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Martedì, 16 Aprile 2024
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Cannavacciuolo: "Da ragazzo lavoravo gratis, ma i tempi sono cambiati. Oggi si chiedono stipendi dignitosi"

"Del resto, è il mondo che cambia: mio padre ha lavorato più di me, io ho fatto qualcosa di meno rispetto a lui e i miei figli probabilmente lavoreranno un poco di meno rispetto a me"

Antonino Cannavacciuolo continua ad aprire ristoranti. Il 24 giugno il suo quarto "Laqua resort" aprirà i battenti a Terricciola (Pisa), con cucina a vista, grande social table, privé, due menu carta e degustazione curati assieme all’executive chef Marco Suriano, sei stanze e centro benessere . Lo chef al Corriere spiega le motivazioni che lo hanno spinto a questa nuova avventura: "Non mi fermo mai: sono drogato di sfide. E alla terza stella Michelin penso tutte le mattine".

Lavoro gratis

"Io ho cominciato da ragazzo facendo stage gratis e pagandomi l’alloggio in Francia. Ma la mia è stata una scelta che ho voluto fortemente fare. I tempi, però, sono cambiati: una giusta gavetta quando si è giovani ci vuole ma chi lavora oggi chiede, oltre a uno stipendio degno, più qualità e tempo a disposizione. Del resto, è il mondo che cambia: mio padre ha lavorato più di me, io ho fatto qualcosa di meno rispetto a lui e i miei figli probabilmente lavoreranno un poco di meno rispetto a me. Noi oggi cerchiamo di far stare bene la brigata, di gratificarla: senza i miei ragazzi io non faccio niente, perciò devo tutelarli e il mio successo deve essere anche il loro. Dopo di che, ci sono altri temi che andrebbero affrontati: per esempio, la pressione fiscale terribile per un imprenditore. Ma la soluzione non ce l’ho, non sono un politico, sono solo un cuoco. Mio papà ha sempre lavorato moltissimo, usciva di casa alle 7 e rientrava all’una di notte tutti i giorni. Non abbiamo mai fatto le vacanze assieme, non è mai venuto a vedermi giocare a pallone. Lavorava e basta. Io sentivo mia mamma che diceva alle amiche: io faccio una vita da vedova, mio marito lo vedo solo di notte. Lui, alla fine, era contro la strada che avevo scelto. Ma così mi ha sfidato. Mi sono detto: tu pensi che io non ce la faccio? E così ho cominciato. Anche mia mamma, quando ho iniziato a girare per lavoro, mi chiamava e mi diceva, in dialetto: Tonino, ti prego, torna a Napoli che ti campo", prosegue.

Villa Crespi

Lo chef ripercorre anche i suoi esordi in Piemonte: "Quando ho aperto “Villa Crespi” (ora ha intenzione di ridurre i giorni di apertura), avevo neanche 25 anni, napoletano, mi guardavano tutti strano, non si fidavano. E poi parlavo di ricciola, di pesce di scoglio. E qui c’era gente che non aveva mai mangiato pesce e non sapeva che cosa era la burrata. Io e mia moglie pensiamo sempre al lavoro. In viaggio di nozze mi ero portato dietro le ricette da studiare e Cinzia pensava a come aggiustare i conti. È che alla fine non lavoro: mi diverto. Perciò ora la crescita deve essere anche l’occasione per far star bene chi lavora con me".

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