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Venerdì, 19 Aprile 2024

Nuova facciata per il Gesù Nuovo: "Così è tornata all'antico splendore"

Un anno e mezzo di lavori dopo il crollo della vetrata principale. Oggi, l'esterno della Chiesa torna a disposizione di napoletani e tursiti

Tutto è cominciato nel dicembre 2017, quando la vetrata principale della Chiesa del Gesù Nuovo crollò di colpo. Fu transennata l'area e da lì cominciò una lunga interlocuzione tra gesuiti e Comune di Napoli sulla necessità di lavori di restauro della facciata dell'edificio storico. 

Quasi due anni di lavori per svecchiare una parete realizzata nel 1470, molto prima della chiesa stessa, quando ancora era un palazzo nobiliare appartenente alla famiglia dei Sanseverino. Ma soprattutto per correggere gli errori fatti negli interventi passati, l'ultimo negli Anni '80. Oggi, come spiegano i responsabili dei lavori, non c'è più quella patina giallognola che caratterizzava il bugnato e i marmi sono tornati a splendere. 

Il Gesù Nuovo non è solo un edificio importante per i gesuiti. E' infatti una delle chiese più amate, se non la più amata, dai napoletani. La facciata ha da sempre ispirato leggende e misteri, come quella dei glifi, strani simboli incisi sui blocchi piramidali. Per alcuni rappresentano simboli esoterici, per altri note musicali. Più probabilmente si tratta di segni indicanti le cave da cui venivano estratti.

Come spiega padre Jean Paul Hernandez, teologo gesuita, il Gesù Nuovo cela un mistero antico: "Quando i gesuiti hanno deciso di conservare il bugnato è perché c'è la simbologia dei due angeli che si trovano nel tempio di Gerusalemme. Quindi, questa facciata collega Napoli alla Terra Santa". 

Il restauro, promosso dai gesuiti, svela un'opera dal prezioso valore storico e culturale, con interventi che hanno interessato, appunto, il bugnato, gli elementi marmorei di fregio, il fronte sinistro della chiesa, i finestroni. 

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