Cena sotto le stelle, Chef Francesco Citterio: "Rivisito in chiave gourmet le tradizioni napoletane"
Uno degli astri nascenti della cucina partenopea, con già alle spalle importanti esperienze in particolare nel settore degli alberghi a cinque stelle, si racconta a NapoliToday in una intervista
Su una delle terrazze maggiormente panoramiche della città, il Beluga Bistrot & Terrace, situato al nono piano del Romeo Hotel, è stato ideato dallo Chef Francesco Citterio un nuovo menu dedicato ai sapori partenopei: “Stregati dalla Luna”. Si tratta di una rivisitazione in chiave gourmet dei piatti tradizionali della cucina partenopea per celebrare la bellezza e la tradizione culinaria di Napoli, dove gusto e vista s’inebriano tra gli scorci del mare e i piatti dello Chef, che punta principalmente sulla bontà delle materie prima utilizzate nella costruzione delle pietanze.
Tra i piatti rivisitati citiamo le Alici "ndurate e fritte", l’Impepata di cozze con crostini all'aglio, i Polipetti alla Luciana, la Parmigiana di melanzane. Tra i primi piatti, invece O' Sartù di riso, le Candele spezzate con genovese napoletana, lo Spaghettone di Gragnano con vongole veraci e nei secondi, le immancabili Polpette al ragù napoletano e Salsiccia e friarielli o la Pezzogna “all’acqua pazza”, oltre al Babà con crema e amarena o Ricotta e pera, prima della tazzulella di caffè e della sfogliatella.
Chef Citterio, partiamo dagli albori, ci racconta come è nata la sua passione per la cucina?
"E' nata da quando vedevo mia nonna cucinare e mi piaceva. La passione è cresciuta sempre di più, in particolare per la tradizione partenopea. Dopo l''istituto alberghiero mi sono iscritto alla Facoltà di Scienze del turismo ad indirizzo manageriale, presso l'Università dI Napoli "Federico II e ho iniziato a lavorare, girando parecchio in alberghi di lusso a cinque stelle".
Quali sono state le esperienze formative più importanti nella sua carriera?
"Ho lavorato al Capri Palace Hotel, al Regina Isabella di Ischia, per poi approdare all'Hotel Romeo come sous Chef di Salvatore Bianco de Il Comandante. Sono tutte esperienze molto importanti dove ho potuto seguire la mia passione per la cucina gourmet".
Com'è lavorare da Chef in un Hotel di lusso, a contatto con clienti di nazionalità diverse e con immagino alte aspettative ed esigenze?
"E' stimolante. Curo la parte dell'Hotel, del roomservice, degli eventi. Rispondiamo alle esigenze di ogni tipologia di cliente, francesi, russi, statunitensi, preparando dai sandwich ai piatti cinque stelle. Inoltre ho ideato questa nuova proposta culinaria presso il Beluga Bistrot & Terrace, dedicato ai sapori partenopei. Si tratta di una rivisitazione in chiave gourmet dei piatti tradizionali della cucina partenopea. Avevo richieste da clienti che chiedevano di mangiare all'esterno e ho pensato ad un nuovo concept capace di creare l'atmosfera giusta. La vista su Napoli, sul Vesuvio, davanti alla piscina, a lume di candela, con semplici piatti napoletani da gustare sotto le stelle. Ecco cosa ha fatto scaturire la mia visione".
Se chiedessi quali sono state le persone più importanti per la sua carriera...?
"Rispondo sicuramente Andrea Migliaccio, corporate executive Chef del Capri Palace Hotel e Salvatore Bianco de Il Comandante".
Cosa pensa della moltiplicazione indefinita dei programmi culinari che invadono la tv e della rappresentazione edonista che ne scaturisce degli Chef moderni?
"Oggi troppo spesso le persone dimenticano che vengono al ristorante per mangiare bene. A volte in televisione le persone si fanno un'idea sbagliata della cucina, non veritiera. Io, ad esempio, non ho prototipi di Chef ideali televisivi e mi allontano dai canoni mostrati".
Non viene data forse spesso un'immagine di Chef troppo severi e a volte aggressivi rispetto alla realtà?
"Nelle cucine di alto livello c'è severità e gerarchia. Perchè la concentrazione deve essere sempre elevata".