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“Diamo voce ai cittadini in Europa”

Offre informazioni ai cittadini e porta le loro istanze a livello comunitario, facendoli sentire parte viva e attiva dell’Unione. Ecco di cosa si occupa l’ufficio Europe Direct Vesuvio di Napoli

Servono a connettere i territori con l’Ue, informando la cittadinanza circa le attività delle istituzioni comunitarie nonché le politiche europee. E fanno arrivare la voce dei cittadini fino a Bruxelles, portando l’Europa nelle realtà locali. Sono gli Europe Direct, i centri creati da Parlamento e Commissione Ue in tutti gli Stati membri. Per conoscere l’ufficio dell'Europe Direct Vesuvio a Napoli abbiamo parlato con Michele De Luca.

Cos’è l’Europe Direct e quando è nato? Di cosa vi occupate?

La rete Europe Direct è presente in Europa da più di 15 anni, al momento attuale conta 424 centri attivi nei Paesi membri per il periodo 2021–2025. I centri ED contribuiscono ad avvicinare sul loro territorio i cittadini all’Ue, facilitando la loro partecipazione ai dibattiti sul futuro dell’Unione. Il centro Vesuvio nasce poco più di un anno fa sul territorio di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli, uno dei quattro centri presenti in Campania. Il nostro centro è un punto di riferimento soprattutto per il territorio vesuviano, che collega l’Europa con i cittadini ma anche imprese, associazioni, enti pubblici e scuole. Il nostro compito principale è quello di avvicinare i cittadini alle tematiche Ue, come finanziamenti, opportunità di mobilità e lavoro in Europa. Inoltre, favoriamo la conoscenza delle azioni e politiche europee, legislazioni e modalità di partecipazione ai processi democratici in Ue, in particolare tramite l’organizzazione di eventi e attività su temi di interesse europeo. Per l’anno 2022, ci stiamo concentrando maggiormente sul Green Deal europeo, la Conferenza sul futuro dell’Europa, l’Anno europeo della gioventù 2022, il Next Generation EU e l’Europa in era digitale.

Qual è secondo voi la percezione che hanno i cittadini del vostro territorio dell’Ue?

I cittadini del territorio, soprattutto i più giovani, recriminano un abbandono dell’Ue nei loro confronti, che li ha lasciati senza un punto di riferimento che li connettesse all’Europa. Molti non ripongono grande fiducia nello Stato italiano e di rimando anche nell’Ue che spesso è vista come lontana dalla comunità cui appartengono. I giovani in particolar modo spesso non sono a conoscenza delle numerose opportunità che l’Europa ha pensato per loro, e di come voglia effettivamente sostenerli. Quando però entrano in contatto con l’Europa e le sue azioni e politiche, scoprono un mondo ricco di opportunità pensate su misura per loro, un’Europa attenta alle loro esigenze, ma che può fare ancora di più. I giovani richiedono un’Europa più unita e pronta ad affrontare il mondo di oggi e di domani.

Perché secondo voi è importante la Conferenza sul Futuro dell’Europa?

La Conferenza ha permesso ai cittadini di avere voce nelle decisioni europee inerenti il futuro dell’Unione, il loro stesso futuro. Ha dato così possibilità di rilanciare il progetto democratico dell’Ue, coinvolgendo direttamente i cittadini europei, promuovendo anche una riflessione sui Trattati che non sono stati più aggiornati dal 2007. Le istituzioni europee hanno mostrato così un chiaro segno di democrazia diretta, per la prima volta hanno avviato un dialogo diretto e proficuo con i cittadini per conoscere quale sia l’Europa che i cittadini vogliono in futuro. Le proposte ricevute sono state migliaia e migliaia, un chiaro segno che i cittadini ci sono e vogliono farsi ascoltare. Hanno condiviso la propria opinione sulle tematiche più disparate, da istruzione, cultura e gioventù, fino al cambiamento climatico e ambientale, salute, economia e giustizia sociale e occupazionale. La possibilità di aver voce su più fronti ha reso possibile la creazione di uno spazio di discussione per affrontare insieme le sfide e le priorità dell’Europa dando ai cittadini la possibilità di contribuire al rinnovamento dell’Ue. Ciò ha reso possibile anche colmare in parte quel gap che i cittadini sentono esistere tra loro stessi e le istituzioni europee, viste come troppo lontane e in taluni casi anche inesistenti.

Quali attività avete promosso in relazione alla Conferenza? Qual è stata la reazione dei cittadini?

Abbiamo accompagnato passo dopo passo i cittadini nel comprendere l’importanza della Conferenza lungo tutto il suo svolgimento, dando informazioni sulle procedure di partecipazione e sui risultati delle plenarie. Settimanalmente abbiamo comunicato ai cittadini tramite i nostri canali social come l’Ue stesse procedendo in merito alla Conferenza e i dibattiti nati durante le plenarie. Oltre a questo, abbiamo organizzato un incontro con studenti universitari volto alla sensibilizzazione e all’incentivazione della partecipazione attiva, tramite dibattiti e confronti che divenissero spazio comune di pensiero per far nascere idee. I giovani sono stati aiutati nel comprendere come utilizzare la piattaforma digitale dove caricare le idee e proposte. Il cuore del nostro intervento è stato poi l’incontro #latuaparolaconta, composto da due sessioni volte a discutere proposte locali: la prima costituita da un dibattito tra giovani e rappresentanti delle istituzioni locali ed europee; la seconda con gli stakeholder mirata a generare proposte focalizzate sull’idea di economia più forte, giustizia sociale e occupazione.

Quali sono le idee e le proposte che sono emerse dai vostri eventi #latuaparolaconta? Cosa chiedono i cittadini del vostro territorio all’Europa?

Le sessioni di #latuaparolaconta sono state estremamente ricche in quanto a idee proposte. I giovani e gli stakeholder hanno interagito con rappresentanti delle istituzioni locali ed europee, toccando diversi argomenti, dall’istruzione all’educazione, dalla cultura alla gioventù. Una prima proposta verteva sulla creazione di una “scuola europea”, riformulando il piano di studi nazionale per aprire gli studenti alle tematiche europee e far entrare letteralmente l’Europa tra i banchi. Provenendo molti ragazzi dall’università, è emerso come quest’istituzione non sia accessibile come dovrebbe essere, sicché è stata proposta la riduzione delle tasse universitarie a livello europeo. Inoltre, è stato proposto il riconoscimento a livello europeo dei titoli accademici e delle professioni regolamentate sul territorio italiano, in quanto spesso le competenze acquisite nel nostro Paese non sono valide in altri Paesi membri. È stata richiesta inoltre una maggiore cooperazione scientifico-accademica per diffondere con più facilità saperi e conoscenze, migliorandone accessibilità e fruibilità, attraverso ad esempio la creazione di una biblioteca europea virtuale. Inoltre, non bisogna dimenticare la necessità di una formazione continua per coloro che sono già professionisti, a partire dai docenti. In merito al topic della gioventù, è stato proposto di riformulare il concetto stesso di “gioventù”, in quanto, a causa della disparità socioeconomica esistente tra i vari Paesi europei e tenendo in considerazione lo status dei giovani nel nostro Paese, risulta riduttivo individuare come giovani i ragazzi tra i 18 e 25 anni. Sarebbe invece appropriato allargare questa definizione includendo i giovani fino ai 35 anni, indirizzando anche a loro importanti opportunità che sarebbero altrimenti precluse, non essendo ancora pienamente indipendenti. 

Quali sono i prossimi eventi/attività che state organizzando?

La nostra attenzione quest’anno ricade in particolar modo sul Green Deal europeo, sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, sul Next Generation EU, ponendo attenzione al 2022 come Anno europeo della gioventù. Le attività e gli eventi già svolti e quelli che saranno presentati in futuro danno e daranno la possibilità ai cittadini del territorio di ritrovare uno spazio dove possano conoscere ciò che l’Europa ha pensato per loro, essere liberi di esprimersi, intrattenere un dialogo fecondo e interattivo con l’Europa. In tal senso, stiamo organizzando per i mesi di giugno e luglio un incontro–dialogo per i giovani e corsi di formazione di progettazione europea. Inoltre coinvolgeremo la cittadinanza in “aperitivi culturali”, incontri pensati per tutti coloro che sono interessati a riflettere sugli spazi in cui viviamo e a valorizzarli secondo i criteri di estetica, sostenibilità e inclusione, nell’ottica del programma Nuovo Bauhaus europeo. 

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