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Venerdì, 29 Marzo 2024

Caro benzina, gli agricoltori: "A rischio i nostri prodotti tipici"

L'allarme di Confagricoltura: "L'aumento dei costi ha messo in difficoltà le aziende che hanno investito su innovazione ed export. Con questi prezzi difficile fa arrivare le insalate fuori regione"

Inutile partecipare alla ressa nei supermercati e fare razzia di prodotti in scatola. Se il caro-gasolio e la guerra avranno conseguenze le avranno sui prodotti freschi di alta qualità dell'agricoltura campana. A sostenerlo è Confagricoltura: "C'è un enorme equivoco in atto - afferma il presidente regionale Fabrizio Marzano - perchè i cittadini stanno facendo la corsa per pelati e pasta, mentre le principali difficoltà le stiamo riscontrando per le materie fresche. Trasportare l'insalata dalla Campania alla Lombardia è costoso e complesso e se questa situazione dovesse protrarsi potremmo non essere più in grado di farlo. Anche perché la grande distribuzione ha interessa a mantenere i costi finali bassi, a discapito delle aziende che non reggeranno". 

Problemi anche per i prodotti di serra, ma non per la mancanza di carburante: "Il nostro clima - prosegue Marzano - ci permette di usare serre non riscaldate, ma se c'è lo sciopero dei trasporti i prodotti restano in giacenza e devono essere buttati, non possono essere conservati". A soffrire maggiormente sono le aziende che hanno investito maggiormente sull'innovazione: "E anche sull'export. Ma la speranza è che il Paese non smetta di investire su questa linea per scegliere un'economia di guerra. Noi non siamo in guerra". 

Confagricoltura rifiuta l'idea di riconvertire la produzione nostrana in produzione estensiva: "Noi scambiamo materie di alta qualità con materie provenienti da territori estensivi, come i cereali. Lo abbiamo fatto per anni credendo di essere in un mondo globale che oggi è minacciato da egoismi privati. Ma abbandonare il made in Italy sarebbe follia pura e ci renderebbe più poveri". A differenza di altre associazioni di categoria, per Confagricoltura il chilometro 0 non è la soluzione: "Io da produttore voglio la globalizzazione - conclude Marzano - Cioè voglio che il mio prodotto italiano, tracciato, venga venduto sul mercato internazionale. Questo che può renderci più ricchi e mantenere i livelli occupazionali. Pensare di andare a fare la spesa in campagna è un'idea carina per una gita di giornata, non certo come modello economico".   

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