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Eav, licenziato per lite col capo. Il sindacato: "Provvedimento eccessivo"

La nota di Orsa dopo l'allontanamento del lavoratore: "Non c'è stata alcuna aggressione e ha saputo di essere stato cacciato dalla stampa"

Licenziato dopo un'aggressione al capo del personale. Con queste parole, in una nota, l'Ente autonomo Volturno aveva spiegato il licenziamento di un lavoratore. A 24 ore di distanza arriva la replica del Sindacato Orsa. "Riteniamo il provvedimento fuori misura. E' vero che c'è stata una discussione accesa, ma nessuna minaccia, nessuna violenza, nessun contatto tra i due. Il lavoratore, rappresentante sindacale di un'altra sigla, aveva chiesto al dirigente il trasferimento di una dipendente in gravidanza, cosa prevista dalla legge. Richiesta rifiutata e da qui è partita la discussione che ha assunto toni accesi". 

Secondo Orsa, il regolamento interno avrebbe previsto altre misure: "I provvedimenti disciplinari - prosegue la nota di Orsa - fanno riferimento a un regio decreto del 1931 e prevedono, prima del licenziamento, giorni di sospensione o demansionamento. Licenziare chi lavora da trent'anni per l'azienda vuol dire sancire la sua morte lavorativa. Abbiamo in Eav esempi di scontri ben più forti che sono stati affrontati con provvedimenti più leggeri. Come se non bastasse, il dipendente è venuto a sapere del licenziamento solo dalla stampa, forse qualcuno aveva necessità di vantarsi". 

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