rotate-mobile
Attualità Bagnoli / Nisida

Il paradosso Bagnoli, la bonifica raddoppierà gli scarichi a mare

L'allarme del Parco sommerso di Gaiola: "Così si mette a rischio una delle aree di maggior pregio dell'intero litorale"

La tanto attesa riqualificazione di Bagnoli rischia di partire con il piede sbagliato, raddoppiando gli scarichi nel mare di Napoli ovest. A lanciare l'allarme sono i responsabili dell'area marina protetta Parco sommerso di Gaiola. "Il 16 di Agosto - si legge in una nota - sono scaduti i termini per presentare i pareri da parte dei soggetti competenti alla Conferenza di servizi per il PROGRAMMA DI RISANAMENTO AMBIENTALE E DI RIGENERAZIONE URBANA del SIN Bagnoli-Coroglio. Dall'analisi della documentazione relativa PRARU è emerso che gli interventi relativi alla riconfigurazione del Sistema Fognario dell'area non solo non elimineranno l'attuale scarico di troppo pieno di Cala Badessa, ma prevedranno la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario che scaricherà sempre sulla linea di costa in prossimità dell'attuale spiaggia di Coroglio".

Lo scarico di Cala Badessa, nei pressi della Gaiola, è stato al centro delle cronache a cavallo tra luglio e agosto. In seguito a un forte temporale, il 18 luglio, il riempimento delle condotte ha fatto scattare il sistema di "troppo pieno", un sorta di allarme anti-collasso, con il conseguente sversamento a mare di una enorme quantità di liquami non trattati. Per questo motivo, la balneazione è stata interdetta, su tutto il litorale partenopeo, dal 23 luglio al 5 agosto.

Un episodio che ha portato gli ambientalisti della città a interrogarsi sulla contraddizione di avere uno scarico fognario a pochi metri da una delle aree di maggior pregio di tutto il litorale campano. "Da oltre 10 anni il Parco - prosegue la nota pubblicata sul sito dell'Area marina protetta - si sta battendo in tutte le sedi opportune, affinchè venga risolta con opportuni interventi strutturali l'annosa problematica del già esistente troppo pieno dell'Impianto di primo trattamento e sollevamento di Coroglio, ubicato presso cala Badessa. La sua presenza rappresenta un paradosso sia per la tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio ambientale e culturale dell'area, sia per gli ovvi motivi di carattere igienico-sanitario e le ripercussioni sulla naturale propensione turistica del territorio. Per tale motivo si attendeva da anni il Piano di Bonifica di Bagnoli affinchè si mettessero in campo le opportune risorse per per una riprogettazione strutturale dell'intero Impianto e la definitiva eliminazione della problematica esistente".

A guardare le carte, però, sembra che le speranze saranno disattese. Infatti, dalla relazione tecnica si apprende della necessità di realizzare un secondo scarico a mare in prossimità della spiaggia di Coroglio per far fronte all'aumento della portata di liquami prevista dal piano.

"Al fine di alleggerire il carico dello scarico di Cala Badessa - si spiega nella nota - è stato previsto di eliminare gli attuali scarichi diretti nell'emissario di Cuma dell'Arena S.Antonio e della Collettrice di Pianura, convogliando quindi nell'Impianto di Pretrattamento di Coroglio l'intera portata nera diluita defluente nell'Arena S. Antonio e nella Collettrice di Pianura per risollevare nel suddetto emissario di Cuma una portata pretrattata minore, per evitare la saturazione dello stesso. Questo comporterà un aumento notevole del carico convogliato dall'Arena S.Antonio verso l'Impianto di Coroglio che passerà da una portata massima di piena di 100 metri cubi a a circa 188 metri cubi al secondo. Per far fronte all'aumento di carico si sono adottate diverse misure, tra cui un ulteriore scarico in mare sulla linea di costa in corrispondenza del primo tratto di via nuova Nisida, nelle immediate vicinanze della spiaggia di Coroglio".

Cattive notizie anche per le condotte sottomarine, che passeranno da 2 a 3: "E mentre prima le pompe di by-pass in condotta erano poste a valle del processo di grigliatura, dissabiamento e stacciatura, ora by-passeranno completamente l'impianto prevedendo solo una semplice grigliatura a monte. Questo porterà la fuoriuscita sui fondali di materiale praticamente non trattato" si legge, ancora, sul sito del Parco sommerso di Gaiola.

La conclusione degli esperti dell'Ente non lascia spazio alla speranza: "Oltre ad impattare sull'ambiente e sullo sviluppo turistico-culturale dell'area, tale scelta va ad impattare anche sull'industria della mitilicoltura, stante il fatto che proprio all'interno di Cala badessa, tra l'Isola di Nisida e Trentaremi, è ubicato uno dei più importanti stabilimenti di mitilicolture della zona".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il paradosso Bagnoli, la bonifica raddoppierà gli scarichi a mare

NapoliToday è in caricamento