocazione in una zona come quella di Fuorigrotta, dove già insistono in pochi metri strutture come lo stadio Maradona, la Mostra d'Oltremare, la Piscina Scandone. 

Pensare di costruire un nuovo palazzetto in altri luoghi, come ad esempio l'ipotesi emersa negli ultimi mesi relativa alla zona del Parco dello Sport di Bagnoli, comporterebbe il rischio di creare 'cattedrali nel deserto' che la città non può permettersi di correre. Se è vero che la demolizione di quel che resta del Mario Argento comporti maggiori investimenti rispetto alla costruzione di una struttura ex novo altrove, si trovi in qualche modo una soluzione, magari coinvolgendo anche la Regione Campania, che si è dimostrata 'sensibile' sul tema impianti sportivi (vedi progetti di restyling per lo Stadio Collana e lo Stadio Arechi, ad esempio). Perchè continuare a lasciare lì quel monumento al degrado dei resti di quello che un tempo fu il più grande palazzetto dello sport del Sud Italia, rappresenta una ferita troppo grande per la città che merita di essere rimarginata dopo tanti anni. 

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