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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Guerra in Ucraina, l'appello di Battaglia: "Fratelli russi fermate l'attacco"

Per il consueto messaggio di Pasqua, il vescovo di Napoli sceglie di parlare del conflitto nell'Europa dell'Est

"Chiedo ai potenti della terra, io povero vescovo, chiedo di far tacere le armi. Fratelli russi, ve lo chiedo in ginocchio, cessi l'attacco contro l'Ucraina". Lo scrive l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel suo messaggio pasquale intitolato "Vi annuncio ancora e annuncerò sempre la Pasqua". Don Mimmo Battaglia ammette che "quest'anno mi è difficile annunciare la gioia e la pace, mentre scorrono anche dinanzi ai miei occhi le atrocità della guerra, la morte di civili e militari in Ucraina, una guerra che diviene rappresentativa di ogni guerra o genocidio perpetrato a danno dell'umanità tutta. Da Kyiv a Mariupol, da Buca a Kharkiv, ci giunge il grido di dolore del popolo ucraino e a questo grido voglio rispondere innanzitutto gridando: Pace!".

L'arcivescovo di Napoli cita le "immagini di bambini innocenti, trucidati per rabbia o per divertimento, di donne e di uomini seviziati e uccisi, non da una pandemia che ancora imperversa in tutto il mondo, ma dalla determinazione violenta di esseri umani, diventati disumani, di quelli che ritengono che la guerra sia legittima, pur di alimentare i loro sogni di espansionismo e di grandezza. Desidero annunciarvi la pace - aggiunge - non dimenticando i tanti corpi straziati dalla brutalità di chi non rispetta nemmeno la vita degli inermi, mentre ho ancora nelle orecchie il rombo dell'artiglieria, di missili, di ogni sorta d'ordigno pensato per distruggere con precisione, pensato per colpire senza fallire. E a ciò si aggiunge tutto il seguito di una guerra: devastazioni di case e famiglie, dell'ambiente e dei cuori stessi sia di chi colpisce, sia di chi subisce. E tuttavia io non posso non parlarvi di pace e di risurrezione in tanta sofferenza e nella generale sfiducia e stanchezza che ogni guerra diffonde negli animi; anche di quanti guardano al Risorto della domenica di Pasqua oltre che al Crocifisso del venerdì santo, di un venerdì che in questo nostro momento storico sembra non dover più passare". (AdnKronos)

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